Mangiare tra le urne di un crematorio: a Berna apre il primo ristorante in un cimitero. La proposta choc: “Basta tabù sulla morte”
- Postato il 17 agosto 2025
- Viaggi
- Di Il Fatto Quotidiano
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Un luogo che invita gli ospiti a soffermarsi e a riflettere sulla vita e sulla morte, sorseggiando un caffè o gustando un pasto. Ma la location non è una biblioteca filosofica o un belvedere panoramico, bensì il crematorio del cimitero monumentale Bremgartenfriedhof di Berna. A partire dal prossimo gennaio, infatti, le storiche sale delle urne della struttura, oggi in fase di restauro, ospiteranno un ristorante. E il nome scelto per il locale è una dichiarazione d’intenti: “La Vie”, “La Vita”.
Quella che potrebbe sembrare una scelta macabra e provocatoria, nasce in realtà da motivazioni pratiche e da una profonda riflessione culturale: “Il lutto e il modo di ricordare i parenti e gli amici stanno cambiando”, spiega la Cooperativa bernese per la Cremazione in una nota. “Sempre meno persone vogliono essere sepolte in un cimitero convenzionale”.
Le famiglie scelgono sempre più spesso di portare a casa le ceneri dei propri cari o di disperderle in natura. Di conseguenza, le magnifiche sale delle urne del crematorio – una struttura storica costruita nel 1908 e sottoposta a vincolo di tutela – sono diventate spazi suggestivi ma in gran parte inutilizzati. Impossibile abbatterle, la direzione ha quindi optato per una riconversione audace.
“Vogliamo fare qualcosa di bello”, ha spiegato all’agenzia di stampa svizzera Ats la responsabile del crematorio, Mirjam Veglio, definendo l’idea “pionieristica“. Secondo Veglio, il progetto non ha incontrato opposizioni di natura morale o religiosa, ma solo domande di carattere burocratico e legale. Il ristorante, che sarà aperto sia al pubblico generico sia per ospitare rinfreschi dopo le cerimonie funebri, non avrà un’atmosfera lugubre. Al contrario, l’arredamento si ispirerà allo stile Belle Époque, lo stesso del periodo in cui fu costruito il crematorio, con colori dominanti come il bordeaux e il verde, per creare un ambiente elegante e accogliente.
Il nome “La Vie”, spiega la direttrice, è un “omaggio alla vita”, ma vuole anche costruire “un ponte verso un approccio attento alla finitezza”. L’obiettivo è quello di essere pionieri di un “approccio sociale più aperto ai temi della vita, del morire e della morte”, trasformando un luogo tradizionalmente associato al dolore in uno spazio di riflessione, memoria e, paradossalmente, di cultura e convivialità. Un progetto che si candida a diventare una “pietra miliare nella cultura cimiteriale svizzera, con un’attrattiva nazionale e internazionale”.
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