Louvre, tutti i furti che hanno fatto la storia: dalla Gioconda ai gioielli di Napoleone

  • Postato il 25 ottobre 2025
  • Di Panorama
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Proseguono le ricerche per individuare i colpevoli del furto al Louvre nella speranza di ritrovare i gioielli della collezione di Napoleone. E mentre la procura di Parigi si dice ottimista, alcuni oggetti preziosi del museo sono stati trasferiti nella Banca di Francia viste le falle nel sistema di sicurezza. Le misure di sorveglianza, d’altronde, sono state negli anni spesso sotto l’occhio del ciclone, incapaci di evitare diversi furti nella storia del Louvre. 

I prelievi

La procuratrice di Parigi, Laure Beccuau, ha reso noto che sono stati condotti più di «150 prelievi di tracce di Dna e simili» sul luogo del crimine. E sebbene «le analisi richiedono tempo», i primi risultati potrebbero arrivare già «nei prossimi giorni» vista la priorità del caso. Dicendosi ottimista sull’esito delle indagini, Beccuau ha specificato che gli esiti potrebbero «aprire delle piste, soprattutto se gli autori sono schedati». Peraltro «la risonanza mediatica del furto» porta a pensare che i ladri «non si muoveranno troppo con i gioielli».

Le misure preventive

Venerdì mattina intanto sono stati trasferiti alcuni dei gioielli più preziosi del museo nei caveau della Banca di Francia che dista meno di 600 metri dal Louvre. L’operazione è avvenuta con discrezione: l’obiettivo è garantire la massima sicurezza mentre si stanno valutando le lacune nei sistemi di sorveglianza.

I precedenti

Se il direttore del museo ha ammesso mercoledì le carenze nel sistema di sicurezza, è vero anche che non è la prima volta che il Louvre viene preso di mira dai ladri. Il caso più celebre riguarda il furto della Gioconda il 22 agosto del 1911: non esistevano ancora gli allarmi e l’italiano Vincenzo Peruggia l’aveva semplicemente nascosta sotto al cappotto. L’opera di Leonardo da Vinci era rimasta per mesi sotto il pavimento della camera da letto dell’uomo. Peruggia era stato poi scoperto due anni dopo, quando aveva tentato di vendere la Gioconda a un antiquario fiorentino. Nel 1913 era stato condannato a un breve periodo di carcere, sia per la riconosciuta infermità mentale sia perché nell’opinione pubblica italiana il gesto era stato letto sotto la lente del patriottismo. 

Stupisce però che a Parigi, all’inizio, avesse preso piede l’idea che il furto fosse avvenuto per mano di un giornalista. In un articolo del Guardian del 1911 si legge: «A Parigi si sta gradualmente affermando la convinzione che la scomparsa dal Louvre della Gioconda sia dovuta a un giornalista che voleva dimostrare l’inadeguatezza della protezione accordata ai tesori d’arte nazionali». Sia il Matin che l’Excelsior avevano definito la teoria come una bufala, così come il prefetto della polizia. All’epoca, sempre sul Guardian, veniva scritto: «Ciò che suscita universale stupore è la facilità con cui è stato sganciato dal suo posto e portato via senza alcun impedimento». Nel 1946 erano invece scomparsi i gioielli del Secondo impero: la collezione era composta da diademi, collane, anelli e pendenti. In questo caso i ladri si sarebbero nascosti nel museo dopo l’orario di chiusura e sarebbero scappati da una finestra grazie a una corda. Al 1983 risale il furto di alcuni pezzi di un’armatura rinascimentale che sono stati ritrovati a Bordeaux solo nel 2021. 

Trentacinque anni fa erano poi scomparsi due dipinti, incluso uno di Renoir. Erano stati staccati dalla cornice, ma il sistema di allarme non aveva funzionato. Otto anni più tardi, nel 1998, la stessa sorte è toccata a un quadro di Camille Corot: anche in questo caso il dipinto era stato semplicemente rimosso dal telaio. 

Autore
Panorama

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