L’ex dg Esposito indagato per le mascherine donate per finta
- Postato il 13 luglio 2025
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Il Quotidiano del Sud
L’ex dg Esposito indagato per le mascherine donate per finta
Potenza, ex dg Dipartimento sanità della Regione Ernesto Esposito è accusato di omissione di atti di ufficio: è indagato per le mascherine donate per finta da Liseno.
POTENZA – C’è un nome illustre che rischia di aggiungersi a quello di Antonio Liseno e degli altri indagati per le frodi Iva sulla compravendita di elettronica, il riciclaggio dei soldi delle rapine ai portavalori nel cantiere del San Barbato Resort, e la speculazione sulle mascherine durante le prime settimane della pandemia da covid 19. Si tratta dell’ex direttore generale del Dipartimento sanità della Regione Basilicata, nonché attuale sub-commissario alla Sanità della Regione Calabria, Ernesto Esposito. A disporre la sua iscrizione sul registro degli indagati, nel 2021, sono stati il pm Gerardo Salvia e l’allora procuratore della Repubblica di Potenza, Francesco Curcio.
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L’ipotesi d’accusa nei confronti di Esposito è di omissione di atti d’ufficio e fa riferimento alla vicenda della donazione di mascherine da parte di Liseno, a marzo 2020, alle principali aziende sanitarie lucane. Una finta donazione, stando a quanto accertato dagli investigatori della Guardia di finanza. Ascoltando una serie di conversazioni telefoniche, infatti, le Fiamme gialle hanno scoperto che la “donazione” non sarebbe stata altro che uno stratagemma per sbloccare una partita di mascherine requisita alla dogana. In base alla normativa anti-speculazioni approvate in quei giorni terribili. Per sbloccare e rimettere sul mercato almeno in parte e a prezzo maggiorato, nelle intenzioni di Liseno. Salvo poi accontentarsi di trasformare il tutto in pubblicità per sé e le sue aziende, quando la distribuzione delle mascherine sbloccate è stata affidata alla protezione civile. Impedendo di metterne sul mercato anche una sola scatola.
ESPOSITO INDAGATO PER MASCHERINE DONATE PER FINTA, MA I DISPOSITIVI ERANO SENZA CONTROLLI DI QUALITÀ E DICHIARAZIONI FASULLE
Nei giorni successivi gli investigatori hanno registrato la preoccupazione di alcuni collaboratori di Liseno rispetto a richieste ricevute dall’Agenzia delle dogane sulla certificazione di qualità delle mascherine appena distribuite. Così hanno scoperto che in effetti non erano mai state sottoposte a controlli di qualità, e che erano accompagnate da una dichiarazione di conformità “CE” fasulla, con «caratteristiche grafiche palesemente difformi da quelle previste dalla normativa europea». Insomma le mascherine in questione «dovevano qantomeno essere sottoposte a una preliminare valutazione a cura dell’Istituto superiore di sanità».
E chi avrebbe dovuto chiedere questa valutazione preliminare, sempre secondo le Fiamme gialle, era Esposito, alla guida del Dipartimento salute della Regione Basilicata. Prima di disporre il loro riparto tra le aziende sanitarie lucane. Di qui l’accusa, tuttora al vaglio dei pm secondo gli atti dell’inchiesta su Liseno & co appena desecretati, di aver omesso «un atto del suo ufficio che per ragioni di sicurezza pubblica o di igiene e sanità doveva essere compiuto senza ritardo». Liseno e il titolare di una stamperia di Melfi sono già a processo per una vicenda collegata a quella delle mascherine requisite e della loro finta donazione.
A distanza di qualche settimana, infatti, per risolvere il problema della certificazione di qualità mancante l’imprenditore di Lavello avrebbe iniziato a far stampare sulle mascherine importate da tutto il mondo, a Melfi, il marchio “C E”, riferibile a “China Export” ma equivocabile con una certificazione di conformità agli standard “CE”. Ne è seguito il maxi sequestro di 8 milioni di mascherine su cui venne presentata anche un interrogazione alla giunta regionale del Movimento 5 stelle. Per capire se anche quelle della donazione fossero prive di certificazione di qualità. l.a.
Il Quotidiano del Sud.
L’ex dg Esposito indagato per le mascherine donate per finta