Natale, l’appello di Osa e Pai: “Risparmiamo gli animali. No ad una festa costruita sulla sofferenza”
- Postato il 20 dicembre 2025
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- Di Il Vostro Giornale
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Liguria. “Ogni anno il Natale arriva avvolto da luci, vetrine scintillanti e pacchetti colorati. Ma troppo spesso, dietro quell’apparenza di festa, si nascondono consumo e indifferenza”.
Lo hanno dichiarato i volontari dell’Osservatorio Savonese Animalista (OSA) e del Partito Animalista Italiano (PAI) che hanno voluto lanciare un appello in vista delle feste imminenti: “Fermarsi a riflettere”.
“Facciamo spazio, almeno a Natale, a un mondo senza guerre, senza violenza, senza sopraffazione, – hanno proseguito. – Un Natale senza un albero strappato alla terra solo per essere decorato e poi abbandonato. Un Natale senza regali inutili, senza sprechi, senza cibi ‘di lusso’ che costano la vita a milioni di animali innocenti, mentre nel mondo intere popolazioni e migliaia di bambini muoiono ancora di fame”.
“Ricordiamoci del bue e dell’asinello del presepe. Animali silenziosi, mai protagonisti, eppure essenziali: con il loro fiato scaldano Gesù Bambino. Sono lì a ricordarci che la vita non si misura in valore economico, ma in rispetto, cura e compassione. Se vogliamo che questo sia davvero un Buon Natale, allora facciamo in modo che lo sia per tutti gli esseri viventi. Non mettiamo sangue nei nostri regali. E non mettiamolo nemmeno nel piatto”, hanno aggiunto ancora.
“In attesa della carne coltivata, che permetterebbe di nutrirci senza uccidere e che oggi viene vietata da una legge miope del ministro Lollobrigida, scegliamo consapevolmente di non affollarci davanti a macellerie, pescherie e salumerie. Portiamo invece in tavola il rispetto, la terra, il territorio: prodotti semplici, locali, a chilometro zero. Le olive di Arnasco e Taggia, le zucche di Cengio, le castagne di Calizzano e Murialdo, i fagioli di Nasino, l’aglio di Vessalico, gli asparagi violetti, i carciofi e le zucchine trombetta di Albenga, le ciliegie di Castelbianco, le albicocche di Quiliano, i funghi di Calizzano e Sassello, la farinata, la panissa e i vini della nostra terra — lumassina, buzzuetto, pigato, vermentino, granaccia e rossese”.
“Perché il Natale non dovrebbe mai essere una festa costruita sulla sofferenza. Perché la pace non può fermarsi agli esseri umani. Perché ogni vita conta”.
“Questo comunicato non è una condanna, ma un invito, – hanno precisato dall’Osservatorio. – Un invito a guardare oltre le abitudini, oltre il ‘si è sempre fatto così’. Nessuno è perfetto, nessuno cambia tutto in un giorno. Ma ogni scelta diversa, ogni pasto senza violenza, ogni gesto di rispetto è un seme piantato nel futuro. Se anche solo una persona, leggendo queste parole, deciderà di fermarsi un attimo e scegliere con più coscienza, allora questo Natale avrà già fatto qualcosa di buono”.