Leonardo, Airbus e Thales uniscono le forze: nasce il colosso europeo dello spazio da 6,5 miliardi

  • Postato il 4 novembre 2025
  • Di Panorama
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L’industria aerospaziale europea riunisce i suoi maggiori esponenti per affrontare la concorrenza estera a cominciare da attori come SpaceX. Per questo è stato siglato un nuovo accordo da parte dell’italiana Leonardo, insieme con Thales e Airbus, per unificare le attività spaziali in una nuova società da 25.000 dipendenti e con un fatturato annuo che si annuncia essere di circa 6,5 miliardi di euro, sostenuto ad un portafoglio ordini triennale.

La notizia, diffusa giovedì 23 ottobre e confermata il giorno 30, è stata accompagnata da una nota delle aziende che prevedono un effetto della fusione tale da generare “sinergie annuali totali sul reddito operativo nell’ordine di milioni di euro a cinque anni.”

Una nuova società per l’autonomia strategica dell’Europa

La nuova società, in fase di gestazione da mesi e che dovrebbe essere operativa entro il 2027, vorrebbe “rafforzare l’autonomia strategica dell’Europa nello spazio”, in un settore importante che “sostiene infrastrutture e servizi critici relativi alle telecomunicazioni, alla navigazione satellitare, all’osservazione della Terra, alla scienza, all’esplorazione e alla sicurezza nazionale”.

L’assetto societario della nuova entità prevede che Airbus acquisisca una partecipazione del 35%, mentre Leonardo e Thales controlleranno ciascuna il 32,5% delle azioni. L’azienda opererà quindi sotto controllo congiunto degli azionisti con una struttura di governance equilibrata.

Il modello MBDA e i contributi dei tre colossi

In pratica vuole essere ripetuta la strategia utilizzata per la costruzione dei missili che ha visto nascere MBDA (Bae System, Airbus e Leonardo), con Airbus che inserirà nella nuova azienda le sue attività Space Systems e Space Digital, mentre Leonardo contribuirà con la sua Divisione Spazio incluse le sue partecipazioni in Telespazio e Thales Alenia Space, e infine Thales contribuirà con partecipazioni in Thales Alenia Space, Seso e Telespazio.

Le perplessità dell’Unione europea

Contrari a questa nascita i funzionari antitrust dell’Unione europea, che temono una concentrazione di potere nel settore tale da soffocare la concorrenza nel continente. Una condizione che l’Italia vive da tempo a livello nazionale e acuitasi con la trasformazione di Finmeccanica in Leonardo come “One company”.

L’obiettivo: rafforzare la competitività globale

La nuova realtà dell’industria spaziale è stata quindi decisa seguendo il concetto che per l’Europa sia arrivato il momento di rafforzarsi per affrontare la concorrenza estera “aumentando la competitività nei confronti degli attori globali, raggiungendo una massa critica e garantendo all’Europa il suo ruolo di attore principale nel mercato spaziale internazionale”.

Il numero uno di Leonardo Roberto Cingolani, il suo collega Guillaume Faury, Ceo di Airbus, e Patrice Caine, capo di Thales, hanno aggiunto: “Questa partnership è in linea con le ambizioni dei governi europei di rafforzare il proprio patrimonio industriale e tecnologico, garantendo l’autonomia dell’Europa nel settore spaziale strategico e nelle sue numerose applicazioni.”

Un Memorandum per unire tecnologia e servizi

La firma del Memorandum of Understanding ha quindi l’obiettivo di unificare le rispettive attività spaziali in una nuova società che svilupperà e realizzerà un portafoglio completo di tecnologie complementari e soluzioni integrate che vanno dalle infrastrutture spaziali ai servizi, ma escludendo i lanciatori spaziali (leggasi Ariane), in modo da conservare il ruolo di uno degli attori principali nel mercato spaziale internazionale.

I prossimi passi e le preoccupazioni dei sindacati

Tra i prossimi passi Airbus, Leonardo e Thales informeranno e consulteranno i rappresentanti delle unioni sindacali, sulla base delle leggi dei Paesi coinvolti e degli accordi collettivi applicabili a ciascuna azienda.

Non sono infatti mancate le perplessità espresse, per esempio, dal sindacato francese CGT (Confédération générale du travail) che ha sollevato alcune preoccupazioni in merito a possibili conseguenti tagli ai posti di lavoro e a una perdita di competenze in favore di maggiori profitti.

Autore
Panorama

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