Morto nell’esplosione a Napoli: disposto l’esame autoptico

  • Postato il 5 luglio 2025
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Morto nell’esplosione a Napoli: disposto l’esame autoptico

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Morto nell’esplosione in un deposito a Napoli, disposta per martedì autopsia sul corpo di Giovanni Scala. Sette indagati per omicidio colposo. Familiari cercano giustizia per “morte bianca”.


NAPOLI- Sarà martedì 8 luglio la data cruciale per l’indagine sulla morte di Giovanni Scala, il 57enne deceduto lo scorso 25 giugno a causa di una violenta esplosione in un deposito collegato al ristorante “Da Corrado”, in via Peppino De Filippo. In quella giornata, infatti, verrà conferito l’incarico per l’esame autoptico sulla salma dell’uomo. A renderlo noto è lo studio legale “Angelo Melone”, che con gli avvocati Angelo Melone e Ciro Della Torre rappresenta le tre figlie della vittima, Aleandra, Dalila e Francesca Scala. Le figlie, sconvolte dalla tragedia, invocano con forza “Verità e giustizia” per il loro padre.

La Procura di Napoli, con il sostituto procuratore Federica D’Amodio, ha già iscritto sette persone nel registro degli indagati. Le ipotesi di reato formulate in vista dell’accertamento irripetibile sono omicidio colposo, lesioni personali colpose e crollo o disastro colposo, a sottolineare la gravità delle accuse e l’impegno delle autorità nel fare piena luce sull’accaduto. Per l’autopsia, i periti della Procura saranno il medico legale Emanuele Capasso e l’anatomopatologo Andrea Ronchi. Come consulente di parte, invece, gli avvocati Melone e Della Torre hanno designato il professor Mariano Paternoster, ordinario di medicina legale all’Università Federico II, garantendo così un’analisi completa e indipendente.

MORTO NELL’ESPLOSIONE NAPOLI I FAMIGLIARI CHIEDONO GIUSTIZIA

L’avvocato Angelo Melone ha commentato duramente la vicenda, definendo quella di Giovanni Scala “una morte bianca che non può e non deve restare impunita”. Ha poi aggiunto: “La vicenda di Giovanni Scala si inserisce nel drammatico fenomeno delle cosiddette morti bianche, che ogni anno continuano a colpire centinaia di lavoratori nel nostro Paese. Uomini e donne che perdono la vita mentre svolgono mansioni ordinarie, troppo spesso in contesti in cui la sicurezza viene ignorata, sottovalutata o sacrificata. Giovanni Scala stava semplicemente lavorando. Era un dipendente serio, riservato, dedito al proprio ruolo. Non può esserci alcuna giustificazione per una morte tanto assurda quanto evitabile”. Lo studio legale ha inoltre ribadito il proprio impegno: “Abbiamo assunto l’impegno di accertare ogni responsabilità affinché questa tragedia non venga dimenticata né archiviata. Sosterremo in ogni sede, con rigore e determinazione, la richiesta di verità e giustizia delle figlie del signor Scala”.

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