Le critiche di Meloni al piano di von der Leyen: “Riarmo non è la parola adatta. No all’uso dei fondi di coesione per l’acquisto di armi”

  • Postato il 6 marzo 2025
  • Politica
  • Di Il Fatto Quotidiano
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Riarmo non è la parola adatta: il tema difesa riguarda materie prime e tantissimi altri domini. Stiamo dando messaggi non chiari ai cittadini”. Giorgia Meloni al Consiglio Europeo straordinario critica il Rearm Europe”, il piano da 800 miliardi di euro in cinque punti presentato da Ursula von der Leyen per aumentare la spesa europea nel settore della difesa. Mentre la presidente della Commissione Ue vuole scavalcare il Parlamento Ue per far approvare il suo piano di riarmo, terminato il summit dei leader Ue la premier italiana sottolinea la sua contrarietà all’utilizzo dei fondi di coesione per le spese della difesa.

“Abbiamo condotto una battaglia per escludere i fondi di coesione, cioè per escludere la possibilità che venissero forzatamente dirottate risorse dai fondi di coesione alle spese sulla difesa”, ricorda Meloni. “È rimasta una clausola per cui volontariamente le nazioni possono fare questa scelta. Chiaramente – spiega – noi non possiamo impedire che altre nazioni decidano di fare questa scelta, soprattutto quelle che sono più esposte, ma per quello che mi riguarda, io proporrò al Parlamento di chiarire fin da subito che l’Italia non intende dirottare fondi della coesione, fondi importantissime per noi, sull’acquisto di armi”.

Delle proposte di Ursula von der Leyen, Meloni “saluta positivamente” l’accoglimento di “una proposta che l’Italia faceva da tempo cioè di scomputare le spese per la difesa dal calcolo del rapporto deficit/Pil“. La presidente della Commissione “individua poi ulteriori possibilità di accedere a prestiti per 150 miliardi di euro che è un’ulteriore possibilità anche se tra le criticità segnalate dall’Italia c’è quella per cui gran parte di queste risorse hanno a che fare in qualche maniera con il debito“, dice la premier. “Circa il debito ci sono dei rischi, stiamo pensando a strumenti di garanzie su investimenti privati sul modello di Invest Eu“, ha aggiunto Meloni. “Stiamo elaborando questa proposta, che sarà portata dal ministro Giancarlo Giorgetti al prossimo Ecofin”, la riunione dei ministri dell’Economia e delle finanze dell’Ue in agenda per martedì prossimo. L’idea è quella di poter reperire delle risorse per favorire gli investimenti, “e quindi anche creare posti di lavoro e aiutare le aziende, con delle garanzie europee per quegli investimenti”.

Al Consiglio a Bruxelles sfuma l’unanimità e i capi di Stato e di governo dell’Ue hanno approvato il testo sull’Ucraina a 26, prendendo atto dell’opposizione dell’Ungheria di Viktor Orban, che ha mantenuto la sua contrarietà. Meloni rilancia la proposta di un vertice Ue-Usa sul conflitto Mosca-Kiev: è “chiaramente tutto da costruire, però è un impegno sul quale l’Italia sta lavorando e intende lavorare. È una proposta che abbiamo lanciato noi, non per questo, ma insomma pensiamo che sia utile vedersi, parlarsi e continuiamo a lavorarci”, dice la premier. Sulle truppe europee in Ucraina ribadisce di essere “molto molto perplessa, non lo considero efficace”. Esclude comunque “che possano essere inviati soldati italiani“. Per Meloni “meglio pensare a soluzioni più durature. Estendere l’articolo 5 della Nato sarebbe una soluzione duratura”, insiste.

La presidente del Consiglio commenta anche le frasi di oggi del leader russo, a partire dal parallelismo tra Macron e Napoleone: “In questo momento – ha detto Meloni – non serve rispondere, mi sembrano manifestazioni verso il proprio pubblico“. Rispondendo a una domanda sul fatto che Vladimir Putin abbia dichiarato che “la Russa prenderà tutto ciò che è suo” parlando dei territori occupati in Ucraina, la premier ironizza: “L’ho già sentita in una famosa serie tv questa”.

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