L’oro alle Olimpiadi, il Mondiale, ma anche due Nations League: l’Italvolley femminile di Velasco è la nazionale più forte della storia azzurra?
- Postato il 8 settembre 2025
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- Di Il Fatto Quotidiano
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Talmente forti da vincere sia dominando sia soffrendo. L’Italvolley femminile ha battuto la Turchia ai Mondiali in Thailandia, è campione del mondo e dopo le due Nations League e l’oro olimpico, chiude un anno – da giugno 2024 a oggi – praticamente perfetto. Le espressioni sconsolate a fine partita di Gabi in semifinale e Vargas in finale – due degli opposti più forti al mondo – sono di chi pensa “abbiamo fatto tutto ciò che potevamo, ma non è bastato”. Perché l’Italia di Julio Velasco non è solo la potenza di Egonu e Antropova. È il carisma di Sylla, la tecnica di Orro, la resilienza di Di Gennaro e la personalità di capitan Anna Danesi. È un insieme di individualità rese gruppo da un lavoro straordinario di Julio Velasco, leggenda della pallavolo italiana.
Il CT argentino è diventato il terzo tecnico nella storia dello sport italiano a essere contemporaneamente campione del mondo e campione olimpico in carica. Prima di lui, ci erano riusciti soltanto Vittorio Pozzo con la nazionale di calcio e Ratko Rudic con il Settebello nella pallanuoto. Una statistica che di diritto porta Velasco nell’Olimpo dello sport in Italia e l’Italvolley di sicuro tra le nazionali più forti della storia sportiva azzurra.
Velasco campione olimpico e del mondo
Pozzo tra il 1934 e il 1936, Rudic tra il 1992 e il 1994, Velasco tra il 2024 e il 2025. Solo loro sono riusciti a essere contemporaneamente campioni del mondo e olimpici in carica. Pozzo vinse un Mondiale nel 1934, l’oro olimpico nel 1936 (primo e unico della storia del calcio italiano), poi ancora un Mondiale nel 1938 prima dello stop per la seconda guerra mondiale. Altre epoche.
Rudic è invece il miglior CT della storia della pallanuoto: sotto la sua guida, nei primi anni ’90, il Settebello ha raggiunto l’apice della sua storia. Oro alle Olimpiadi di Barcellona del 1992, oro ai Mondiali di Roma del 1994, vittoria agli Europei del 1993 e del 1995, vittoria nella Coppa del Mondo del 1993. La sua nazionale ha vinto tutto e ancora oggi è iconica in Italia.
L’attuale Italvolley ha vinto due Nations League, l’oro a Parigi e il Mondiale in Thailandia. Una statistica che assume ancora più valore se consideriamo che sono arrivate con una striscia ancora aperta di 36 vittorie consecutive in gare ufficiali.
Il paragone con la “generazione dei fenomeni”
Julio Velasco aveva già sfiorato un’impresa simile. Sempre nella pallavolo. Tra il 1989 e il 1996 ha allenato infatti la nazionale di volley maschile, cominciando con un trionfo agli Europei (poi rivinti anche nel 1993 e nel 1995) e proseguendo con 5 World League (1990, 1991, 1992, 1994, 1995) e due Mondiali (1990 e 1994). Tutto grazie alla cosiddetta generazione di fenomeni di pallavolisti italiani, che comprendeva atleti come Lorenzo Bernardi, Andrea Zorzi e Andrea Giani , per citarne tre. Un gruppo incredibile, che fu anche eletto dalla FIVB (la Federazione Internazionale di Volley) come la squadra del secolo.
Un percorso di per sé leggendario, dove però è mancato un tassello: l’oro olimpico, sfuggito in finale ad Atlanta 1994 contro l’Olanda. Impresa che invece è riuscita all’Italvolley femminile, che in 14 mesi ha vinto tutto ciò che poteva vincere e ha permesso a Velasco di diventare – questa volta definitivamente – leggenda della pallavolo italiana. Il già citato Settebello degli anni ’90 e la generazione di fenomeni di Velasco nello stesso periodo sono due nazionali iconiche per lo sport italiano e che verranno ricordate in eterno. Da domenica, però, in compagnia dell’attuale selezione femminile di pallavolo. Che merita a sua volta di essere ricordata per sempre.
La forza del gruppo
Gruppo. È tra le parole più utilizzate dalle giocatrici italiane nelle varie interviste e conferenze svolte durante il mondiale. Una forza del gruppo rimarcata a più riprese, grazie a un lavoro straordinario anche in questo caso di Julio Velasco. Perché la nazionale femminile di pallavolo era già forte prima del suo arrivo e aveva ottime individualità, tra le migliori al mondo. Velasco è arrivato, le ha assemblate e le ha rese invincibili. Emblematica la mossa di trasformare Antropova in “riserva di Egonu”, eliminando quel dualismo e quella rivalità di cui si è parlato tanto nell’ultimo anno e permettendosi anche il lusso di tenerne sempre una in panchina.
Un gruppo che dalle Olimpiadi al Mondiale ha cambiato pochissimo. Perché sia a Parigi 2024 che in Thailandia c’erano Egonu e Antropova, c’erano Cambi e Orro a palleggiare, c’erano le schiacciatrici Sylla, Giovannini e Omoryui, c’era la leggenda Di Gennaro come libero, c’erano anche le centrali Danesi e Fahr. Sempre le stesse a vincere l’oro olimpico, dominare due Nations League e adesso coronare un percorso straordinario con la vittoria del mondiale. Manca solo l’Europeo, che si svolgerà nel 2026. Che sia leggenda non ci sono ormai dubbi, ma questa Italvolley femminile è la nazionale più forte della storia dello sport italiano? Ognuno ha la sua risposta, ma la domanda è più che legittima.
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