Le migliori acque naturai? Sul podio Blues Sant’Antonio (Eurospin), bocciate Esselunga e Levissima. La classifica di Altroconsumo
- Postato il 21 maggio 2025
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- Di Il Fatto Quotidiano
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Un nuovo test di Altroconsumo mette sotto la lente 21 marche di acqua minerale naturale vendute in Italia. Il risultato? Solo 11 bottiglie raggiungono una qualità complessiva buona, mentre 6 finiscono in fondo alla classifica a causa della presenza di Tfa, l’acido trifluoroacetico, un contaminante appartenente alla famiglia dei Pfas. Il test segnala che la presenza di inquinanti ambientali riguarda anche un prodotto che milioni di italiani consumano ogni giorno, con fiducia. “Il test che pubblichiamo dimostra come le sostanze ‘nocive’ siano presenti in prodotti a larga diffusione come le acque minerali in bottiglia”, sottolinea Federico Cavallo, Responsabile Public Affairs & Media Relations di Altroconsumo.
Le sei acque bocciate sono: Panna, Esselunga Ulmeta, Maniva, Saguaro (Lidl), Levissima e Fiuggi. Le prime cinque contengono Tfa in quantità elevate, oltre i limiti previsti dalla nuova normativa sull’acqua potabile. La sesta, Fiuggi, è stata penalizzata per motivi diversi: l’eccessiva quantità di arsenico e l’impatto ambientale dell’imballaggio. Non tutte le bottiglie, però, escono male dalla prova: Blues Sant’Antonio (Eurospin), Conad Valpura e San Benedetto Eco Green Benedicta sono risultate prive di Tfa. Le prime due sono state premiate come Migliore del Test e Miglior Acquisto per qualità e convenienza.
Il Tfa, spiega Altroconsumo, è un contaminante “eterno”: si accumula nell’ambiente e resiste ai processi di degradazione e si teme possa causare problemi al fegato e alla fertilità. “In un quadro di incertezze scientifiche come quello attuale e in un contesto in cui EFSA ed ECHA sono state chiamate dalla Commissione europea a lavorare in maniera coordinata sulla valutazione della tossicità del TFA, consideriamo al momento non opportuna l’introduzione di un limite per il TFA che non trova attualmente un supporto adeguato e in linea con le più aggiornate valutazioni scientifiche”, spiega ancora Cavallo. “Riteniamo, pertanto, più opportuno in questo contesto mantenere in essere il limite relativo ai PFAS totali (500 nanogrammi per litro), peraltro già recepito dall’Italia”.
“Abbiamo portato le nostre osservazioni e preoccupazioni alle Commissioni parlamentari che stanno lavorando per dare un parere al Governo sul recepimento della direttiva UE 2020/2184”, continua Cavallo. “In particolare, ci siamo soffermati sulla norma proposta dal Governo che modificherà le regole attuali eliminando il parametro ‘PFAS-totale’ ed introducendo un parametro ad hoc per il TFA con valori molto più bassi di quelli precedenti”.
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