Le città di Roma e Bologna chiedono di fermare il ddl caccia di Lollobrigida: “Rischio per l’incolumità pubblica”
- Postato il 20 novembre 2025
- Ambiente
- Di Il Fatto Quotidiano
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Si moltiplicano da Nord a Sud le prese di posizione istituzionali contro il disegno di legge (a prima firma Lucio Malan) che intende stravolgere la 157/92, liberalizzando l’attività venatoria e riducendo le tutele della fauna selvatica (e dei cittadini). Mentre il provvedimento giace in commissione al Senato – è lì dovrebbe stare almeno fino a gennaio – prima il Comune di Roma e poi quello di Bologna hanno approvato due diversi atti – una mozione, nel primo caso, e un ordine del giorno nel secondo – per chiedere che il ddl voluto da Francesco Lollobrigida venga fermato.
Nella Capitale l’iniziativa è stata presa dal consigliere Rocco Ferraro (lista civica Gualtieri sindaco) e la mozione è stata approvata coi voti del Pd, Alleanza Verdi-Sinistra, Movimento 5 stelle e con quello della consigliera di Forza Italia, Rachele Mussolini. “La norma va in sfregio a qualunque logica ed etica per quanto riguarda il rispetto degli animali, oltre al fatto che presenta un rischio per l’incolumità pubblica” ha detto Ferrero, puntando sul pericolo per “turisti, escursionisti, ciclisti e cittadini” che frequentano boschi, campagne, aree demaniali e – se venissero approvati alcuni emendamenti proposti da Lega e Fratelli d’Italia, come denunciato da ilFattoQuotidiano.it – spiagge. Nel capoluogo emiliano è stata invece la consigliera dem Mary De Martino a presentare l’ordine del giorno contro il ddl Malan, poi approvato. “Raccogliamo con grande entusiasmo questa espressione di una volontà che accomuna la stragrande maggioranza di cittadini italiani, da sempre contrari alla caccia – dichiara Massimo Vitturi, responsabile Area Animali Selvatici della Lav– La netta posizione di contrarietà ribadisce ancora una volta e con ancora più forza quanto emerso dai recenti sondaggi che confermano che quasi l’80% degli italiani vorrebbe che la caccia fosse dichiarata finalmente illegale”. Lav che, insieme ad altre associazioni animaliste, ha presentato in Parlamento una legge di iniziativa popolare per chiedere l’abolizione della caccia; mentre il Wwf ha promosso una petizione, che ha superato le 100mila firme, proprio per fermare il disegno di legge voluto dal ministro dell’Agricoltura.
Oltre a Roma e Bologna, in questi mesi altri Comuni hanno fatto sentire la propria voce, come nel caso di Avigliano, in provincia di Torino. Il sindaco Andrea Archinà, intervistato dalla Lav, ha spiegato che “il nostro territorio è ad alta attrazione turistica: i troviamo lungo il percorso della via Francigena, perciò abbiamo tantissimi camminatori, escursionisti e appassionati di outdoor, amanti della bicicletta. Se il ddl venisse approvato, il rischio di incidenti diventerebbe ancora più elevato. Abbiamo ricevuto molte segnalazioni da parte dei cittadini, soprattutto abitanti delle borgate e delle zone periferiche, che hanno mostrato preoccupazione per gli spari vicino casa a qualsiasi ora del giorno”. Per la cronaca, anche a Pescara c’è stato un tentativo, col consigliere Paolo Sola (M5s). L’assemblea a trazione centrodestra però ha bocciato l’ordine del giorno.
Gli occhi, ora, sono puntati sulla legge di Bilancio. Col ddl fermo in Senato, infatti, c’è il timore che pezzi del provvedimento entrino nella manovra (e vengano approvati) come successo nel 2022 con il noto “emendamento Foti”, che aveva dato avvio alla caccia selvaggia in parchi e aree urbane.
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