L’olio evo alleato della salute, la conferma in una nuova ricerca

  • Postato il 3 ottobre 2025
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  • Di Il Fatto Quotidiano
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Olio Evo, un potente alleato per la salute. C’è un filo sottile, ma resistente, che unisce la tradizione agricola pontina alle più avanzate ricerche biomediche. Soprattutto nello studio dell’olio extravergine di oliva, un prodotto che, per i consumatori, è spesso sinonimo di gusto e qualità a tavola, ma che la scienza continua a ribadire come sia anche un prezioso alleato della salute.

E le ricerche specifiche condotte dal gruppo coordinato dal dr. Eugenio Lendaro, della facoltà di Medicina di Latina de La Sapienza, presentate in questi giorni, lo dimostrano.

Lo studio ha cercato di chiarire i meccanismi biologici che innescano la morte delle cellule tumorali. Spiega Lendaro: “Per fare questo abbiamo deciso di valutare la possibile interazione dei polifenoli con alcuni farmaci antineoplastici utilizzati nella gestione di diversi tipi di cancro, utilizzando basse dosi dell’estratto polifenolico, non tossico per la cellula, per verificare l’impatto sull’efficacia degli antitumorali. Questi esperimenti – continua – hanno dimostrato come l’assunzione quotidiana di un estratto polifenolico sia in grado di contrastare lo sviluppo di tumori del colon-retto indotti chimicamente negli animali e di attenuare la sindrome infiammatoria correlata”.

La ricerca comincia a muovere i primi passi anni fa. Era il 2006 e Sandro Rossi, medico e responsabile scientifico della Lilt di Latina, promosse nell’ambito della prevenzione una giornata di studio su Alimentazione e Tumori. Le relazioni furono tutte importanti, ma una dimostrò che il 30 per cento dei tumori scaturiva da una alimentazione disordinata e non sana. Rossi decise di continuare ad approfondire questa tematica insieme a Luigi Centauri, responsabile Capol (Centro Assaggiatori Produzioni Olivicole Latina) e l’Università pontina, avviarono una ricerca specifica sulle qualità dell’olio EVO.

I risultati di questo lavoro sono stati presentati nella sala delle Conferenze del Circolo Cittadino di Latina. I relatori hanno scelto questo luogo centrale della città e non aule universitarie o ordini dei medici per dare la possibilità a tutti di entrare in possesso di questi preziosi risultati.

Le caratteristiche di un buon olio

Intanto quando un olio si può definire extravergine? Definiamo extravergine un olio ottenuto solo con procedimenti meccanici e non con solventi chimici. Da un frantoio possono uscire 3 tipi di olio: un buon olio, un olio medio e un olio non utilizzabile in cucina e che per essere commestibile deve essere raffinato. Questo olio è detto lampante (buono appunto per illuminare e non alimentare).
L’olio medio può avere dei parametri chimici non eccellenti e lievi difetti organolettici. Questo è l’olio vergine.

L’olio migliore è quindi l’extra vergine che non presenta alcun difetto all’olfatto e al gusto. Purtroppo però le normative lasciano un ampio margine di manovra, per cui molti possono rientrare in questa categoria, pur essendo abbastanza scadenti.

Come si riconosce un buon olio extra quindi? Sicuramente non leggendo l’etichetta. Sono tutti uguali. Il colore non aiuta. Non dice nulla. Purtroppo ancora oggi molti produttori commettono errori durante la lavorazione: raccolta errata, scelta di impianti di trasformazioni obsoleti, etc…

Bisogna allora affidarsi al gusto e all’olfatto. Il metodo consigliato è assaggiare l’olio con un esperto del settore. Comunque provateci anche da soli: mettetene un po’ in bocca. Se l’olio è di qualità avvertirete un gusto amaro e un piccante nella gola. Questi non sono difetti, come molti pensano, ma indicano nell’olio la presenza di antiossidanti. Maggiori sono questi sentori, più forte è la probabilità che l’olio sia di alta qualità. Quindi se un olio è amaro e piccante, potete stare tranquilli.

In provincia di Latina è molto diffusa tra le coltivazioni l’oliva itrana. Appena franta si avverte in quel liquido denso e giallognolo un sentore di pomodoro verde. Quest’olio ormai giganteggia in tutti i concorsi e conquista quasi sempre i primi posti a livelli nazionali e internazionali.

Alta qualità e speranza, dunque. La speranza è che la ricerca vada avanti e non si fermi. La prossima tappa riguarderà l’Alzheimer. I ricercatori hanno già iniziato a utilizzare un olio ad elevatissimo tenore di polifenoli in una popolazione di pazienti Alzheimer. E stanno testando. Non ci rimane che attendere e sperare. Forse, entro fine anno avremo già i primi risultati.

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Il Fatto Quotidiano

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