Muro crollato al Lagaccio, due mesi dopo la tragedia sfiorata restano le macerie e gli sfollati

  • Postato il 28 marzo 2025
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  • Di Genova24
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Muro crollato al Lagaccio, la situazione due mesi dopo

Genova. Sono passati due mesi dalla mattina del 28 gennaio quando un muraglione è franato su via Cinque Santi, nel quartiere del Lagaccio, mettendo allo scoperto tutta la precarietà di un territorio snaturato dall’urbanizzazione e dalla mancanza di manutenzione. Da quel giorno – a parte il proliferare di allarmi legati a situazioni analoghe – è cambiato ben poco: la strada è ancora ostruita dalle macerie, gli sfollati non sono rientrati nelle loro case e gli altri condomini sono costretti a fare un lungo percorso alternativo per aggirare l’interruzione.

Il 1° aprile ci sarà un’assemblea di condominio in cui ci presenteranno il computo metrico dell’intervento di rifacimento del muro che comprende anche il miglioramento dei muri contigui – spiega Simone Ballardin, che viveva con moglie e tre figli nell’appartamento affacciato sulla frana -. Si parla di 350-400mila euro, in tutto siamo più di cinquanta perché nel condominio è compresa anche un’altra palazzina collegata da una passerella, ma si tratta comunque di un investimento oneroso. E lo dovremo pagare tutti perché entriamo tutti dallo stesso portone”.

Muro crollato al Lagaccio, la situazione due mesi dopo

Ballardin, che nella vita è geometra e si occupa di sicurezza nei cantieri, aveva segnalato l’ammaloramento di quel muraglione fin dal 2020 con lettere e solleciti all’amministrazione. E ancora prima, nelle crepe troppo evidenti per essere ignorate, erano stati installati fessurimetri per monitorare i movimenti della struttura. Nessuno aveva mai parlato di cedimento imminente, ma il problema era noto. E la messa in sicurezza non è mai stata deliberata fino al giorno del crollo, con conseguenze potenzialmente drammatiche se in quel momento fosse transitato qualcuno.

Ora la famiglia sfollata abita nelle vicinanze, in un appartamento di via Ponza. “Per fortuna non devo pagare l’affitto, ma ho dovuto ricomprare tutto – racconta Ballardin -. Non ho ancora formalizzato una richiesta danni, ma ho contattato un legale perché ritengo che, dopo tutte le segnalazioni che avevo inviato, il condominio dovesse attivarsi con un intervento in somma urgenza. Lì c’era un rischio imminente per la salute delle persone, si doveva almeno puntellare per evitare il crollo. Infatti sul muro del giardino dei miei vicini un’impresa è già partita con la messa in sicurezza e non è stata necessaria nessuna autorizzazione, anzi, ci hanno chiesto mille euro di anticipo”.

I puntelli sono stati posizionati anche su ciò che resta del muraglione crollato in via Cinque Santi, insieme a un sistema di teloni per impedire alla pioggia di fare ulteriori danni. La ditta incaricata dai privati ha effettuato anche il disgaggio delle parti rimaste pericolanti. Adesso però si dovrà ricostruire. E, da quanto si apprende, i condomini sarebbero intenzionati a scrivere al Comune per chiedere un contributo economico nei lavori di ripristino, anche perché il cedimento ha danneggiato pure il muro opposto, quello che delimita la strada pubblica, motivo per cui erano stati evacuati altri due appartamenti con accesso da via Ventotene. Una richiesta che difficilmente potrà trovare accoglimento.

Muro crollato al Lagaccio, la situazione due mesi dopo

Genova24 non è più riuscita a contattare l’attuale amministratore, Fabio Piccardo, in carica da un paio d’anni. All’indomani del crollo raccontava che l’assemblea non aveva raggiunto il numero legale nemmeno per incaricare i tecnici: “Probabilmente alle persone non interessava la questione”. Nel frattempo era stato comunque incaricato un ingegnere per una perizia ed era stato predisposto un piano di intervento. Ma gli eventi sono stati ben più rapidi delle procedure condominiali.

Crolla muraglione al Lagaccio
Come appariva la zona il giorno del crollo

Sono decine le segnalazioni che riguardano muri pericolanti o crepe sospette nella zona che abbraccia Oregina e il Lagaccio. Un dossier era stato compilato dal comitato Con i piedi per terra, nato per opporsi al progetto della funivia di Forte Begato, nei giorni successivi alla tragedia sfiorata, una sorta di “galleria degli orrori” delle situazioni che quotidianamente preoccupano gli abitanti. Dopodiché anche il coordinamento delle associazioni di quartiere aveva lanciato un appello al Comune. Appena due settimane fa un passaggio pedonale in via Sapri è stato chiuso per un muraglione a rischio crollo. Ancora prima, a inizio febbraio, è scattato un provvedimento analogo per via Cancelliere a Castelletto.

muro pericolante via sapri

A volte sono strutture di competenza pubblica (come il muraglione di un asilo sempre al Lagaccio, fonte di grandi preoccupazioni), ma più spesso sono proprietà private alle quali il Comune ingiunge inutilmente di procedere alla messa in sicurezza. Per tutelare l’incolumità pubblica si può intervenire “in danno”, ma questa strada raramente viene percorsa perché i contenziosi per recuperare le risorse sono lunghi e complessi. E così si resta in attesa, sperando che non si consumi il fattaccio. Oppure, quando si può, si stende il nastro bianco-rosso e si confida in una risoluzione del problema, magari dopo anni.

Ballardin ogni giorno passa da via Cinque Santi e controlla la situazione. Dopo quella mattina, quando si era trovato all’improvviso senza un pezzo di giardino, ha preso tutto con filosofia: “Sì, ci manca qualche metro quadrato, siamo un po’ più stretti. I miei figli più piccoli, di 13 e 15 anni, hanno ancora paura quando piove. Dico la verità: per me è andata bene così, mia moglie e i miei figli stanno bene e nessuno è rimasto sotto quel muro. Sarebbe stata una tragedia devastante“.

Autore
Genova24

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