Maxi allevamenti: l’Italia al quinto posto in Ue per stabilimenti industriali

  • Postato il 18 giugno 2025
  • Ambiente
  • Di Il Fatto Quotidiano
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di Chiara Caprio, responsabile relazioni istituzionali

Qualche giorno fa è stata pubblicata un’importante analisi a firma del collettivo internazionale di giornalisti AGtivist che ha mappato per la prima volta gli allevamenti intensivi di tutta l’Unione europea, concentrandosi soprattutto sulle mega farms, ovvero gli stabilimenti con una concentrazione particolarmente elevata di animali (qui la mappa). Quello che è emerso è che l’Italia è uno dei paesi europei con il numero più elevato sia di maxi allevamenti di suini e di polli combinati, oltre 2mila, che di stabilimenti che allevano queste specie singolarmente.

Le indagini di AGtivist in Italia sono state supportate da noi di Essere Animali e hanno messo in luce le terribili condizioni in cui sono costretti a vivere questi animali. In un allevamento in provincia di Bergamo i polli vivono nei loro stessi escrementi e non riescono a reggersi sulle zampe a causa della crescita innaturale dovuta alla selezione genetica. In una struttura in provincia di Brescia le galline sono stipate le une sulle altre in spazi ristretti, con carcasse abbandonate a decomporsi per settimane.

Nel resto d’Europa a fare peggio di noi ci sono solo Spagna, Francia, Germania e Paesi Bassi. In Ue complessivamente si contano oltre 10.800 allevamenti di avicoli (polli da carne e galline ovaiole) con almeno 40mila animali ciascuno e oltre 8.800 allevamenti di suini con almeno 2 mila capi ciascuno, di cui 2.550 circa destinati alla riproduzione con scrofe spesso confinate in gabbia.

E mentre questi maxi allevamenti dilagano in tutta l’Unione Europea — parliamo di oltre 2700 strutture in soli dieci anni — quelli di piccole e medie dimensioni stanno rapidamente scomparendo. Hanno chiuso le attività circa 5,3 milioni di strutture tra il 2005 e il 2020, il 44%, mentre il numero di grandi stabilimenti è cresciuto del 56%, con una forbice sempre più ampia tra i redditi dei piccoli allevatori e quelli delle strutture industriali.

Nel frattempo la Commissione europea, alcuni produttori e alcuni eurodeputati starebbero spingendo per aumentare il numero di animali allevati, una pericolosa tendenza che metterebbe a rischio animali, salute umana e ambiente. Questa analisi dovrebbe invece essere un campanello d’allarme per i decisori a Bruxelles, che devono impegnarsi a garantire finanziamenti a sistemi agricoli realmente sostenibili, competitivi e resilienti.

Noi di Essere Animali, insieme agli altri membri attivi di Eurogroup for Animals, chiediamo l’eliminazione graduale di tutte le gabbie per tutte le specie, l’introduzione di requisiti minimi di spazio, il divieto delle razze a rapido accrescimento, una drastica riduzione della densità di allevamento e l’obbligo legale di fornire arricchimenti ambientali e accesso alle aree esterne. Questi miglioramenti per gli animali dovrebbero essere introdotti nel contesto della revisione delle norme europee per il benessere degli animali negli allevamenti, una normativa risalente a 20 anni fa, inadeguata e non più in linea con le ultime evidenze scientifiche e la cui revisione era stata promessa dalla Commissione europea oltre 600 giorni fa.

Scopri di più e firma la petizione per chiedere nuove leggi per la protezione degli animali.

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Il Fatto Quotidiano

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