L’epoca della SDS
- Postato il 17 settembre 2025
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- Di Il Vostro Giornale
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“Quando mai uno stupido è stato innocuo? Lo stupido più innocuo trova sempre un’eco favorevole nel cervello dei suoi contemporanei che sono almeno stupidi quanto lui: e sono sempre parecchi. Inutile poi aggiungere che niente è più pericoloso di uno stupido che afferra un’idea, il che succede con frequenza preoccupante. Se uno stupido afferra un’idea, è fatto: su quella costruirà un sistema e obbligherà gli altri a condividerlo”. Il passo è tratto dal Diario Notturno di Ennio Flaiano, raccolta di pensieri e riflessioni uscita in prima edizione nel 1956, in particolare in La saggezza di Pickwick. Nello specifico Flaiano si riferiva a una riflessione della mitica e simbolica signora Ross relativa agli scrittori di quegli anni, siamo nell’immediato dopoguerra, ma la sua caustica considerazione può essere applicata a ogni intellettuale, opinionista, giornalista, politico e, tragicamente oggi all’epoca della SDS, la stupidità da social, ad ogni odiatore o neofita autoreferenziale capace di pensarsi esperto delle più disparate discipline dopo soli quattro minuti di lettura da cellulare. Certo, la libertà di pensiero, o sedicente tale; di espressione, anche se scopiazzata; di opinione, la più sublime forma di incompetenza; vanno rispettate e tutelate, ma diventa difficile, almeno per me, comprendere perché solo se relative a certi soggetti; insomma, com’è possibile che gli stessi “liberi pensatori” che reclamano il diritto a sentirsi depositari di verità incontrovertibili non accettino l’idea di altre verità antitetiche e allo stesso modo incontrovertibili in possesso di altri “liberi pensatori”? Un proverbio tedesco suggerisce “Se non sai qualcosa, taci con sguardo competente”, quanto sarebbe più gradevole e silenziosa la conversazione se venisse raccolto dai seguaci della SDS, personalmente sono convinto che chiunque possieda un ambito nel quale ha maturato delle competenze, e non credo che l’aspetto più qualificante, oramai, sia l’ampiezza dello stesso, ma l’intelligenza di non pretendere di dilatarlo in contesti alieni. Non va trascurata la responsabilità dei media in questo problema, quante volte, infatti, a un famoso sportivo o cantante è stato chiesto di esprimersi su questioni politiche o morali e, tragicamente, quanti ne hanno accolto le dichiarazioni pesandole in proporzione alle qualità ginniche o vocali dell’intervistato!
Un altro acuminato intellettuale italiano, Indro Montanelli, affermava che i bordelli fossero “le uniche istituzioni italiane in cui la tecnica venisse rispettata e la competenza riconosciuta”, oggi è lecito supporre che qualunque sostenitore della SDS sia convinto che sarebbe sufficiente una rapida sbirciata a dei video, a qualche tutorial, per divenire professionista nella “più antica professione”. Per rimanere in un contesto ironico erotico, potremmo osservare che la competenza è femminile, da un punto di vista grammaticale, e, al femminile, l’orgasmo può essere simulato, ma è di fatto maschile nel senso che nessuna simulazione può sopperire a una mancata erezione, spero sia evidente il senso del paragone; ma torniamo subito seri ricorrendo al monito del pensatore francese Simon de Bignicourt: “Lo studio è il padre della competenza” e alle parole di Galileo Galilei: “In questioni di scienza, l’autorità di un migliaio di persone non vale tanto quanto la scintilla di ragione di un singolo individuo”. Purtroppo stiamo vivendo l’epopea della SDS, i vari social, ma non trascuriamo il ruolo delle televisioni, sono divenuti i santuari nei quali si portano in processione: la superficialità, l’ignoranza, l’incompetenza; la santa trinità del vuoto etico camuffata da: progressismo, liberalità, modernità; la triade del potere. Come suonano attuali e veritiere le caustiche denunce di Roberto Gervaso “Di quante cose che non conosco ho parlato. E con che competenza!” e di Leo Longanesi “Non capisce, ma non capisce con grande autorità e competenza”, sembrano fotografare i più apprezzati pseudo intellettuali dei nostri giorni che, molto probabilmente, riescono anche a citare i due di cui sopra, come per altro ho fatto io anche se, vi assicuro, con intenti ben diversi, in ogni caso, tornando agli “pseudo”, si sa, un po’ di sfoggio di erudizione fa immagine e non disturba: evviva gli stereotipi al potere… e pesare che ci era stato promesso che ci sarebbe arrivata la fantasia! Ma che simpatici burloni.
Siamo consapevolmente, ma questo non ci protegge, impantanati nell’epoca della SDS, ci siamo arrivati scivolando lungo il piano inclinato della globalizzazione, poi, negli ultimi anni, ecco la fragorosa accelerazione: di cosa parlo? Semplice: negli anni del Covid abbiamo assistito alla repentina fioritura di innumerevoli virologi, chi di una scuola, chi di quella opposta, tutti a celebrare la verità delle proprie conoscenze che rimandavano a eminenti figure scientifiche le quali, in verità, specie le più competenti, precisavano come la medicina, esattamente al pari di ogni altra scienza, procedesse per verifiche smentite e conferme e non si arroccasse mai in cima a dogmi inattaccabili; è stato poi il tempo dell’invasione dell’Ucraina ed ecco registrabile la comparsa di “ben informati” intorno alle più segrete vicende relative a relazioni politiche internazionali, grandi conoscitori di certezze militari, dietrologie economico politiche e oscure trame dei poteri forti, ognuno a spiegare cosa a breve sarebbe accaduto, a denunciare gli orizzonti limitati dei politici della parte contraria alla loro verità e poi di nuovo subito a tuffarsi tra le loro “fonti alternative di corrette informazioni”, gestite da algoritmi esattamente come quelle dei loro antagonisti; per non parlare delle repentine competenze e conoscenze della storia dei popoli palestinese ed ebreo e della complessa questione medio orientale. Ma al peggio non c’è mai fine, ed eccoci alla vicenda del ponte sullo stretto: aspettiamoci la comparsa di innumerevoli competenti in architettura, ingegneria civile e poi illuminati sismologi per non parlare dei dietrologi che riscuotono sempre il loro bel successo. Non mi interessa nemmeno attendere la prossima socildiatriba, non ha importanza, ciò che conta è che il copione è già scritto, non è rilevante in quale fazione ti riconosca, ciò che conta è che tu ne sposi e ne difenda le posizioni attaccando ferocemente chiunque la pensi diversamente; si sta perfezionando il canovaccio del teatro del vuoto pneumatico, non importa cosa pensi e nemmeno cosa dici, l’importante è che tu alzi a sufficienza la voce.
Inevitabilmente dovrà pur giungere un epilogo, ma non segnerà una svolta, immagino e temo, poiché il vecchio metodo “cambiare tutto affinché nulla cambi” conserva la sua spaventosa efficacia, l’importante è sdoganare la superficialità e riconoscere a chiunque il diritto non solo alla propria opinione, elemento fondativo di ogni libertà democratica, ma tragicamente anche quello di urlare, prevaricare, oltraggiare in nome della verità tanto palese che detengo in quanto “unto della SDS“. La conclusione, di fatto, è già in cammino, tra di noi, le sabbie mobili del qualunquismo trasformato in sommaria faziosità si risolverà in una perenne e ottusa guerra dei poveri nella quale innumerevoli zombi combatteranno sterilmente sopra i cadaveri del libero pensiero e della responsabilità. Il vigliacco anonimato dei social sarà garante di libertà e la “filosofia del mercato” trionferà sguaiata uniformando idee e ottusità nel silenziosamente frastornante vociare dei social. Per tornare a quella che, temo, diverrà la prossima diatriba da SDS, con assoluta modestia accetto il limite delle mie informazioni al riguardo, non ho proprio idea se mai si realizzerà il ponte sullo stretto, se risulterà essere un’opera meravigliosa o un fallimento, per certo so che, nel frattempo, sarebbe opportuno realizzare il ponte nietzscheano, quello dall’uomo al superuomo, quello che sappia dirottare il degrado dell’SDS, la corsa verso l’impero delle scimmie da social, in un nuovo Rinascimento che generi il tempo dell’uomo fratello dell’uomo.
Per un Pensiero Altro è la rubrica filosofica di IVG, a cura di Ferruccio Masci, in uscita ogni mercoledì. Perchè non provare a consentirsi un “altro” punto di vista? Senza nessuna pretesa di sistematicità, ma con la massima onestà intellettuale, il curatore, che da sempre ricerca la libertà di pensiero, ogni settimana propone al lettore, partendo da frasi di autori e filosofi, “tracce per itinerari alternativi”. Per quanto sia possibile a chiunque, in quanto figlio del proprio pensiero. Clicca qui per leggere tutti gli articoli.