Morte del 14enne Andrea Demattei: la giudice chiede chiarimenti su mezzi e manovre dei vigili del fuoco

  • Postato il 16 gennaio 2025
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nonna andrea demattei

Genova. Ancora nessuna decisione nell’udienza preliminare per la morte del 14enne Andrea Demattei, il giovane canoista morto per ipotermia esattamente due anni fa, il 16 gennaio 2023 a Chiavari alla Foce dell’Entella dopo che la sua canoa era rimasta incastrata in un tronco.

Oggi tutti attendevano di fatto la data del processo con il rinvio a giudizio degli 8 imputati (i due istruttori e sei vigili del fuoco)ma un po’ a sorpresa la giudice Carla Pastorini ha chiesto che nella prossima udienza venga sentito il consulente del pm Francesco Cardona Albini per chiarire alcuni aspetti relativi alla posizione dei pompieri.

In particolare la giudice ha chiesto chiarimenti sotto due profili: “Il primo – spiega al termine dell’udienza l’avvocata Roberta Barbanera, che difende i due sommozzatori – riguarda le effettive competenze rapportate alle mansioni delle squadra a terra, il secondo più in generale fa riferimento ai mezzi in dotazione, alla possibilità di utilizzarli e a come siano stati usati”.

Dubbi tecnici quindi rispetto a quali la gip vuole chiarimenti prima di arrivare alle decisione. Il consulente, che ha redatto la relazione tecnica alla base dell’atto d’accusa della procura, sarà sentito nella prossima udienza, il 25 febbraio.

Le accuse agli istruttori, il “ritardo nei soccorsi” e le “manovre errate”

La Procura ha chiesto di processare i due istruttori della Shock Waves Sport di Sestri levante perché quel giorno decisero di far risalire agli allievi la foce del fiume Entella, nonostante la forte corrente e la presenza di un grosso tronco sotto una delle campate. Uno degli istruttori aveva anche mostrato al 14enne come manovrare in sicurezza per evitare il tronco, ma il giovanissimo canoista aveva probabilmente compiuto un errore ed era rimasto incastrato. Uno di loro era rimasto oltre mezz’ora accanto al ragazzo per evitare che finisse sott’acqua. 

Ma a essere sotto accusa sono soprattutto i soccorsi che, secondo la Procura, come avevano denunciato fin dall’inizio i famigliari del ragazzo (assistiti dall’avvocata Rachele Destefanis), non hanno funzionato. “Intervento in ritardo” e “manovre di salvataggio scorrette” ha scritto nero su bianco il pm Cardona. nella richiesta di rinvio a giudizio Per la Procura nessuna fase di quell’intervento era stata gestita correttamente. A rischiare il processo per omicidio colposo sono sei vigili del fuoco: i quattro della squadra di Chiavari a cominciare dal caposquadra e i due sommozzatori arrivati da Genova.

Tra gli errori imputati a questi ultimi quello di non aver adeguatamente considerato le indicazioni dell’istruttore che era rimasto a lungo in acqua a cercare di tenere sollevata la testa del 14enne, “circa la posizione di incastro della canoa e l’opportunità di tentare una trazione con funi della stessa”.  

Avrebbero potuto utilizzare l’autoscala, scrive il pm “che sarebbe potuta servire per facilitare grazie alle funi l’estrazione del ragazzo dalla canoa”, azione “che sarebbe risultata poi risolutiva” ma che fu messa in atto troppo tardi quando il 14enne era già in un grave stato di ipotermia che ne causerà la morte.

La nonna: “Troppi errori, mio nipote poteva essere salvato”

Nelle scorse udienze erano stati ammessi come parte civile i parenti del ragazzo, la mamma Monica Stagnaro e la sorellina di Andrea, Libera Demattei, assistite dall’avvocata Rachele De Stefanis, della nonna assistita da Giuseppe Pugliese e dello zio, assistito da Fabio Sommovigo. La parti civili hanno inoltre chiesto e ottenuto di chiamare il causa il ministero dell’Interno, dipartimento dei vigili del fuoco, come responsabile civile.

La nonna del ragazzo, Bianca Taddei, questa mattina era entrata in aula con una foto del nipote: “Noi non ci spieghiamo come sia stato possibile tutto questo – ha detto la donna – mio nipote avrebbe potuto essere salvato, ma sono stati fatti troppi errori”.

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Genova24

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