L’inchiesta: Armi nucleari, la grande corsa della Russia

  • Postato il 7 giugno 2025
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L’inchiesta: Armi nucleari, la grande corsa della Russia

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Oltre 12.000 le testate in circolazione, il grande gioco alle armi nucleari: la Russia resta ancora in testa. Gli strumenti terribili dei “Nove Grandi” dell’atomo: Dal Sarmat al Minutemen, i mezzi dell’Apocalisse.


Le armi nucleari, fin dalla Guerra Fredda, evocano immagini di distruzione e devastazione quasi inimmaginabili. Da quasi un secolo questi armamenti sono il terrore di tutti i Paesi del mondo, le armi dell’Apocalisse capaci di spazzar via intere città in un colpo, condannati in pressoché tutti i consessi internazionali, da tutte le autorità religiose del mondo e da gran parte dei governi. Nonostante questo, però, nessuno degli attori atomici ha mai seriamente pensato di smantellare i suoi arsenali. Motivo per cui, dopo trent’anni dalla fine della Guerra Fredda, ancora nove nazioni possono fregiarsi del titolo di “Potenza nucleare”: India, Pakistan, Nord Corea e Cina in Asia; Francia e Regno Unito in Europa con la Russia a far da ponte tra i due continenti; Israele in Medio Oriente e, ovviamente, gli Stati Uniti in Nord America.

LA TRIADE NUCLEARE E GLI ARSENALI PIÙ VASTI

Tra queste, solo quattro possiedono le capacità per mettere in campo quella che in gergo viene definita la “Triade nucleare”, ovvero quella combinazione di missili balistici intercontinentali, missili balistici lanciati da sottomarini e bombardieri strategici. Si tratta degli Stati Uniti, della Russia, della Cina e dell’India. Per quanto riguarda l’estensione di questi arsenali, ancora oggi i più numerosi restano quelli di Washington e Mosca. Gli americani possono infatti vantare circa 5000 testate atomiche di vario tipo, tra le quali le più potenti sono le bombe non guidate B83 da 1.2 megatoni, sganciate dai bombardieri strategici B-2 Spirit della Northrop Grumman, e i missili Minuteman III e Trident, quest’ultimi lanciati dai sottomarini.

A titolo di paragone, le B83, prodotte in 650 esemplari, hanno una potenza superiore a 80 delle bombe sganciate dagli americani su Hiroshima e Nagasaki, mentre le testate MIRV (veicolo di rientro multiplo a obiettivi indipendenti) dispiegate dai Minuteman e dai Trident hanno una potenza distruttiva pari a più di 31 delle bombe impiegate sul Giappone.

LA RUSSIA E GLI ARMI NUCLEARI: LA CAPACITÀ DISTRUTTIVA DEGLI ARSENALI NUCLEARI

In ossequio ai trattati, il numero di testate è limitato per gli ICBM (missili balistici intercontinentali) come i Minuteman III a solo una per vettore, mentre per gli SLBM (missili balistici impiegabili da sottomarini) come il Trident II il limite consuetudinario è di 4/5 testate da 475 chilotoni per ciascun vettore. A piena capacità, gli ICBM potrebbero triplicare il numero di testate mentre gli SLBM potrebbero raddoppiarle. Non meno letali, comunque, sono le armi in dotazione a Mosca. In effetti, il dubbio trofeo di “arma nucleare più devastante” va proprio a un sistema russo, il missile balistico intercontinentale RS-28 Sarmat, svelato solo due anni fa, il quale può trasportare testate che possono raggiunge un potenziale distruttivo centinaia e forse persino migliaia di volte superiore a Hiroshima e Nagasaki.

Qualora le informazioni sul suo conto fossero accurate, si tratterebbe di un’arma molto più potente di qualsiasi altro armamento nucleare dispiegato nel mondo. Un’arma talmente devastante da aver meritato già l’appellativo di “Bomba Satana”.

GLI ARSENALI DELLE ARMI NUCLEARI DELLA RUSSIA E LE NUOVE “SUPERARMI”

Anche a livello numerico, comunque, i russi rimangono saldamente al primo posto, con circa 5.500 testate attualmente in dotazione. La gran parte di queste non si dovrebbe trovare in stato di prontezza operativa e specialmente nel caso di quelle più antiquate non è neanche certo che il livello di manutenzione ricevuto negli anni sia stato sufficiente. Si tratta però, anche al netto di quanto detto, di una potenza distruttiva comunque spaventosa e che può essere impiegata, così come nel caso americano, tanto da terra quanto dal cielo e dal mare.

E proprio a livello navale negli ultimi anni la Federazione ha sviluppato altre due “superarmi”, ovvero il missile antinave ipersonico 3M22 Zircon e il siluro/drone subacqueo 3m39 Poseidon. Si tratta di due sistemi d’arma di cui si sa ancora molto poco e di cui non esistono specifiche ufficiali ma stando alle stime occidentali entrambi questi armamenti avrebbero un potere distruttivo decisamente temibile e sarebbero, nelle rispettive categorie, le armi di gran lunga più devastanti al mondo.

L’IMPORTANZA DELLA NON PROLIFERAZIONE

Più indietro in termini di numeri rispetto a russi e americani, invece, cinesi e indiani che vantano un arsenale nucleare che ammonta, rispettivamente, a 600 e 180 testate, anche in questo caso pensate per essere dispiegate tanto dal cielo quanto dalla terra e dal mare. Complessivamente, inserendo dunque nel conteggio anche le potenze che non possono dispiegare una “Triade”, il numero di testate nel mondo supera di diverse centinaia le 12.000 unità. Un numero che fa riflettere sulla pericolosità di questi sistemi non solo per le nazioni coinvolte in un eventuale conflitto di natura nucleare, ma anche per il genere umano nella sua interezza.

Parlare e mettere in luce quanto questi armamenti siano diventati potenti e distruttivi, in ultima analisi, serve a mantenere alta l’attenzione sui rischi che si corrono nel prendere alla leggera i trattati volti a limitarne la proliferazione. Oggi come durante la Guerra Fredda, infatti, la priorità della Comunità Internazionale deve rimanere quella d’impedire che questo tipo di armamenti vengano diffusi. E che l’idea d’impiegarli rimanga solo un’ipotesi scolastica per le accademie militari e non una possibilità concreta.

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