“Le donne non si vestono per gli uomini, ma per le altre donne. È il loro apprezzamento che conta davvero”: Daniel Roseberry e la sua donna “potente” di Schiaparelli

  • Postato il 8 marzo 2025
  • Moda E Stile
  • Di Il Fatto Quotidiano
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“Cosa si prova a scoprire Parigi con gli occhi di un americano?”. È da questa domanda, e dai suoi ricordi d’infanzia in Texas, che Daniel Roseberry è partito per disegnare la collezione Autunno/Inverno 2025-2026 di Schiaparelli, presentata al Musée d’Art Moderne di Parigi. Un mix inedito di suggestioni, che fonde l’eleganza parigina con l’immaginario del Far West, in un omaggio alla femminilità in tutte le sue sfaccettature.

“Come designer, passiamo molto tempo a pensare alle donne nelle nostre vite e a parlare con loro. Come si vestono nella loro quotidianità? Cosa le fa sentire sia speciali che a proprio agio? Cosa desiderano dai loro abiti?”, spiega Roseberry che da queste domande ha tratto l’ispirazione per una collezione che, come spiega lo stesso stilista, nasce dall’osservazione delle donne che lo circondano. “Mi sono reso conto che raramente, se non mai, si vestono per gli uomini. Quando si vestono con cura, lo fanno per altre donne, ed è il loro apprezzamento ad avere più valore per loro”. Nasce così un guardaroba che celebra la forza e l’indipendenza femminile, ma anche la sua sensualità e il suo desiderio di bellezza. Una collezione che Roseberry definisce un “continuo dialogo tra forza e leggerezza”, tra “mascolinità e femminilità, rigore e opulenza”.

Ecco allora sfilare blazer in eco-pelle stampa cocco e biker jacket, abbinati a gonne midi e maglie aderenti. E poi, cappotti sartoriali che celano abiti in jersey con audaci cut-out, giacche in vinile strette in vita, gonne a tubo in pizzo see-through. Un’alternanza di capi strutturati e scivolati, in un gioco di contrasti che riflette la complessità della donna contemporanea.

Ma a dare un tocco unico alla collezione è l’omaggio al Texas, terra natale di Roseberry: “Le silhouette rendono omaggio alla mia infanzia trascorsa in Texas: ci sono pezzi classici come lo spolverino e i jeans con gambale a fiocco”. Eccoli, gli stivali da cowboy, rivisitati con linee raffinate, la pelle goffrata, le cinture oversize con fibbie che richiamano i simboli iconici della Maison, come il lucchetto e l’aragosta. Un’ispirazione, quella del Far West, che si fonde con l’eredità surrealista di Elsa Schiaparelli, fondatrice della maison, in un gioco di trompe-l’oeil e proporzioni sorprendenti. “Molto del carattere giocoso di questa collezione nasce da questi contrasti”, spiega ancora Roseberry. Ecco allora un motivo a piuma ingrandito e floccato su doppio raso o impresso su velluto di neoprene, una borsa a mano “slouch-side” dalle dimensioni epiche, una morbida borsa Soufflé ricoperta da centinaia di borchie dorate. E ancora, una gonna a colonna in pesante jacquard che, in realtà, è realizzata in un tessuto leggerissimo con una lavorazione a fili tagliati, e un body in tessuto stretch floccato che sembra costrittivo, ma che si muove con la leggerezza di un body da danza. “Ciò che appare duro è in realtà morbido, e viceversa“, sottolinea lo stilista. Una tensione tra opposti – maschile e femminile, sottomissione e controllo, eccesso e rigore – che, secondo il designer, “è ciò che dà energia a questa collezione”. E, a proposito di energia, la sfilata si apre con una sorridente Gigi Hadid, seguita da altre top model del momento, come Alex Consani, Mona Tougaard e Mia Armstrong. E in prima fila, ad applaudirlo, ecco che è tornata Chiara Ferragni, accompagnata dalla sorella Valentina.

La sera, la donna Schiaparelli si trasforma in una creatura quasi magica, avvolta in abiti impalpabili e ricami scintillanti, come “cristalli di pietra lavica”. “Le donne nella mia vita sono stelle solitarie, non ce ne sono altre come loro, e non ci saranno mai”, afferma Roseberry. “Spero che loro, e tutte le donne, provino lo stesso nei confronti di questi abiti”. Un augurio che è anche una dichiarazione d’intenti: creare abiti che non siano solo belli da vedere, ma che facciano sentire le donne potenti, libere e uniche.

“In quest’epoca post-social media, dove molti di noi sono stanchi e disgustati dall’idea di vivere attraverso uno schermo, ci stiamo chiedendo cosa renda davvero significativa la vita”, conclude lo stilista. “Il significato deriva dal riconoscere ciò che è ancora prezioso nella vita: le cose e le persone che non possono essere replicate. Quelle che devono essere vissute di persona, nel mondo reale“. E la moda, per Roseberry, può essere uno strumento per riscoprire questa autenticità: “La mia missione è trasformare la fiducia che gli appassionati del marchio ripongono in noi in un desiderio costante, non solo di pezzi dedicati alle occasioni speciali, ma anche di quelli che sublimano la vita quotidiana”.

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Il Fatto Quotidiano

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