“Morti sospette a Ibiza? Sta succedendo qualcosa di anomalo. Potrebbero essere una coincidenza, oppure no”: l’allarme degli albergatori
- Postato il 12 agosto 2025
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- Di Il Fatto Quotidiano
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Un bollettino di guerra, più che una cronaca estiva. L’isola di Ibiza, da sempre sinonimo di divertimento e trasgressione, sta vivendo un’estate tragica, segnata da una scia di morti che ha messo in allarme albergatori e autorità. Sono già cinque i turisti deceduti dopo essere precipitati dai balconi o dai piani alti degli hotel, un fenomeno tristemente noto come “balconing“, che quest’anno sembra essere tornato con una violenza inedita. Ma dietro queste tragedie, secondo la Federazione degli albergatori di Ibiza e Formentera (Fehif), potrebbe nascondersi un nemico nuovo e insidioso.
“Il risultato è fatale e tristissimo. Non so a cosa si possa attribuire, ma credo sia una questione legata alle varietà di droghe che assumono”, ha dichiarato al Diario de Ibiza Manuel Sendino, direttore della Fehif. La sua preoccupazione è palpabile: “Sta succedendo qualcosa di anomalo. Non sappiamo più cosa fare, all’improvviso succedono cose che non avvenivano da almeno tre anni”. L’associazione degli hotel punta il dito contro “un aumento dell’uso di droghe di nuova generazione che potrebbero causare allucinazioni e stati di incoscienza”. Per questo, chiedono con forza che vengano eseguite analisi tossicologiche approfondite sulle vittime. “Le cinque morti potrebbero essere una coincidenza, ma se non si fanno le analisi non si può avere una risposta”, insiste Sendino.
A dare drammatico peso a questa ipotesi è il caso di Michele “Godzi” Noschese, il dj napoletano di 35 anni, ibizenco d’adozione, morto lo scorso 21 luglio. Il decesso è avvenuto dopo un intervento della Guardia Civil che lo ha immobilizzato, ma è l’esito della prima autopsia a fornire un quadro allarmante: nel suo corpo sono state trovate tracce di cocaina, ketamina e di una potente droga sintetica nota come 2C-B o “tusi” (chiamata anche cocaina rosa). “Pensiamo anche al caso del dj italiano morto. Il livello di sballo che aveva è impressionante“, commenta Sendino. Il fatto che anche un conoscitore esperto delle dinamiche dell’isola come Noschese fosse in un tale stato di alterazione, rafforza il timore che stiano circolando sostanze nuove e dagli effetti imprevedibili.
La scia di morte è iniziata il 7 luglio, con un turista scozzese di 26 anni precipitato dal sesto piano di un hotel a San Antonio. Poi, il 21 luglio, la morte di Noschese. Il 3 agosto, un 26enne brasiliano è caduto dal primo piano dell’hotel Florencio. Nella notte tra il 9 e il 10 agosto, è deceduto un turista belga. A questi si aggiunge un altro uomo, morto dopo una caduta nei pressi di un supermercato. L’Ibiza Rocks Hotel è anche stato chiuso temporaneamente dopo le due morti di turisti britannici avvenute al suo interno.
Secondo lo scrittore ibizenco Joan Lluis Ferrer, autore del libro “Ibiza masificada“, queste tragedie sono anche il sintomo di un modello turistico malato. “C’è stato un cambiamento del modello, si è puntato sul lusso”, spiega, “ma a San Antonio resiste il West End, una zona dove si mantiene quello che qui chiamiamo il turismo da borrachera [turismo dell’ubriacatura, ndr], che punta sugli eccessi e sui tour organizzati per giovani turisti in cerca di alcol a basso costo”. Questo, unito all’overtourism, crea conseguenze devastanti anche per i residenti, con prezzi degli affitti alle stelle. Ferrer denuncia un fenomeno inedito e allarmante: “Qui sta avvenendo ciò che non era mai successo in passato: sono sorte baraccopoli per ospitare i lavoratori stagionali che non si possono permettere un alloggio”.
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