“Le infezioni sessuali sono una nuova emergenza sanitaria in Italia, c’entrano anche le app di dating. È importante parlarne senza imbarazzo con il partner”: l’analisi e i consigli della sessuologa

  • Postato il 28 dicembre 2025
  • Salute
  • Di Il Fatto Quotidiano
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Dopo anni di relativa stabilità, le infezioni sessualmente trasmissibili stanno tornando a crescere in modo preoccupante. In Italia e in Europa si registra un aumento significativo di casi di gonorrea, sifilide e clamidia, mentre riemergono patologie come il vaiolo delle scimmie (monkeypox) e infezioni enteriche trasmesse per via oro-anale. L’allarme è stato rilanciato nel corso del Congresso Nazionale della Società Italiana di Malattie Sessualmente Trasmissibili (SIMaST), dove esperti e clinici hanno parlato esplicitamente di una “nuova emergenza sanitaria” dovuta a una combinazione di fattori: ripresa dei contatti sociali post-pandemia, riduzione degli screening e disattenzione verso la prevenzione.

Aumento dei contatti occasionali

Ma dietro ai numeri si muovono anche cambiamenti profondi nei comportamenti e nella percezione della sessualità, soprattutto tra i più giovani. “Possiamo pensare che dopo la pandemia, c’è stato un ritorno alla socialità relazionale e sessuale, anche attraverso un maggior utilizzo delle app di dating, e questo potrebbe aver portato a un aumento dei contatti sessuali occasionali, spesso senza adeguata protezione, come una sorta di amplificazione dopo la limitazione dei contatti sociali – spiega al FattoQuotidiano.it la dottoressa Roberta Rossi, Psicoterapeuta e Sessuologa presso l’Istituto di Sessuologia Clinica di Roma. Abbiamo inoltre assistito a un abbassamento della percezione del rischio, in particolare tra i giovani adulti, con sottovalutazione dei pericoli connessi a un’attività sessuale, probabilmente legata a minore attenzione alla promozione della salute sessuale. Non dobbiamo dimenticare infatti che durante la pandemia c’è stata una riduzione degli screening e della sorveglianza sanitaria con ritardi nelle diagnosi e un aumento dei casi sommersi. Direi che tutti questi fattori possono aver contribuito a determinare lo stato attuale delle cose”.

Di fronte alle nuove malattie sessualmente trasmissibili

Si parla anche della comparsa o ri-emersione di malattie sessualmente trasmissibili (IST) “non convenzionali” – come il vaiolo delle scimmie (monkeypox) o infezioni enteriche trasmesse per via oro-anale nei rapporti omosessuali uomini con uomini. In che modo, per un sessuologo, queste nuove modalità di trasmissione cambiano le strategie di informazione e prevenzione che proponiamo alla popolazione adulta?

Serve una maggiore informazione basata su comportamenti reali, senza giudizio, spiegando con chiarezza come alcune pratiche possano comportare rischi specifici e come prevenirli, e un approccio più personalizzato e inclusivo, che tenga conto del repertorio sessuale della persona. L’educazione alla sessualità potrebbe rivelarsi uno strumento efficace per far passare alcuni messaggi di promozione della salute sessuale nella popolazione più giovane. Mentre per noi operatori è fondamentale un aggiornamento continuo per mantenere un approccio non stigmatizzante”.

Il giudizio pesa ancora troppo

Quali ostacoli – psicologici, culturali, sociali – riscontra di frequente nel convincere le persone a sottoporsi volontariamente allo screening e che strumenti potrebbero aiutare a superarli?

“Gli ostacoli più frequenti riguardano il timore di essere giudicati, a causa della persistenza di stigma legati alle IST, ma anche al fenomeno della negazione del rischio, soprattutto tra coppie stabili e tra chi crede che le IST riguardino ‘alcuni gruppi’, alla mancata informazione legata anche alla poca diffusione di programmi di promozione e prevenzione nelle scuole e non solo. Per superare queste difficoltà, si possono programmare campagne di comunicazione che associno lo screening non alla malattia ma alla cura e al rispetto di sé e del partner. Diffondere un accesso facilitato ai test, anche anonimi e gratuiti, nei consultori o con iniziative di test rapidi in luoghi frequentati dai giovani, eventi, concerti, ecc., ma soprattutto avviare, anziché vietare, corsi di educazione sessuale dove poter dialogare e promuovere la salute sessuale come bene fondamentale della persona”.

Parlarsi senza imbarazzi

Con l’aumento delle IST, anche la dimensione relazionale e psicologica del comportamento sessuale entra in campo con forza. Quali indicazioni darebbe per proteggere la propria salute sessuale in un contesto dove le abitudini e le modalità di incontro sono cambiate rispetto a qualche anno fa?

“Ritengo utile una comunicazione aperta e rispettosa tra partner, per affrontare i temi della salute sessuale senza imbarazzi o timori di giudizio. Questo aspetto comunicativo non va sottovalutato anche nelle relazioni occasionali; anzi, può diventare un biglietto da visita importante per la fiducia e il rispetto reciproco, a stretto contatto con l’utilizzo del preservativo, ricordando che esiste anche quello femminile e sapendo che resta il metodo più efficace contro la maggior parte delle IST. È importante sapere che sono disponibili le vaccinazioni contro HPV, epatiti A e B, e monkeypox per le persone ad alto rischio, ovviamente da valutare con un operatore sanitario”.

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