Mattarella: salari bassi e troppi morti sul lavoro

  • Postato il 30 aprile 2025
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Mattarella: salari bassi e troppi morti sul lavoro

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Il presidente Mattarella in vista del primo maggio interviene su diversi temi dai dazi al monito sui salari


L’allarme sulle ricadute negative dei dazi sul sistema economico mondiale e che “possono interpellare anche l’Italia”, e sul rischio che “questa antica forma di prova di forza” possa ostacolare “il diritto all’accesso alle cure, alla salute” soprattutto per “i più poveri e i più fragili”. Il monito sui salari “insufficienti”, una “questione italiana”: «tante famiglie non reggono l’aumento del costo della vita»: le parole del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, mettono a fuoco i fattori di debolezza del sistema economico e sociale del Paese che l’Istat misura in termini di impatto sulle imprese e sulle famiglie.

LE PAROLE DI MATTARELLA


Il capo dello Stato parla di fronte ai dipendenti della BSP Pharmaceuticals di Latina che, accompagnato dalla ministra Elvira Calderone, che ha scelto di visitare per il tradizionale appuntamento con le imprese in vista della celebrazione del Primo Maggio. «In questo periodo – afferma – ci sono segnali incoraggianti sui livelli di occupazione». Ma permangono gli «aspetti di preoccupazione sui livelli salariali», come segnalano i dati statistici e anche l’ultimo Rapporto mondiale 2024-2025 dell’Organizzazione internazionale del lavoro.

LA QUESTIONE SALARIALE

E proprio l’Italia, prosegue il presidente, «si distingue per una dinamica salariale negativa nel lungo periodo, con salari reali inferiori a quelli del 2008, nonostante l’avvenuta ripresa a partire dal 2024”. Il tutto, a fronte di una «produttività che dal 2022 è cresciuta». Una questione quella salariale che ha un effetto domino su tante altre, dal calo demografico, «perché i giovani incontrano difficoltà a progettare con solidità il proprio futuro», alla fuga dei cervelli e al conseguente impoverimento del nostro capitale umano, fino all’aumento delle diseguaglianze. C’è poi il tema della sicurezza sul lavoro che Cgil, Cil e Uil hanno messo al centro del Primo Maggio unitario. «Quella delle morti del lavoro – dice il presidente – è una piaga che non accenna ad arrestarsi e che nel nostro Paese ha già mietuto, in questi primi mesi, centinaia di vite, con altrettante famiglie consegnate alla disperazione. Non sono tollerabili né indifferenza né rassegnazione».

ISTAT E RETRIBUZIONI


Intanto sul fronte delle retribuzioni l’Istat rileva un aumento dello 0,4% a marzo rispetto al mese precedente e del 4,0% su base annuale. “In termini reali” si tratta di un “ulteriore recupero rispetto alla perdita di potere d’acquisto che si è verificata nel biennio 2022-2023”, che tuttavia – avverte l’Istat – «rimane ancora ampia”: per il totale economia, infatti, le retribuzioni contrattuali reali di marzo 2025 “sono ancora inferiori di circa l’8% rispetto a quelle di gennaio 2021».

LE TENSIONI COMMERCIALI


L’incertezza determinata dalle tensioni commerciali e geopolitiche si ripercuotono sull’economia reale. Ad aprile è nuovamente calata la fiducia dei consumatori e delle imprese, rispettivamente da 95,0 a 92,7 e da 93,2 a 91,5. Per le aziende si tratta della terza diminuzione consecutiva, con l’indice che si attesta “al livello più basso da marzo 2021”: un calo, spiega l’Istituto di statistica, dovuto ad un “peggioramento diffuso a tutti i settori” – con Conesercenti a evidenziare “il forte calo di fiducia delle imprese del turismo” -; gli unici segnali “debolmente positivi” vengono dai giudizi sugli ordini nella manifattura e dalle attese sulle vendite nel commercio al dettaglio. Per quanto riguarda i consumatori, si tratta del secondo calo consecutivo, che esprime “un generalizzato peggioramento delle opinioni”, in particolare delle attese sulla situazione economica dell’Italia e delle valutazioni sull’opportunità di risparmiare in questa fase. Una fotografia che preoccupa le associazioni di categoria e i consumatori.

IL CENTRO STUDI CONFINDUSTRIA

In particolare, il Centro studi di Confindustria, nella rilevazione di aprile dell’indagine rapida sulla produzione industriale, rileva “aspettative in peggioramento rispetto al mese precedente”. Mentre il “quadro negativo” del fatturato a febbraio è certificato dall’Istat: -0,4% in valore e dell’1,3% in volume su base mensile e -1,5% in valore e -2,1% in volume su base annua. Giù a febbraio anche il fatturato dei servizi.

LE IMPRESE ITALIANE


Le imprese italiane, che hanno dato prova di resilienza di fronte alla prova del Covid, si preparano a fronteggiare la sfida tariffaria di Trump: la capacità di diversificazione dei mercati (11 quelli mediamente raggiunti dalle nostre aziende) potrebbe contenere almeno in parte il peso delle nuove barriere economiche. Intanto, secondo un sondaggio di Unioncamere e Centro studi Tagliacarne, sette su dieci si stanno “attrezzando” per parare e rispondere ai colpi che arrivano dagli Usa – un mercato che per le nostre imprese vale circa 65 miliardi (dati 2024), il 10,8% dell’export italiano -. Come? Aumentando i prezzi di vendita (ipotesi dichiarata dal 33% delle aziende), ricercando nuovi mercati nella Ue (25%) o extra-UE (18%), aumentando/spostando la produzione negli Usa (il 3%).

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