Meloni indagata per il caso Almasri, l’avvocato Li Gotti: “Il mio esposto? Nessun complotto, mai parlato con Prodi. E il governo mente”
- Postato il 29 gennaio 2025
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- Di Il Fatto Quotidiano
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L’avvocato Luigi Ligotti resplinge le accuse di complotto piovute al suo indirizzo. Dopo l’avviso di garanzia recapitato alla premier Giorgia Meloni, al sottosegretario con delega ai servizi Alfredo Mantovano, ai ministri Matteo Piantedosi, Carlo Nordio, il governo aveva subito puntato il dito sul legale. L’avvocato, infatti, è autore dell’esposto che ha spinto la procura di Roma a iscrivere i vertici dell’esecutivo nel registro degli indagati per il caso del rimpatrio in Libia del torturatore libico Almasri a bordo di un volo di stato.
“Nessun complotto, scelta giudiziaria” – Meloni lo aveva definito “ex politico di sinistra molto vicino a Romano Prodi, conosciuto per avere difeso pentiti del calibro di Buscetta, Brusca e altri mafiosi”. Una definizione che evocava quindi un complotto della sinistra. In realtà Li Gotti ha militato per oltre trent’anni prima nel Movimento sociale e poi in An. Quindi è stato eletto con Italia dei Valori di Antonio Di Pietro, che lo indicato come sottosegretario alla Giustizia nel secondo governo guidato da Romano Prodi. Ma con l’ex premier l’avvocato non ha rapporto. “Non ci ho mai parlato in vita mia con Prodi. Io rispondo alla mia coscienza”, dice intervistato da vari giornali ed emittenti tv. E a proposito del suo passato politico, ricorda di essere cresciuto nel Movimento sociale: “Noi eravamo della corrente di sinistra, ci rifacevamo a un parlamentare dell’Msi che era Luigi Filosa”. A proposti dell’esposto, spiega: “Io mi sono limitato a raccontare cosa è accaduto in quei giorni, allegando anche articoli di stampa Credo che ci siano gli estremi per valutare possibili condotte sia di favoreggiamento sia di peculato“. Li Gotti sottolinea di aver “fatto una scelta giudiziaria. Da comune cittadino, non posso chiedere dimissioni. Ho visto aspetti di possibile reità e ho fatto una denuncia, doverosa” .
Il caso Almasri e l’accusa a Nordio – “Liberare il generale Almasri è una scelta peggiore di quella di Trump. Il presidente americano ha incatenato i migranti, noi abbiamo scarcerato un boia”, ha ribadito Li Gotti. “Come cittadino mi sono sentito ingannato – prosegue – L’Italia ha liberato un boia. E sono state dette innumerevoli bugie”. Ad esempio, “che non eravamo stati informati”. Secondo la premier, la decisione di scarcerare il generale libico sarebbe dovuta a una decisione dei giudici. “Sa benissimo che non è così. Perché prima che la magistratura intervenisse, avevano già preparato un aereo?”, replica Li Gotti. “Dicono che Almasri è stato espulso per motivi di sicurezza perché scarcerato dalla Corte d’appello – prosegue – Ma la Corte ha sollecitato il ministro Nordio. Ha cercato l’interlocuzione. Lui non ha risposto. È stato inerte. Ma era già tutto organizzato. E la prova è che nel frattempo un Falcon è stato mandato a Torino. Allora perché il ministro dice che stava consultando il fascicolo?”.
L’avvocato dei pentiti mafiosi – Meloni, nel suo messaggio, lo ha anche definito avvocato di “pentiti del calibro di Buscetta, Brusca e altri mafiosi”. Il legale rivendica: “Ho difeso tanti collaboratori di giustizia. Ma anche la famiglia Calabresi, la scorta di Moro e sono stato parte civile al processo di piazza Fontana“. E a proposti della difesa dei pentiti, aggiunge: “Fu Falcone a chiedermi se ero disposto a assumere la difesa di Francesco Marino Mannoia perché era rimasto senza difesa e io per dovere deontologico ho accettato”.
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