“Lavorare con Maria De Filippi è molto faticoso, ogni tanto qualcuno decide di smettere”: parla Raffaella Mennoia, curatrice di “Temptation Island”
- Postato il 9 luglio 2025
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- Di Il Fatto Quotidiano
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“Maria è il filo conduttore di parecchie vite, di gente che magari oggi se lo è dimenticato. Io no di certo”. Da tanti anni Raffaella Mennoia è il braccio destro di Maria De Filippi. Insieme portano a casa numerosi successi ad ogni stagione televisiva. Risultati possibili solo grazie a tanta fatica e sforzo: “Lavorare con lei è molto faticoso: lavoriamo tantissime ore, per questo ogni tanto qualcuno decide di smettere. Ma siamo tutti convinti che questa sia la via più giusta per fare programmi che funzionano” spiega l’autrice intervistata dal Corriere della Sera. “È una persona onesta, Maria, anche fuori dalle telecamere” dice Mennoia della conduttrice. “E poi è metodica, costante, intransigente, severa, ma con la giusta misura”.
Il successo più recente che le riguarda è Temptation Island. La prima puntata del docu-reality è stata più che premiata dagli ascolti, ma Raffaella Mennoia rigetta l’etichetta, per il programma, di “istigazione alle corna”. “Temptation in realtà è un programma sull’amore” osserva, “è un programma sulla verità, che poi spesso sono due aspetti che coincidono. Poi, ovvio, magari chi guarda il programma si aspetta di vedere se c’è un tradimento, ma non è un programma sul tradimento, piuttosto nell’attesa del tradimento. Vive in quel limbo e racconta veramente il punto debole di tutti noi: l’amore”.
Da anni appuntamento estivo irrinunciabile per molti telespettatori, l’immedesimazione sarebbe il segreto della trasmissione: “In Temptation Island non sono solo le coppie a mettersi alla prova – continua ancora Mennoia – ma in realtà anche chi guarda il programma da casa: tutti si interrogano su come si comporterebbero in determinate situazioni. Il segreto è che non guardi solamente loro, guardi anche alla tua, di coppia”.
E se nelle declinazioni estere del format non mancano le scene più esplicite (citofonare Anita e Montoya), in Italia si sceglie di farne a meno. Perché? “Il tradimento in fondo è una fragilità emozionale, non è necessario mettere per forza in scena la rottura di un legame” racconta l’autrice, “ci sono delle situazioni che non mostriamo, chi vuole capire capisce: non c’è bisogno di calcare la mano, di indugiare su determinati gesti, non serve il dettaglio”.
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