“Mi scrivono puttana come se fosse normale”, ecco perché per Silvia Salis l’educazione sessuale a scuola è necessaria

  • Postato il 4 novembre 2025
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Genova. “La violenza contro le donne non è solo fisica ma anche verbale, io sono la sindaca di una grande città, non certo una categoria da proteggere, ma ogni giorno sui miei social ho uomini che mi insultano, da profili con nomi, cognomi e magari foto profilo con i bambini in braccio, e trovano normale scrivermi ‘sei una puttana’, perché a una donna si dice ‘sei una puttana’ non “sei un’incapace’, trovano normale invitare me, la sindaca di Genova, ‘a prendere del belino’ o trovano normale commentare ‘si vede che suona il flauto’ sotto una notizia legata al teatro Carlo Felice, così come è stato normale durante la campagna elettorale usare le mie foto in bikini, bene se pensate che in questa società non serva un’educazione sessuale e affettiva siete molto lontani dalla realtà”.

Lo ha detto oggi in consiglio comunale la sindaca Silvia Salis, intervenendo al termine della discussione su un documento presentato da Avs a difesa dell’educazione sessuale nelle scuole e contro l’emendamento della Lega al disegno di legge in materia di consenso informato in ambito scolastico che di fatto vieterebbe di trattare questi argomenti alle scuole elementari e alle medie.

Salis ha ricordato che un anno fa, quando al governo comunale c’era il centrodestra, era stata approvata all’unanimità una mozione a sostegno dell’educazione sessuo-affettiva nelle scuole e che, in “un mondo ipersessualizzato e dove i femminicidi aumentano, un dato di fatto”, l’educazione sessuale e affettiva “con personale formato nei centri antiviolenza, è necessaria”.

Durante la discussione dell’articolo 55 in aula, prima della sindaca, è intervenuto anche il centrodestra. “Questo tema non può essere oggetto di strumentalizzazione politica o di propaganda contro il governo – ha detto il capogruppo di Vince Genova Pietro Piciocchi – dire che la mancanza di educazione sessuale nelle scuole è la causa principale dei femminicidi è riduttiva e non trova conforto nella letteratura scientifica”.

Ancora Piciocchi ha affermato: “Il ruolo della scuola è importante ma serve responsabilizzare le famiglie nell’accompagnamento dei giovani nella crescita affettiva, se si parla di educazione sessuo-affettiva nelle scuole bisogna chiedersi, con quali contenuti? Con quali formatori? Al centro deve esserci innanzitutto la centralità della figura umana”.

Autore
Genova24

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