Natuzzi, 497 esuberi e i due scogli sulla vertenza

Il Quotidiano del Sud
Natuzzi, 497 esuberi e i due scogli sulla vertenza

Due scogli sulla vertenza Natuzzi, l’annuncio dei 479 esuberi ha irrigidito il confronto. Ora si aspetta la cabina di regia in Puglia

La mannaia degli esuberi, 497, dichiarati dalla Natuzzi in sede di Ministero delle Attività produttive e del Made in Italy ha scombussolato l’andamento di una vertenza che di fatto si protrae da molti anni, che non è al suo primo momento critico, ma che vive probabilmente una strettoia particolare anche per le congiunture internazionali che ci sono.
Di fatto però la discussione e il confronto tra parti che non possono essere al momento che distanti riprenderà il 9 gennaio con la cabina di regia della Regione Puglia e nel tentativo di ricercare una sintesi in vista del nuovo incontro del 25 febbraio al Ministero.

I prossimi giorni intanto dovrebbero servire innanzitutto per mettere al sicuro il primo elemento fondamentale per tutte le parti cioè la proroga dell’ammortizzatore sociale per i 1800 lavoratori dell’azienda anche per il 2026 in virtù del fatto che la Natuzzi risulta azienda strategica con più di mille dipendenti.
Quanto alla discussione due appaiono ancora i punti nodali su cui si è sviluppata, senza risultati, la discussione nelle settimane precedenti all’incontro al Ministero e su cui si potrebbe sviluppare anche adesso.

IL PIANO DI INCENTIVO ALL’ESODO E LA RIORGANIZZAZIONE DEGLI STABILIMENTI

Le questioni più spinose rimangono «il piano di incentivo all’esodo per le lavoratrici e i lavoratori prossimi alla pensione e la riorganizzazione degli stabilimenti ipotizzata dall’azienda».
In quest’ultimo caso si parla della chiusura, anche questa prospettata nell’incontro al Ministero di due dei cinque stabilimenti dell’azienda e si tratta di Graviscella ad Altamura e Santeramo e alla riorganizzazione che evidentemente ne dovrà conseguire.
Punti che già avevano creato distanza e che costituiscono evidentemente l’elemento fondamentale di confronto nella vertenza rispetto alle necessità espresse dall’azienda di alleggerimento complessivo della platea lavorativa.

Il piano industriale complesso evidentemente punta anche alla ricerca di partnership che possano consentire di rafforzare anche finanziariamente il gruppo imprenditoriale murgiano ed alla razionalizzazione delle diverse fasi della produzione e della vendita. Ma dal canto loro i sindacati hanno spiegato con altrettanta nettezza che «consideriamo finito il tempo delle responsabilità a carico solo delle lavoratrici e dei lavoratori del Gruppo Natuzzi, che da anni pagano le scelte sbagliate dell’azienda dopo ben 8 piani industriali. I dipendenti sono stanchi di questa situazione, le istituzioni devono poter garantire un percorso serio, di vero rilancio industriale».

IL CONFRONTO

Il confronto presso la cabina di regia dovrà servire probabilmente proprio a ricercare un punto di incontro tra le parti in una situazione che si annuncia evidentemente molto tesa ma che comunque non lascia sconfortati perché c’è evidentemente la necessità e la volontà di arrivare ad un punto di incontro unitario rispetto alle diverse esigenze che sono in campo e che la Natuzzi ha espresso chiaramente con la definizione degli esuberi e della riduzione degli stabilimenti.
E’ chiaro anche evidentemente che un’intesa in presenza di esuberi diventi difficile ed allora a quel punto anche le questioni già affrontate di accompagnamento all’esodo attraverso degli incentivi per una parte dei lavoratori potrebbe essere idonea all’obiettivo di alleggerire in parte la platea lavorativa.

Ragionamenti che avranno bisogno di alcune settimane per essere adeguatamente affrontati ed approfonditi verificandone la percorribilità in sede di cabina di regia e con la necessità che nel prossimo incontro presso il Ministero si possano verificare passi in avanti concreti.

Il Quotidiano del Sud.
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