“Mi serviva uno smoking per il Festival di Cannes ma non potevo permettermelo: Armani lo venne a sapere e me lo regalò”. La rivelazione di Özpetek

  • Postato il 5 settembre 2025
  • Moda E Stile
  • Di Il Fatto Quotidiano
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Un’amicizia nata da un gesto di generosità, quasi un colpo di scena da film, e proseguita per decenni nel segno di un rispetto e di un affetto profondi e silenziosi. All’indomani della scomparsa di Giorgio Armani, il regista Ferzan Özpetek affida al Corriere della Sera un ricordo personale e toccante, che svela un lato inedito del “Re della moda”.

Tutto iniziò nel 1997. Özpetek era un giovane regista esordiente e il suo primo film, “Il bagno turco“, dopo un anno di difficoltà in cui “sembrava che nessuno volesse dargli spazio”, era stato inaspettatamente selezionato per il Festival di Cannes. Una gioia immensa, accompagnata da un problema molto pratico. “A quel punto, non avevo uno smoking e non potevo permettermelo“, racconta il regista. La notizia arrivò, per vie traverse, alle orecchie di Giorgio Armani: “Una costumista glielo fece sapere e il giorno dopo ricevetti l’invito per andare nella sua boutique a misurarne uno“. Un gesto che colpì profondamente il giovane regista: “Quel gesto, inatteso, mi colpì profondamente e segnò l’inizio del nostro rapporto”, spiega Özpetek.

Da quel giorno, Armani non ha mai fatto mancare il suo sostegno. “Lui veniva sempre alle prime dei miei film e ogni volta mi faceva impressione”, ricorda. Un aneddoto su tutti testimonia l’attenzione che lo stilista gli riservava. Per la prima di “Saturno contro”, Özpetek gli inviò il consueto invito, sapendo però che quel giorno Armani doveva partire per gli Stati Uniti: “Alla fine, decise di spostare la partenza: ci sedemmo vicini. Mi ha sempre seguito con attenzione e affetto in questi anni”.

L’ammirazione era reciproca. Özpetek racconta di una serata dedicata ad Armani, gremita di star anche americane che cercavano di rendergli omaggio: “Lui venne da me e disse: ‘Ieri ho visto per la terza volta Mine vaganti, è un capolavoro’. Ecco, che nella sua serata lui dedicasse a me dei complimenti mi è sembrato incredibile. E l’ho baciato con affetto”.

L’influenza di Armani sul regista non è stata solo umana, ma anche artistica. La sua “maniacale ricerca” del dettaglio è diventata una fonte di ispirazione. Nel suo ultimo film, “Diamanti”, il personaggio interpretato da Luisa Ranieri è una sarta “attentissima al dettaglio, al colore e alla luce, tutte cose che ho visto fare da lui”. C’è persino una scena che è un omaggio diretto: la sarta che controlla meticolosamente una tavolata prima dell’arrivo degli ospiti. “Anche questo lo vidi fare da lui, al termine di una sfilata. Anziché rilassarsi prima della cena, era andato a controllare i dettagli della tavola: ho voluto replicarlo”. Anni fa, i due parlarono di un documentario sulla vita dello stilista, un progetto che però non si concretizzò: “È difficilissimo toccare un gigante così”, riconosce il regista.

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Il Fatto Quotidiano

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