Naufragio di Cutro, ecco le motivazioni delle condanne per gli scafisti
- Postato il 13 maggio 2025
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Il Quotidiano del Sud
Naufragio di Cutro, ecco le motivazioni delle condanne per gli scafisti
Nelle motivazioni delle condanne per la strage di Cutro evidenziato il ruolo attivo nel trasporto dei migranti ma non nel naufragio.
CROTONE – «Potevano prevedere ed evitare la tragica morte dei 94 migranti». Lo scrive il Tribunale penale di Crotone nel motivare le condanne per i tre scafisti finiti sotto accusa per la strage di Cutro del 26 febbraio 2023. Sono state depositate le motivazioni della sentenza. «La condotta di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, posta in essere dagli imputati, in concorso con altri soggetti, mediante il concreto ausilio offerto al trasporto su un’imbarcazione fatiscente, in assenza di qualsivoglia presidio di sicurezza, di 180 passeggeri, costretti a rimanere stipati sottocoperta, ha determinato la morte dei 94 migranti, avvenuta per annegamento all’esito del naufragio», osservano i giudici.
Ecco perché 16 anni di reclusione ciascuno furono inflitti a Hasab Hussein, il pakistano dichiaratosi inizialmente minorenne ma poi smascherato, e al turco Sami Fuat. Mentre a 11 anni, 1 mese e 10 giorni fu la condanna per il pakistano Khalid Arslan. Le multe stabilite erano da 4 milioni e mezzo ciascuno.
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I tre vennero condannati per omicidio colposo plurimo e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Ma furono assolti dall’accusa di naufragio, perché non avrebbero avuto «ruolo attivo» nell’affondamento del caicco “Summer Love” determinato dagli imputati che erano al timone e hanno scelto il rito abbreviato. Si tratta Gun Ufuk e Mohammed Abdessalem, condannati a 20 anni ciascuno anche in Appello.
LA REQUISITORIA
Il pm Pasquale Festa aveva ripercorso, nella sua requisitoria, l’incidente probatorio nel corso del quale sono state cristallizzate le testimonianze di una quindicina di migranti di differenti nazionalità che hanno riconosciuto gli imputati. Da quelle testimonianze sono emerse indicazioni sul ruolo dei pakistani, ritenuti facilitatori dello sbarco. «Garantivano l’ordine a bordo e si interfacciavano con l’equipaggio per qualsiasi comunicazione con i migranti». «Pacifico», secondo il pm, anche il ruolo del turco, giunto con la seconda imbarcazione, dopo che la prima, quella denominata “Luxury 2”, aveva avuto un guasto al motore. Il pm ha ricostruito la traversata, iniziata dalla Turchia, dove i pakistani, sempre secondo le testimonianze richiamate, avrebbero accompagnato i migranti nella safe house e poi durante il tragitto per la spiaggia vicino Izmir, da dove la prima imbarcazione è salpata.
I PAKISTANI
Il Tribunale ritiene che «sia stata dimostrata con ragionevole certezza» la responsabilità degli imputati. Arslan e Hussain, difesi dall’avvocato Salvatore Perri, hanno svolto, secondo il Tribunale, «un ruolo attivo nell’ambito dell’organizzazione del trasporto illegale di circa 180 immigrati stranieri». Dalla segregazione nella safe house al mantenimento dell’ordine a bordo dell’imbarcazione all’attività di intermediazione tra i capitani e i passeggeri, Avrebbero, infatti, tradotto le direttive impartite in lingua turca, per esempio rassicurando i passeggeri sull’imminente arrivo.
Per ciò che riguarda il ruolo di Arslan, risulta «emblematico» il video sul social “TikTok” in cui si autoinquadra alla plancia di comando del caicco. In un altro video incita i passeggeri ad «inneggiare festosi agli organizzatori del viaggio». «Inconfutabile», poi, la mole di riscontri a carico dell’altro imputato pakistano, Hussain. Tra questi i 74 documenti di identità reperiti nel suo telefono, ma anche transazioni finanziarie e video promozionali di viaggi clandestini. Ad inchiodare gli imputati anche messaggi inviati a intermediari per lo sblocco del denaro sborsato dai migranti.
Sami Fuat, difeso dall’avvocato Teresa Paladini, è emerso come uno del gruppo di cinque persone che a bordo del caicco “Summer Love” ha recuperato la prima imbarcazione andata in avaria. Inoltre, essendo stato riconosciuto da alcuni migranti nell’immediatezza dello sbarco, ha subito «un tentativo di linciaggio da parte di un gruppo nutrito di migranti». Per questo i carabinieri lo prelevarono sulla spiaggia del naufragio portandolo in disparte. Oltre alle dichiarazioni di alcuni migranti, a suo carico ci sono le dichiarazioni del coimputato Arslan che lo indica tra quanti avrebbero voluto riportare la barca in Turchia dopo l’approdo in Italia.
DOPO LE MOTIVAZIONI PER LE CONDANNE PER IL NAUFRAGIO DI CUTRO: Il RISARCIMENTO
«Congrua e conforme» viene ritenuta dal collegio presieduto da Edoardo D’Ambrosio la somma stabilita per le provvisionali immediatamente esecutive. Somma che varia da 5mila a 50mila euro, nei confronti nelle persone offese. I risarcimenti erano stati chiesti dagli avvocati di parte civile Gianfranco D’Ettoris, Salvatore Rossi, Roberto Stricagnoli, Barbara Ventura, Francesco Verri, Pietro Vitale, che rappresentano familiari delle vittime e superstiti. Ma ci sono anche le somme di 2mila euro in favore della Presidenza del Consiglio dei ministri e del ministero dell’Interno e di 5 mila euro in favore della Regione. Ma per l’esatta quantificazione del danno sarà necessaria una causa civile.
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Naufragio di Cutro, ecco le motivazioni delle condanne per gli scafisti