Matera, il caso dell’Arco del Sole murato
- Postato il 15 settembre 2025
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Il Quotidiano del Sud
Matera, il caso dell’Arco del Sole murato
Il caso dell’Arco di via del Sole. Nel cuore della Civita un’area pubblica dei Sassi “chiusa” per motivi sconosciuti. Ed un altro muro eretto in via Riscatto. Due vaste zone sono inaccessibili
Ma poi, è davvero così sicuro che quando si chiude una porta se ne apra un’altra? No, non sempre.
Almeno a giudicare dal muro che sbarra la porta di via San Nicola del Sole, segnalato in questi giorni dai residenti.
UN MURO SBARRA LA PORTA IN VIA SAN NICOLA DEL SOLE
Di più, bisogna aggiungerne un altro eretto in via Riscatto.
Così un’ampia zona ai piedi della parte alta della città antica, la Civita, rimane inaccessibile, pur essendo area pubblica.
Non mancheranno delle precise ragioni, immaginiamo plausibili.
Ma un minimo di spiegazione non avrebbe guastato, soprattutto a chi sceglie l’itinerario che, partendo dai gradoni sotto la piazza della Cattedrale, torna sul sagrato dopo aver seguito un percorso nella storia scritta in una teoria di secolari pietre parlanti. Non costa nulla scoprire che esiste un’altra città, vera e quieta, è la città dei cortocircuiti e dei passi perduti.
ARCO IN VIA DEL SOLE, UNA PORTE APERTA SUL TEMPO
Eccola, basta immergersi in via San Nicola del Sole, fino ad attraversare l’omonima porta aperta sul tempo.
Un attraversamento del senso profondo, ineffabile, mentre un silenzio amico accompagna ogni passo…
Lo sguardo allora si perde nell’intrico tra costruito e natura, quella aspra e selvaggia dell’altopiano murgico. Pietra e luce si fondono in un’emozione che scuote, commuove e mette in moto anche le gambe più pigre. Uno spettacolo degno delle grandi città antiche, che qui si snoda lentamente. Lungo la cinta muraria medievale, all’estremità nord della Civita, il paesaggio si propone con naturalezza come completamento dello strapiombo roccioso sottostante. Spettacolare, la forza della terra e dell’uomo fuse in un unico respiro.Qui sorgeva la prima dimora dei conti Gattini, tra le famiglie più potenti di Matera. E più avanti, lungo la cordonatura muraria, superata la torre Metellana e giunti in vista dell’arco di San Nicola, svetta una costruzione elegante, incorniciata da un sinuoso ballatoio in tufo, la Casa di Josè Ortega.
LA STORIA PASSEGGIA IN VIA SAN NICOLA DEL SOLE
L’artista spagnolo, esule dal franchismo, non a caso scelse questo lembo estremo della Civita, dove l’orizzonte dialoga con le nuvole.
Anche lui si accorse che oltre quell’arco comincia la fine del mondo costruito. La memoria dei documenti conduce ad un luogo di culto, a destra della torre Metellana, versione tarda di un’altra chiesa di origine medievale che spiega l’origine del toponimo.
Il posto richiama le proprietà di un’antica progenie, quella appartenente alla famiglia del Sole.
La chiesa più antica era a un livello sottostante rispetto alla moderna, mentre sulle verdeggianti Matine materane, a ridosso del confine altamurano, esiste una struttura rurale nota col nome di Jazzo del Sole, proprio perché di proprietà della stessa famiglia.
MURI CHE NEGANO PASSAGGI
Qui “cultura e natura” non è uno facile slogan, ma vita. Vita semplice, accessibile a chiunque raggiunga quell’affaccio straordinario posizionato dopo la porta oggi murata, un affaccio che solletica il cielo e corona un racconto unico, sempre capace di nuove suggestioni.
Ora, però, quei muri negano il passaggio.
Non solo quello dei piedi, ma anche quello dello sguardo. La grande bellezza rimane imprigionata dietro muti blocchi di tufo, negando inaspettatamente la condivisione spirituale di uno dei luoghi più certi dell’anima della città.
Auspichiamo una sua opportuna e pronta liberazione.
Il Quotidiano del Sud.
Matera, il caso dell’Arco del Sole murato