“Michael Jackson mi ha abusato sessualmente a 7 anni. Voglio portare il suo team in tribunale perché hanno insabbiato tutto”: nuova accusa da Wade Robson
- Postato il 11 marzo 2025
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- Di Il Fatto Quotidiano
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“Leaving Neverland 2: Surviving Michael Jackson”, il sequel del documentario choc “Leaving Neverland” del 2019, sarà disponibile dal 18 marzo su YouTube negli Stati Uniti e in Canada. Al centro delle immagini e dei racconti, Wade Robson e James Safechuck, testimoni chiave del primo documentario firmato da Dan Reed. Il documentario ha esaminato la loro battaglia legale e le ripercussioni personali delle loro testimonianze con le “minacce ricevute dai fan del cantante”. Ma c’è un ulteriore elemento di novità.
Robson e Wade vogliono tornare in tribunale perché “sono determinati a chiamare a rispondere le organizzazioni che, secondo Wade, hanno permesso a Jackson di nascondere le sue inclinazioni deviate“, riporta il Daily Mail . “Michael è morto – ha detto Robson – Non c’è niente che si possa fare per lui o per le sue azioni ora. Ma aveva una grande corporazione attorno a sé che gli ha permesso di abusare dei bambini. Non avrebbe potuto farlo da solo.’
Il nuovo docu-film riprende dalla lotta giudiziaria di Robson e Safechuck. Quando è stato girato “Leaving Neverland”, il caso delle due presunte vittime era stato respinto dal tribunale perché “caduto in prescrizione”. Ma dopo alcune modifiche della legge sembra che si possa aprire uno spiraglio per finire in tribunale. “È stato un bel viaggio”, ha detto Wade di questa battaglia legale, intervistato su Zoom da casa sua alle Hawaii, dove vive con la moglie Amanda e il loro figlio di 14 anni.
Jackson aveva invitato la famiglia Robson al suo Neverland Ranch in California. Il bimbo di 7 anni e la sorella hanno dormito con l’artista nella sua camera da letto, mentre i genitori sono stati fatti accomodare nella camera per gli ospiti, bel lontana. Jackson, stando ai racconti della presunta vittima, aveva convinto i genitori di Robson a lasciargli il figlio. Gli abusi su Wade, che allora aveva sette anni, si consumarono praticamente appena dopo la partenza del padre e della madre.
Safechuck invece ha incontrato Jackson quando aveva dieci anni ed era stato scelto per apparire con il cantante in una pubblicità della Pepsi. Fu invitato a uno dei tour di Jackson e ha condiviso una stanza d’albergo con lui, mentre i suoi genitori dormivano in fondo al corridoio.
“È difficile esprimere l’immenso amore che provavo per Michael – ha detto Robson. – Ma l’immenso amore che provavo per Michael era pari solo all’immensa manipolazione da parte sua. Non avevo altra scelta che raccontare la storia che mi aveva detto di raccontare”. L’uomo ha confessato di aver avuto due crolli nervosi dopo la morte dell’artista nel 2009 e alla nascita di suo figlio l’anno successivo. “Tutti quei sintomi (depressione estrema, ansia estrema, insonnia) che si erano accumulati per anni hanno appena raggiunto il punto di ebollizione”, ha detto Robson. Poi la terapia, incoraggiato dalla moglie, ed oggi un equilibrio almeno apparente.
Anche dopo l’uscita del nuovo documentario si accumuleranno problemi per i due querelanti. “Ci sono state molte minacce di morte nel corso degli anni, e continuano ad arrivare. Ne ho ricevute un paio proprio stamattina. Fortunatamente sono leoni della tastiera, ma quello che hanno da dire dietro quelle tastiere è cattivo e disgustoso”, ha detto Robson.
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