Mare e laghi inquinati in Italia: un bagno su tre è in acque contaminate. Legambiente lancia l’allarme
- Postato il 12 agosto 2025
- Ambiente
- Di Il Fatto Quotidiano
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Quando i turisti fanno il bagno in Italia, sia in mare o in un lago, hanno una possibilità su tre di immergersi in acque inquinate. Oltre alla contaminazione e alla maladepurazione dell’acqua, all’origine di questo dato ci sono gli effetti della crisi climatica che minacciano sempre più le coste, e non solo, italiane. Ad evidenziarlo è il rapporto Goletta Verde di Legambiente, arrivato quest’anno alla 39esima edizione. Su 388 campionamenti effettuati nelle acque costiere e lacustri in 19 regioni dagli oltre 200 volontari e volontarie di regionali e circoli dell’associazione ambientalista, il 34% è risultato oltre i limiti di legge.
In particolare, il rapporto evidenzia che il 35% dei punti campionati è risultato inquinato o fortemente inquinato con una media di un punto ogni 80 chilometri, per i laghi il 30% è risultato oltre i limiti di legge. Migliore la situazione per i campioni prelevati direttamente in mare o nelle acque del lago, ossia in aree lontane da foci o scarichi, dove solo il 15% dei punti campionati è risultato oltre i limiti di legge (30 su 200). Il report sottolinea anche il record (negativo) per la temperatura media delle acque superficiali del Mediterraneo: 25,4 gradi a giugno e luglio, la più calda dal 2016 ad oggi. Il 54% (101 su 188) delle foci dei fiumi, canali e corsi d’acqua che sfociano a mare o nel lago è risultato inquinato o fortemente inquinato. Il 56%, non controllato dalle autorità competenti e quindi non balneabile, risulta avere in prossimità della foce una spiaggia libera.
Per Legambiente è “urgente approvare un piano nazionale per la tutela delle acque costiere e interne, prevedere più risorse per ammodernare gli impianti di depurazione, più controlli da parte di Regioni, Arpa e Comuni sui punti critici e una migliore gestione delle acque interne”. Legambiente esprime preoccupazione perché “oltre 220 chilometri di costa sabbiosa ad oggi non sono monitorati dalle autorità competenti (sui 3.346 km di costa bassa), ovvero il 6,6%, e ci sono poche spiagge libere nella Penisola, soprattutto in alcune regioni”. Quanto alla temperatura del mare, l’aumento “mette a repentaglio la biodiversità marina e amplifica gli eventi metereologici più estremi e persistenti per via di una sempre maggiore evaporazione delle acque marine e dell’energia termica accumulata” spiega la ong mettendo in rilievo anche il tema dei rifiuti in spiaggia e a mare.
“Per prevenire l’inquinamento occorre intervenire sulle cause all’origine, ossia sugli scarichi non depurati e sugli sversamenti illegali” rileva l’associazione ricordando che per la mala depurazione l’Italia “ha già pagato sanzioni pecuniarie per circa 210 milioni di euro, a cui vanno aggiunti i ritardi ormai cronici rispetto al trattamento delle acque reflue. Inoltre, con la recente approvazione della revisione normativa della Direttiva Acque Reflue, gli impianti del paese dovranno adattarsi ai nuovi requisiti, una spesa che è stata stimata tra i 645 milioni e 1,5 miliardi di euro solo per gli impianti di maggiori dimensioni”.
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