“Mia mamma è andata fuori di testa. Una sera discutiamo, ha una crisi di nervi e tenta di accoltellarsi davanti a me”: lo rivela Cristina Fogazzi – VIDEO

  • Postato il 20 giugno 2025
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  • Di Il Fatto Quotidiano
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Cristina Fogazzi, nota come Estetista Cinica, è l’ospite della nuova puntata di One More Time (OnePodcast), il podcast di Luca Casadei. L’imprenditrice si racconta partendo dalla difficile infanzia segnata dal divorzio dei genitori, dai loro continui litigi e dal tentativo di suicidio della madre quando lei aveva solo 8 anni.

“I miei si separano nel ’75 e mia mamma prende malissimo questa cosa, era una sorta di stigma. – ha spiegato – Nel suo orizzonte degli eventi, l’idea di essere una donna separata non esisteva, per cui quando mio padre ha un’altra lei gli dice: ‘va beh ma tienila l’amante, ce l’hanno tutti’. Io cresco tra loro due che nonostante tutto si rimettono insieme, anche perché lei lo ricattava molto emotivamente. Mia mamma aveva queste continue depressioni in cui dimagriva. Insieme non duravano, hanno sempre litigato tanto, liti molto violente. Io avevo paura a uscire di casa e lasciarli soli”.

E ancora: “Ho 8 anni e mia mamma sta in una delle sue depressioni. Una sera discutiamo, ha una crisi di nervi e tenta di accoltellarsi davanti a me. Ho chiamato la mia maestra, perché sapeva che avevo una famiglia complicata. Mia mamma è proprio andata fuori di testa, sbatteva la testa per terra. In quella situazione lì tu dici: “bo chiamerà la nonna”. Io ho chiamato la maestra perché in realtà non sapevo chi chiamare. Stavo in mezzo a questa guerra, ho imparato. Sono molto brava a gestire le guerre”.

“Hanno diagnosticato il disturbo bipolare a mia mamma a 70 anni. – ha detto – Io pensavo fosse andata in demenza e l’ho portata dalla psichiatra che le ha fatto fare al centro Alzheimer i test cognitivi ma mi hanno detto: ‘sua mamma non ha un problema cognitivo, prende qualcosa. Vada a casa e trovi cosa prende’. Trovo nascosto Tavor ovunque. Vado in farmacia, lei mi diceva: ‘Ah vammi a prendere questa medicina’ e la farmacista mi dice: “signora io questa cosa a sua madre non la do più. Sta mandando chiunque con questa ricetta. Sua mamma abusa di questo farmaco’. Io cado dalle nuvole, me ne sono presa cura e ho scoperto lì che era il disturbo bipolare, abbiamo lottato dieci anni per stabilizzarle l’umore”.

“Io ho avuto gli attacchi di panico a 15 anni, prendevo farmaci e non uscivo di casa. – ha detto sugli attacchi di panico già da bambina e la terapia – Per un sacco di tempo mi sentii una canna nel vento, sentivo di non avere radici, di non avere un radicamento. Il concetto era: ‘io non ho le radici, se si alza il vento volo via’. Ho fatto tantissima terapia fino a quando ho capito che il radicamento mio dovevo essere io. Quello che mostro adesso, la solarità… Io sono la cosa stabile e ho una bambina dentro piccola alla quale dico: ‘ci sono io che ti proteggo’. Ho capito che le canne nel vento possono suonare. Io non ho mai voluto figli perché un po’ sono stati figli i miei genitori e un po’ è come se ci fosse una bambina dentro di me”.

E infine: “Perché non si chiama attacco di ansia, ma di panico? Perché tu pensi di morire. Mi sono curata con farmaci e psicoterapia. Se penso a quanto Xanax ho preso per fare la maturità. Le prime sedute che ho fatto erano una terapia di gruppo. C’ero io, una ragazza bulimica, una ragazza tossica. I miei genitori non ci sono mai andati a parlare, cioè non hanno mai voluto sapere neanche cosa avessi. Loro negavano questa cosa completamente”.

La decisione di andare via da casa: “Con mia madre a un certo punto, a 19 anni, litigo, le dico: ‘io me ne vado’. Prendo le mie cose e vado a casa di un mio amico e lei non mi viene più a cercare. La mia psicologa, che è quella che mi ha in cura già da anni, li convoca entrambi e dice: ‘io vi vorrei denunciare per abbandono di minore, ma vostra figlia è maggiorenne’. Dopo di che mio padre mi dice: ‘ok, vieni a vivere con me’ e io vado a vivere da lui che però in quel momento vive la sua crisi dei 50 anni e decide di fidanzarsi con una ragazza di 27 anni più giovane e di portarmela in casa. Io a quel punto vado a convivere con il fidanzato dell’epoca, poi lo lascio e vado a vivere da sola e per cinque, sei anni non parlo né con uno né con l’altro. Non hanno nemmeno il mio numero di cellullare. Quindi vivo in questo appartamento a Brescia, che mi pago con i soldi miei che guadagno facendo la receptionist in un negozio di parrucchieri e i miei genitori non sanno niente di me”.

(Video tratto da One More Time -OnePodcast di Luca Casadei)

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Il Fatto Quotidiano

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