“Le accuse di Nordio deformano il suo ruolo”: il Csm coi giudici della Cassazione che hanno criticato il dl Sicurezza
- Postato il 2 luglio 2025
- Giustizia
- Di Il Fatto Quotidiano
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Difendere il Massimario della Corte di Cassazione dagli attacchi del ministro della Giustizia. È la richiesta inedita avanzata dalla maggioranza del Consiglio superiore della magistratura, dopo un’intervista al Messaggero in cui Carlo Nordio ha accusato l’ufficio studi della Suprema Corte di “oltraggio al Parlamento” e “irriverenza” verso il Quirinale per la sua relazione tecnica sul decreto Sicurezza. Secondo il Guardasigilli, sollevando dubbi sulla costituzionalità della legge-bandiera del governo i magistrati del Massimario hanno mancato di rispetto al presidente della Repubblica, che ha promulgato il provvedimento, e alle Camere che l’hanno approvato. In risposta a queste dichiarazioni, tutti i componenti togati del Csm, insieme ai tre membri laici in quota centrosinistra (Roberto Romboli, Michele Papa ed Ernesto Carbone) hanno chiesto l’apertura di una pratica a tutela, cioè di una discussione finalizzata a una presa di posizione dell’organo di autogoverno al fianco delle toghe. La richiesta di tutela per il Massimario è un nuovo episodio senza precedenti nella storia del Csm, dopo quella avanzata in difesa delle Sezioni unite della Cassazione (il massimo organo giurisdizionale della Suprema Corte), “colpevoli” di aver riconosciuto il diritto al risarcimento danni dei migranti bloccati a bordo della nave Diciotti.
Nel documento, i consiglieri scrivono che le parole di Nordio – insieme agli attacchi arrivati in precedenza da altri esponenti di governo – “trascendono il piano della dialettica politico-istituzionale, trasmettendo alla pubblica opinione un’immagine deformata della funzione dell’Ufficio del massimario nonché dei magistrati che lo compongono. È sulla base di queste dichiarazioni”, accusano, “che organi di stampa continuano a proporre accuse di politicizzazione alla Cassazione e all’ordine giudiziario tutto. Riteniamo, pertanto, che il Consiglio superiore della magistratura debba ripristinare una rappresentazione dell’attività dei magistrati del Massimario conforme alla funzione istituzionale che gli è propria”, concludono. La richiesta è stata trasmessa al Comitato di presidenza, formato dal vicepresidente, l’avvocato leghista Fabio Pinelli, e dai due magistrati al vertice della stessa Suprema Corte, la prima presidente Margherita Cassano e il procuratore generale Pietro Gaeta. L’istanza sarà trasmessa alla commissione competente, la Prima, che potrà formulare una proposta di delibera da sottoporre al plenum (l’organo al completo).
Ancora prima, a commentare l’intervista di Nordio era già uscita una nota del consigliere Ernesto Carbone, laico eletto in quota Italia viva: “Puntuale come sempre arriva dal Ministro della giustizia l’ennesima delegittimazione della magistratura. Oggi tocca al Massimario. Arriva però con uno sgarbo istituzionale che non ha precedenti, e provando a coinvolgere in modo maldestro il capo dello Stato in un dibattito politico. Il ministro Nordio, anzi il magistrato Nordio dovrebbe conoscere più di chiunque altro il Massimario, e invece sembra ignorarlo. Magari fra qualche giorno ci spiegherà che Almasri lo hanno rimpatriato i giudici della Cassazione e che i giornalisti sono stati spiati dal massimario”, ironizza Carbone. “Chi si comporta così non vuole certo il bene del Paese. Oggi è toccato alla Corte di cassazione , aspettiamo domani il prossimo bersaglio”, conclude.
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