L’EDICOLA, Repubblica: “La Ue: stop al gas russo”. La Stampa: “La Lega: restituiamo i beni presi ai russi”. Il Fatto: “Salvini tramuta in legge gli abusi edilizi di Milano”
- Postato il 4 dicembre 2025
- Politica
- Di Blitz
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I temi principali di oggi in apertura sui quotidiani sono quelli relativi agli sviluppi sulla guerra fra Russia e Ucraina, con l’annullamento dell’incontro fra il presidente ucraino Zelensky e Witkoff e la decisione dell’Unione Europea di cessare le importazioni di gas russo entro il 2027. Spazio anche alla discussione tra Fratelli d’Italia e Lega sul rinnovo degli aiuti italiani all’Ucraina anche nel 2026. “La Lega: restituiamo i beni presi ai russi”, titola La Stampa. “La Ue: stop al gas russo”, è l’apertura di Repubblica. “Salvini tramuta in legge gli abusi edilizi di Milano”, è la prima pagina del Fatto Quotidiano.
La rassegna stampa di oggi:
“La Ue: stop al gas russo” (La Repubblica).
“Nato e Ue, il muro anti Putin” (Il Corriere della Sera).
“La tempesta d’Europa”, di Paolo Valentino: Insediandosi alla Casa Bianca nel marzo 1933, mentre la Grande Depressione devastava l’America, Franklin D. Roosevelt pronunciò le sue parole più celebri: «La sola cosa di cui dobbiamo aver paura è la paura stessa, l’irragionevole e ingiustificato terrore senza nome che paralizza gli sforzi necessari a convertire il declino in progresso». È una lezione di cui oggi dovrebbe far tesoro l’Europa — l’Unione e i suoi Stati membri —, messa di fronte a una tempesta perfetta che minaccia di minarne le fondamenta, rendendola completamente marginale sul piano strategico, economico e diplomatico, in ultima analisi precipitandone la caduta”.
“La Lega: restituiamo i beni presi ai russi” (La Stampa).
“Manovra, per gli iperammortamenti ci sarà tempo fino al 30 settembre 2028” (Il Sole 24 Ore).
“Spread mai così basso dal 2009” (Il Messaggero).
“La sfida cruciale, ricostruire l’Occidente”, di Paolo Pombeni: “Poker, rebus, guazzabuglio, chiamatelo come volete, ma quanto si sta sviluppando attorno alla questione ucraina si rivela un affare sempre più complicato. È per questo che diventa difficile trovare il bandolo della matassa. La faccenda era partita come uno sviluppo del disegno neo imperiale del regime di Putin per ricostruire la sua area di controllo nei territori europei che, dal sistema zarista a quello sovietico, la Russia considerava il suo “mondo” naturale per storia, cultura e, guarda un po’, persino religione. L’Ucraina doveva essere la prova del successo di quella strategia”.
“Il piano anti Meloni. Botte alla polizia per darle la colpa” (Il Giornale).
“Papà non vuole” (Il Manifesto).
“Salvini tramuta in legge gli abusi edilizi di Milano” (Il Fatto Quotidiano).
“Ammiraglio, indietro tutta” (Libero).
“Un siluro alla vanità”, di Mario Sechi: “La vanità si manifesta in tanti modi, nell’uomo di potere è sempre l’eccesso non di pensiero ma di esposizione, quasi sempre del nulla. L’ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone è certamente un marinaio capace, forse persino uno stratega, ma non della comunicazione, dunque nel suo caso le raccomandazioni sono due: il silenzio o il cambio di destinazione d’uso. Le sue parole sugli attacchi preventivi alla Russia hanno innescato un’impasse nella diplomazia perché Vladimir Putin ha approfittato della strambata non controllata del Cavo Dragone per alzare il prezzo del negoziato con Stati Uniti e Ucraina”.
“L’Ucraina in stallo” (Avvenire).
“Ucraina, il nuovo flop di Trump. I negoziati con Putin all’anno zero” (Domani).
“L’Europa vuole l’oro degli italiani” (La Verità).
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