Mps punta al pieno su Mediobanca: adesioni in crescita e sfida per la successione al vertice

  • Postato il 16 settembre 2025
  • Di Panorama
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Mps si prepara a fare l’en plein su Mediobanca. Oggi i termini dell’opas sono stati riaperti fino a venerdì. Secondo le previsioni la percentuale di adesioni, oggi al 62,3%, dovrebbe arrivare all’80%. In queste ore si fa concreta la possibilità di arrivare molto più in alto.

Le vendite dei dirigenti

Anche i massimi dirigenti della banca, hanno deciso di uscire dal fortino e incassare lauti guadagni. In prima fila, l’amministratore delegato Alberto Nagel che ha perso la battaglia di potere ma si può consolare con robuste plusvalenze. Ieri ha venduto un milione di azioni al prezzo medio unitario di 22,0822 euro, incassando così oltre 22 milioni di euro. Una cifra consistente che potrà aggiungere alla maxi-liquidazione. L’uscita imminente dall’istituto potrebbe fruttargli, secondo le indiscrezioni, circa cento milioni di euro.

Anche il presidente di Mediobanca, Renato Pagliaro, ha ceduto 100.000 azioni a 22.009 euro, per un incasso complessivo di circa 2,2 milioni di euro. Non da meno, il direttore generale Francesco Saverio Vinci ha liquidato 400.000 azioni a 22,1043 euro, portando a casa circa 8,8 milioni.

La successione al vertice

Vinci però risulta in pole position per prendere in mano la banca a conclusione dell’Opas. La sua nomina servirebbe a dare continuità alla gestione ed evitare scossoni ancora più violenti di quelli che si stanno verificando. D’altronde Luigi Lovaglio, attuale amministratore delegato di Mps, ha sempre dimostrato di apprezzare le soluzioni interne.

In alternativa a Vinci si parla di Gian Luca Sichel, attuale a capo di Compass e responsabile di Mediobanca Premier. Entrambi rappresentano il lato rassicurante di Mediobanca, visto che la scelta di un “traghettatore” interno potrebbe servire a mantenere la coesione tra i ranghi della banca e a evitare una possibile emorragia di talenti, in particolare nell’area cruciale del wealth management, sempre più sotto assalto dai concorrenti.

I candidati esterni

Oltre ai nomi interni, la lista di candidati si arricchisce di personalità provenienti da altre realtà. Uno dei nomi più gettonati per la guida della banca, insieme a Marco Morelli, ex amministratore delegato di MPS e attualmente a capo di Axa Investment Managers.

Tra gli altri papabili figurano Flavio Valeri (Lazard Italia), Victor Massiah (ex AD di UBI Banca) e Fabrizio Palermo (ex AD di Cassa Depositi e Prestiti e Acea). Stefano Marsaglia, attuale presidente di Azzurra Capital ed ex numero uno dell’investment banking di Mediobanca, ha risposto con un commento enigmatico sulla possibilità di un suo ritorno in quella che è stata la sua casa per tanti anni: «Mi spiace deludere chi vorrebbe avermi lì, ma è molto improbabile, sono molto impegnato nel fondo. Poi mai dire mai».

La partita per la presidenza

Per quanto riguarda la presidenza, Vittorio Grilli, già ex ministro dell’Economia e presidente di JP Morgan Italia, è tornato prepotentemente in gioco, nonostante fosse stato escluso in un primo momento per ragioni di governance. Anche Luigi De Vecchi, ex presidente di Citi per l’Europa, è stato menzionato come possibile successore di Pagliaro, ma la sua candidatura potrebbe incontrare resistenze dovute alle dinamiche interne di Mediobanca.

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Panorama

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