Lavorare in famiglia, una motivazione a dare il meglio o per rimanere fermi?

  • Postato il 21 settembre 2024
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  • Di Il Fatto Quotidiano
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L’impresa familiare, spesso al centro delle mie riflessioni su queste colonne, è tra le organizzazioni più complesse da gestire, per il delicato equilibrio richiesto tra le dinamiche familiari, i rapporti di sangue e le necessità del business. Se ne parla spesso, soprattutto per evidenziare le difficoltà legate alla presenza di familiari, che non sempre hanno le competenze adeguate ma sono coinvolti per vincoli di parentela, solo perché fanno parte dello stato di famiglia. Tuttavia, in questo contesto non si parla abbastanza di come la famiglia possa, invece, motivare le persone a dare il meglio di sé sul lavoro, ribaltando l’idea comune secondo cui la famiglia sottrae tempo ed energia alla azienda e al proprio sviluppo professionale.

L’amore per la famiglia e il desiderio di garantirle sicurezza economica sono sentimenti universali che attraversano culture e geografie. Questi valori non si fermano alla porta di casa, ma spesso influenzano anche il modo in cui le persone si approcciano al lavoro. Contrariamente alla visione tradizionale che vede la famiglia come un ostacolo per il lavoro, le esperienze personali e professionali dimostrano che la famiglia, laddove non gestita secondo valori preistorici, può essere un motore potente, che dà energia e spinge a impegnarsi di più.

Molti lavoratori, imprenditori compresi, trovano nella famiglia la ragione principale per alzarsi ogni mattina e affrontare le sfide quotidiane del lavoro. Non si tratta solo di una questione economica, sebbene garantire la stabilità finanziaria sia certamente una componente importante. Molti genitori vogliono essere un esempio positivo per i propri figli, dimostrando l’importanza dell’etica del lavoro e delle strategie di carriera. Altri trovano soddisfazione nel condividere i propri successi professionali con i familiari, alimentando il proprio senso di orgoglio e appartenenza.

Questa motivazione ha effetti diretti sulle performance lavorative. Ho incontrato dipendenti che, nonostante svolgano lavori monotoni e ripetitivi, mostrano un livello di energia e impegno superiore perché spinti dal desiderio di garantire un futuro migliore ai loro cari. La famiglia diventa così una forza che alimenta la produttività e la concentrazione sul lavoro.

In passato, la famiglia era spesso vista come una fonte di conflitto per il lavoro, in competizione per le limitate risorse di tempo ed energia di una persona. Ma oggi sappiamo che la famiglia può, al contrario, stimolare una maggiore concentrazione e gestione del tempo. Un esempio è dato dalle madri, che, contrariamente a quanto suggerito dal vecchio pensiero che le vuole meno impegnate nella carriera, spesso dimostrano una capacità superiore di organizzare il tempo e focalizzarsi anche sui compiti lavorativi.

Tuttavia, ci sono anche rischi. La motivazione familiare può spingere le persone a restare troppo a lungo in contesti lavorativi che non sono più stimolanti, per evitare cambiamenti che potrebbero destabilizzare la famiglia, come cambiare lavoro o trasferirsi. Questo può portare a una stagnazione professionale. Inoltre, chi è fortemente motivato dalla famiglia rischia di accumulare livelli di stress eccessivi, sentendo la pressione di dover garantire stabilità economica.

Le organizzazioni, soprattutto le piccole imprese familiari, hanno un ruolo cruciale in questo contesto. Riconoscere e supportare i dipendenti, anche consanguinei, che trovano nella famiglia la loro motivazione principale può tradursi in un ambiente di lavoro più produttivo e positivo. Misure concrete, come piccoli benefit personalizzati (ad esempio un piccolo contributo ai costi dei libri scolastici) e un ambiente di lavoro psicologicamente sicuro e coinvolgente, possono aiutare a prevenire il burnout e a mantenere alta la motivazione.

In definitiva, integrare la famiglia nel contesto lavorativo non porta solo sacrifici, sfide e contrasti (e ne ho visti tanti, spesso silenziosi e subdoli), ma apre anche la porta a nuove opportunità. Creare un ambiente dove le persone si sentono sostenute non solo come professionisti, ma anche come membri di una famiglia, permette di valorizzare ogni individuo e potenziare le sue capacità. È un modo per costruire un luogo di lavoro in cui le persone possano crescere, sentirsi apprezzate e dare il massimo non solo per l’azienda, ma anche per chi amano.

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Il Fatto Quotidiano

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