Micerino, nuove cavità scoperte nella piramide più misteriosa di Giza

  • Postato il 23 novembre 2025
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  • Di SiViaggia.it
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Visitare Giza è una di quelle esperienze che restano cucite addosso, come il vento caldo del deserto che accarezza i capelli mentre ci si avvicina alle tre piramidi più celebri del pianeta. Ogni volta che ci si trova davanti è come sostare in un luogo sospeso nel tempo, dove ogni granello di sabbia racconta la storia di un popolo che ha costruito monumenti capaci di sfidare i millenni molto meglio di qualsiasi tecnologia moderna. 

Stavolta proprio qui, nella piramide “minore” del trio, quella di Micerino, arriva una scoperta che profuma di avventura da videogame, di porte nascoste e di misteri ancora vivi dopo oltre quattro millenni: due cavità nascoste sotto la sua facciata orientale, un indizio che suggerisce l’esistenza di un possibile ingresso segreto rimasto invisibile per millenni. Un colpo di scena che accende l’immaginazione di chi ama il viaggio come possibilità di entrare appieno dentro le storie, senza starsene a guardarle da lontano.

Le nuove cavità scoperte nella Piramide di Micerino

Le ultime scansioni condotte nell’ambito del progetto internazionale ScanPyramids hanno rivelato la presenza di due cavità interne sotto la facciata orientale della piramide di Micerino. È un dettaglio meno tecnico di quanto sembri, perché proprio su quel lato gli studiosi sospettano da tempo la presenza di un ingresso alternativo, quasi una porta dimenticata dal tempo. 

Le cavità scoperte, descritte come “anomalie strutturali” dai ricercatori dell’Università del Cairo, dell’Università Tecnica di Monaco e dell’Istituto per l’Innovazione e la Conservazione del Patrimonio in Francia, si trovano immediatamente dietro un gruppo di blocchi di granito insolitamente levigati ed è qui che la storia si fa interessante: quella particolare finitura è presente quasi esclusivamente nell’area dell’ingresso ufficiale sul lato nord.

Le tecniche utilizzate per la scoperta sembrano uscite da un romanzo di fantascienza: georadar, ultrasuoni e tomografia di resistività elettrica, tutte modalità di indagine non invasive che permettono di vedere oltre la superficie senza muovere nemmeno un granello di sabbia. Come se si potesse fare un’ecografia al cuore di un monumento. Le nuove scansioni hanno evidenziato la presenza di due cavità piene d’aria poste rispettivamente a circa 1,4 e 1,13 metri dietro la facciata. La loro configurazione è abbastanza piccola da non far pensare a camere interne, ma abbastanza regolare da suggerire una funzione precisa, magari proprio quella di schermare o proteggere un varco oggi coperto. 

L’ipotesi non è nuova: già nel 2019 il ricercatore Stijn van den Hoven aveva suggerito la possibilità di un secondo ingresso proprio su quel lato. Ora però c’è un indizio concreto che riporta Micerino sotto i riflettori.

Perché questa scoperta può cambiare il modo di visitare Giza

Per chi ama viaggiare, questa notizia non è solo un aggiornamento accademico. Immaginare un futuro in cui queste scoperte porteranno a nuovi percorsi di visita è inevitabile. Non succederà subito, ma ogni nuovo dettaglio rende l’idea più concreta. Per ora sappiamo solo che il lato orientale non è così “muto” come credevamo e questo, per chi sogna viaggi che non sono solo cartoline ma immersioni totali nel passato e nell’antico Egitto, è una promessa di quelle che fanno venire voglia di tornare nel Paese anche domani. Giza continua a cambiare forma dentro la nostra immaginazione, e proprio per questo resta una delle mete più magnetiche del pianeta: più la studi, più ti accorgi che non hai ancora visto abbastanza.

Autore
SiViaggia.it

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