Lavoro, in Calabria il calo della disoccupazione è solo apparente

  • Postato il 2 giugno 2025
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Lavoro, in Calabria il calo della disoccupazione è solo apparente

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La crisi è strutturale: uno studio sugli ultimi 30 anni mostra che anche il calo della disoccupazione in Calabria è apparente; Occupabili in calo perché «scoraggiati». E così si crea un circolo vizioso


NON una «crisi ciclica» ma una «divergenza strutturale». L’analisi della dinamica occupazionale in Calabria negli ultimi trent’anni realizzata da OpenCalabria – uno spazio di divulgazione economica fondato dal professor Francesco Aiello, ordinario di Politica economica dell’Unical – fotografa una situazione di fragilità del mercato del lavoro «incapace di assorbire la forza lavoro disponibile e soggetto a continui fenomeni di scoraggiamento degli “occupabili”». Il confronto con il resto del Paese mostra un divario costante. «Qui, più che altrove, le dinamiche occupazionali – si legge nel report – hanno riflesso, e in parte alimentato, una stagnazione di lungo periodo. Tra il 1995 e il 2024, mentre l’Italia ha vissuto fasi alterne, con segnali di crescita e di adattamento, i dati della Calabria raccontano una storia di distacco strutturale rispetto al resto del Paese, che non si è colmato nemmeno nelle fasi espansive».

IL CALO DEMOGRAFICO

I ricercatori di OpenCalabria hanno preso in esame, innanzitutto, la dinamica della popolazione in età lavorativa (15-64 anni) che negli ultimi 30 anni in Calabria si è progressivamente contratta, passando da oltre 1,296 milioni di individui nel 1995 a circa 1,163 milioni nel 2024. Si tratta di una perdita netta di circa 133.000 persone, «pari a un calo di oltre il 10%, il più marcato tra tutte le macroaree italiane». Basti pensare che a livello nazionale il calo è stato del 4,2% in Italia, al centro-nord dell’1,6% e nel Mezzogiorno dell’8,8%. Il dato calabrese «riflette una duplice fragilità: la prima è legata a dinamiche demografiche (progressivo invecchiamento della popolazione e il calo delle nascite), mentre la seconda è associata ai saldi migratori negativi, in particolare di giovani e adulti in età da lavoro».

LA FORZA LAVORO IN CALABRIA

Anche qui il trend è decrescente. «Nel 1995, le persone in età 15–64 anni attive nel mercato del lavoro erano circa 657 mila, scese a 602 mila nel 2024 – si legge nel report – Dopo una temporanea espansione nei primi anni 2000, la forza lavoro ha intrapreso un percorso di regolare declino, che riflette la debolezza endemica del sistema economico regionale, incapace di generare opportunità tali da trattenere o attrarre risorse umane».

Una dinamica in controtendenza se confrontata con il resto del Paese. «Dal 1995 al 2024 – segnala OpenCalabria – la forza lavoro in Italia è cresciuta complessivamente di circa il 10%, con una dinamica più marcata nel Centro-Nord (+13%), più contenuta nel Mezzogiorno (+3%) e nettamente negativa in Calabria (–8%). Anche nei momenti di ripresa a livello nazionale, la regione evidenzia segnali di debolezza. A partire dal 2004, anno in cui la Calabria registra il suo massimo storico nella partecipazione al mercato del lavoro (circa 700 mila attivi), inizia una fase discendente che si intensifica dopo il 2008. Con una dinamica divergente sia rispetto al Nord che alle medie meridionali, in Calabria il trend si inverte strutturalmente. Ne risultano una perdita secca di capitale umano e una riduzione della base attiva su cui fondare la crescita».

Un circolo vizioso, per cui se anche si dovessero creare prospettive di occupazione si rischia di non riuscire a coprirle.
Un quadro allarmante confermato anche dai dati dell’occupazione. «In trent’anni la Calabria ha perso occupazione in valore assoluto, in un contesto nazionale e meridionale che, pur tra molte difficoltà, ha visto una lieve crescita. Dal 1995 al 2024, gli occupati sono aumentati del +18% nel Centro-Nord, del +4% nel Mezzogiorno, mentre in Calabria si è registrato un calo del 7%» spiegano i ricercatori.

LA DINAMICA DELLA DISOCCUPAZIONE

Nel trentennio si evidenziano tre fasi distinte. «Nella prima fase (1995–2007), il tasso cresce inizialmente fino a un picco del 22,2% nel 1999, per poi avviare una lenta discesa fino al 10,8% nel 2007 – si legge nel report – Nella seconda fase (2008–2014), in corrispondenza della crisi economico-finanziaria globale e della successiva recessione europea, la disoccupazione in Calabria aumenta in modo considerevole, passando dal 12,1% nel 2008 al 24,2% nel 2014, valore massimo della serie. La terza fase (2015–2024) mostra una riduzione graduale del tasso di disoccupazione: si passa dal 23,2% del 2015 al 13,3% del 2024».

Un dato positivo, si dirà. In realtà i dati assoluti mostrano che il calo del tasso di disoccupazione è legato più a una contrazione della forza lavoro disponibile che alla creazione di posti di lavoro. «I disoccupati erano poco meno di 100.000 nel 1995, raggiungono un picco di oltre 135.000 nel 2014, e calano a circa 80.000 nel 2024. Tuttavia, questo calo della disoccupazione non riflette un’espansione occupazionale: tra il 2014 e il 2024, infatti, gli occupati aumentano di appena 11.000 unità, mentre la forza lavoro – si legge – si riduce di oltre 40.000. In altri termini, una parte della popolazione attiva ha cessato di cercare lavoro, determinando una flessione del tasso di disoccupazione solo apparente».

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