Morte di Vincenzo Spera, c’è l’accordo sul risarcimento: un milione e mezzo alla vedova e ai figli del promoter investito

  • Postato il 1 luglio 2025
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investimento vincenzo spera

Genova. L’udienza è stata rinviata al 23 settembre per alcune questioni burocratiche, ma l’accordo per il risarcimento della famiglia di Vincenzo Spera, il promoter genovese investito e ucciso da un 18enne in scooter nel marzo di due anni fa a Castelletto, è stato trovato. Alla moglie, ai due figli piccoli, ai due fratelli e ai tre nipoti di Spera andranno complessivamente un milione e cinquecentomila euro. L’accordo era stato a lungo bloccato dalla Consap (che gestisce il Fondo per le vittime della strada) che oggi ha dato invece il via libera all’assicurazione per il pagamento.

Una parte di questa cifra sarà versata direttamente dalla famiglia del giovane investitore (assistito dagli avvocati Nicola Scodnik e Carlo Contu), per il resto il fondo si rivarrà nel tempo. Il risarcimento del danno e la contestuale revoca di costituzione di parte civile da parte dei famigliari di Spera consentiranno al ragazzo di chiedere il patteggiamento alla giudice Carla Pastorini per chiudere una vicenda che ha segnato la vita di due famiglie, quella del promoter in primis che ha lasciato una moglie e due bambini (assistiti dagli avvocati Cesare e Francesca Manzitti) ma anche quella del giovane investitore che oltre allo choc per quanto accaduto ha dovuto e dovrà far fronte a conseguenze economiche molto consistenti.

L’incidente era avvenuto in una sera di pioggia in corso Magenta. Il ragazzo, che all’epoca aveva 18 anni e quella sera andava a un allenamento di calcio, aveva investito Spera perché non lo aveva visto attraversare la strada sulle strisce. Era finito in ospedale dopo l’impatto e ha sempre dichiarato di aver appreso del fatto quando si era risvegliato in ospedale. Non era ubriaco né drogato ma forse a causa della pioggia sul parabrezza del motociclo non lo ha visto. Non andava neppure troppo veloce e avrebbe avuto il tempo di frenare aveva stabilito la consulenza tecnica disposta dalla procura all’ingegner Marco Sartini.

La vespa andava a 43 Km/h, velocità sotto i limiti consentiti.  Certo, avrebbe dovuto andare probabilmente più piano vista la scarsa visibilità dovuta al parabrezza e alla pioggia, e avrebbe dovuto precauzionalmente rallentare in vista di un attraversamento pedonale. Ma sul luogo dell’incidente non era stata trovata la minima traccia di frenata, a ulteriore dimostrazione che il 18enne non aveva proprio visto Spera che attraversava la strada e lo aveva preso in pieno. Il promoter era morto qualche ora dopo in ospedale.

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Genova24

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