Maxirisarcimento per i centri di accoglienza convertiti per il Covid: condannate le prefetture di Trapani e Agrigento

  • Postato il 30 ottobre 2025
  • Giustizia
  • Di Il Fatto Quotidiano
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Erano diventati centri per la quarantena ma per le prefetture di Trapani e Agrigento non avevano svolto un servizio straordinario. Dopo 5 anni si conclude la vicenda di Badia Grande, una delle cooperative siciliane che durante la pandemia si era tramutata da centro di accoglienza per migranti a luogo di contrasto all’emergenza sanitaria del Covid. E che ora verrà risarcita con 4,4 milioni di euro.

Badia Grande nel bel mezzo della pandemia trasforma le sue strutture senza una convenzione formale da parte delle prefetture di Agrigento e Trapani, le città in cui opera. Nel caos dei primi giorni di pandemia, infatti, la cooperativa aveva risposto a un’esplicita richiesta delle prefetture, avviando da subito la sua attività straordinaria, nei centri di Sant’Andrea di Valderice e nel CPR di Trapani-Milo.

La mancanza di una convenzione aveva reso vana ogni richiesta economica della cooperativa, che doveva affrontare costi extra rispetto ai normali servizi dei Cpr. Ora il tribunale di Palermo ha condannato entrambe le prefetture di Trapani e Agrigento. Alla prima è stato imposto il pagamento 1 milione e 251 mila, come corrispettivo per i servizi del 2020 e il 2021, quando gli operatori hanno fatto i conti con il contrasto alla pandemia, prima di occuparsi dell’accoglienza dei migranti arrivati sulle coste siciliane. A questa somma si aggiungono anche 500mila euro di interessi e le spese di giudizio.

La sentenza di Trapani dell’11 ottobre segue quella di Agrigento: in entrambi i casi, così come spiegato dagli avvocati Massimo Petrucci, Alessandra Indovina e Girolamo Artale che hanno seguito la causa, “il Tribunale ha applicato il principio dell’arricchimento senza causa della Pubblica Amministrazione, che si è avvalsa dei servizi senza corrispondere il dovuto. Si tratta di un importante riconoscimento ad una Cooperativa che resasi disponibile con tutte le proprie risorse, nel legittimo affidamento riposto nella committente Prefettura, aveva eseguito il proprio servizio alla collettività”.

Il copione non cambia per la prefettura di Agrigento. In questo caso al centro della controversia c’è la gestione dell’hotspot di Lampedusa, gestito anch’esso come centro quarantena durante la pandemia. Il Tribunale di Palermo ha emesso un decreto ingiuntivo provvisoriamente esecutivo nei confronti della Prefettura di Agrigento per l’attività resa dalla cooperativa Badia Grande nella gestione emergenziale per 1 milione di euro e circa 293mila euro di interessi, oltre alle spese legali. La Prefettura di Agrigento si è costituita in giudizio per contestare il solo calcolo degli interessi.

“Le sentenze hanno accertato, finalmente, che Badia Grande ha svolto regolarmente i servizi di accoglienza richiesti dalle Prefetture – dicono gli avvocati – rispetto ai quali tuttavia non aveva ricevuto i regolari pagamenti, malgrado gli stessi fossero stati richiesti e documentati. Dopo anni di battaglie legali e le sofferenze di tutto il personale sono state finalmente riconosciute le attività svolte e il diritto al loro regolare compenso che ha visto condannate entrambe le Prefetture”.

Già in passato Badia Grande aveva dovuto ricorrere alle vie legali per veder riconosciuto i propri diritti per lo svolgimento di servizi, in quel caso ordinari, di accoglienza: nel 2023 il tribunale di Palermo aveva condannato la prefettura di Trapani, riconoscendo un credito che con gli interessi superava i due milioni di euro.

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