Le vostre chat ora appaiono su Google: la scoperta sconcertante impaurisce gli utenti
- Postato il 3 agosto 2025
- Lifestyle
- Di Blitz
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I tanti dubbi degli utenti: la scoperta ha lasciato senza parole in molti, le chat personali sono apparse su Google.
Una recente scoperta ha generato preoccupazione tra gli utenti di intelligenza artificiale: alcune conversazioni con ChatGPT possono comparire nei risultati di ricerca di Google, accessibili a chiunque sappia come reperirle.
Questo fenomeno coinvolge milioni di persone in tutto il mondo e apre un dibattito cruciale sulla privacy digitale e sulla trasparenza delle piattaforme basate sull’intelligenza artificiale.
Il meccanismo dietro la condivisione pubblica delle chat
Il motivo per cui alcune conversazioni finiscono online è legato a una funzione di condivisione integrata in ChatGPT. Quando un utente decide di condividere una chat, il sistema genera automaticamente un link pubblico accessibile a chiunque possieda l’URL. Ciò che molti ignorano è che questi link sono subito indicizzati dai motori di ricerca, compreso Google, che li rende quindi reperibili con una semplice ricerca. Basta digitare nella barra di ricerca Google la stringa “site:chatgpt.com/share” seguita da parole chiave relative all’argomento trattato per visualizzare trascrizioni complete di conversazioni tra utenti e l’intelligenza artificiale.
Questo espone potenzialmente a chiunque, anche sconosciuti, dialoghi che possono contenere informazioni personali, professionali o sensibili. Il nodo principale della questione non è tanto la presenza della funzione di condivisione, quanto la mancanza di una comunicazione chiara e trasparente da parte di OpenAI. L’azienda non informa esplicitamente gli utenti che attivare la condivisione comporta la possibilità che la chat venga indicizzata e resa pubblica. Il pulsante che consente di condividere la chat appare nella piattaforma senza alcun avviso sui rischi connessi alla privacy, lasciando molti utenti inconsapevoli delle implicazioni.

Interpellata direttamente, l’intelligenza artificiale conferma che solo le conversazioni con link condivisi possono essere trovate online, minimizzando però i rischi. Questa spiegazione viene fornita solo in risposta a domande specifiche e non come informazione preventiva durante l’utilizzo normale di ChatGPT. Per evitare che le chat finiscano indicizzate e visibili su Google, la soluzione più efficace è semplice: non utilizzare la funzione di condivisione se non si è pienamente consapevoli delle conseguenze. Le conversazioni che non vengono trasformate in link pubblici restano private e accessibili esclusivamente all’utente che le ha generate.
Un aspetto positivo è che la condivisione ha un limite temporale: solo i messaggi presenti al momento della creazione dell’URL diventano pubblici. Eventuali aggiunte successive alla chat non sono visibili pubblicamente, a meno che non venga generato un nuovo link. Questo consente di mantenere un certo controllo su ciò che si desidera rendere accessibile.
Per chi utilizza ChatGPT in ambito professionale o tratta dati sensibili, è fondamentale prestare la massima attenzione alle funzioni di condivisione e considerare sempre che qualsiasi contenuto inserito potrebbe, in alcune circostanze, diventare pubblico. La prudenza digitale rimane uno strumento imprescindibile per proteggere la privacy nell’era dell’intelligenza artificiale.
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