L’Italia torna al nucleare

  • Postato il 1 marzo 2025
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L’Italia torna al nucleare

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Nucleare. Il governo: reattori di nuova generazione in 5 anni. L’incubo dazi deprime le Borse


L’Italia torna ufficialmente al nucleare e punta a mettere in campo i primi reattori di nuova generazione “verso il 2030”. Una svolta storica, dopo i due referendum (nel 1987 e nel 2011) con cui gli italiani avevano detto no al nucleare. Un percorso che riparte con l’ok ieri al disegno di legge delega sul nucleare del Consiglio dei ministri, che ha varato anche l’atteso decreto bollette per sostenere famiglie e le imprese di fronte al caro energia. Il governo ha stanziato 3 miliardi – 1,6 per le famiglie, 1,4 per le imprese -, “senza ricorrere a indebitamento”, sottolinea il titolare del Mef, Giorgetti, illustrando il provvedimento insieme al collega del Mase, Pichetto, alla stampa, mentre la premier preferiva raccontare le misure contro il caro energia un video diffuso sui social.

UFFICIALIZZATA L’APERTURA AL NUCLEARE


Il governo ufficializza quindi l’apertura al nucleare “sostenibile”, che potrà garantire al Paese, “energia sicura, pulita, a basso costo, capace di assicurare sicurezza energetica e indipendenza strategica all’Italia”, spiega la premier passando la palla al Parlamento”. “Così l’Italia è pronta ad affrontare le sfide del futuro”, dice Pichetto. Tra queste il raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione entro il 2050. La svolta, afferma, segna “una completa rottura rispetto alle esperienze precedenti: guardiamo a fusione e a fissione di nuova generazione con strumenti completamenti diversi rispetto alle grandi centrali”.


La delega prevede che entro 12 mesi il governo definisca la cornice normativa, con una serie di decreti legislativi, per disciplinare l’intero ciclo di vita della nuova energia sostenibile, attraverso la stesura di un Programma nazionale: dalla sperimentazione, localizzazione, costruzione ed esercizio dei nuovi moduli al tema della fabbricazione e riprocessamento del combustibile che sarà affrontato in una visione di economia circolare. Si provvederà anche allo smantellamento degli impianti esistenti di prima o seconda generazione, alla gestione dei rifiuti e del combustibile esaurito, alla ricerca, allo sviluppo e l’utilizzo dell’energia da fusione.

I REATTORI DI NUOVA GENERAZIONE

“Il Pniec ha previsto il prossimo decennio; gli analisti dicono il prodotto, i reattori di nuova generazione, verso il 2030”. Si tratta di “piccoli reattori”, spiega Pichetto, “che soppianteranno, secondo gli analisti, quello che è l’attuale nucleare”. Per il passaggio alla fusione, “si stima dai 20 ai 30 anni”: “chiaramente quella è l’Eldorado e sarà il passaggio successivo. Definitivo, perché sarà quello in assoluto migliore”. Nel prossimo decennio, è la prospettiva, “si riuscirà a pagare meno le bollette”: secondo le stime, gli sconti, sostiene il ministro, dovrebbero portare le nostre bollette al livello di quelle francesi o spagnole”, che è “circa la metà”.

IL DECRETO BOLLETTE


Intanto il decreto bollette investe 3 miliardi concentrati su tre mesi, anziché sei come inizialmente previsto, con l’obiettivo di costruire misure più solide e incisive rispetto a quelle inserite nella bozza rigettata dalla premier, suscitando l’irritazione del titolare del Mef (“mi arrabbio solo quando perde il Southampton”, minimizza lui con i giornalisti). E nella speranza che al mitigarsi delle temperature si accompagni il raffreddamento del prezzo del gas che sta infiammando l’inflazione che in Italia l’Istat vede a febbraio a +1,7% su base annua (+1,5% a gennaio), +0,2% rispetto al mese precedente. Giorgetti punta il dito, oltre che sulla frammentazione del mercato mondiale, sulla guerra in Ucraina. “L’auspicio di una pace giusta e duratura mi rende fiducioso” anche rispetto all’inflazione”, afferma.

GLI AIUTI ALLE FAMIGLIE


Sul fronte degli aiuti per le famiglie, il decreto – di sette articoli – allarga la platea dei beneficiari del bonus sociale elettrico: gli utenti domestici con un Isee fino a 25mila euro riceveranno un contributo da 200 euro che chi già ne avevano diritto – quelle con un Isee non superiore a 9.530 euro e massimo 3 figli a carico (20.000 per quelle numerose con almeno 4 figli) – potrà arrivare a 500 euro. Bisognerà farne richiesta, chiarisce la premier. Per le persone e le micro-imprese vulnerabili si rinvia di 2 anni l’obbligo del passaggio al mercato libero. Sul fronte imprese, 600 milioni sono destinati alle agevolazioni per la fornitura di luce e gas alle Pmi. Agli energivori vengono anticipati i 600 milioni derivanti dalle aste Ets. Il decreto prevede anche norme per la trasparenza delle offerte, con multe fino a 155 milioni, e il rafforzamento delle sanzioni dell’autorità di vigilanza.

LE RISORSE MESSE IN CAMPO


Le risorse in campo “vengono dalla Cassa servizi energetici e ambientali”, puntualizza Giorgetti che intanto si prepara ad affrontare i tanti fronti aperti. Sul Pil “dovremo sicuramente aggiornare le previsioni macroeconomiche”, sui tassi il pensiero non cambia: l’Europa, “è una mia opinione”, con “la recessione già all’orizzonte in alcuni grandi Paesi della Ue necessita di una politica monetaria più accomodante”.

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