L’Ave Maria di Leoncavallo per ricostruire il duomo di Montalto
- Postato il 16 agosto 2025
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Il Quotidiano del Sud
L’Ave Maria di Leoncavallo per ricostruire il duomo di Montalto
È UN rapporto profondo quello che lega Ruggero Leoncavallo alla terra di Calabria: lo scrive il compositore anche nella sua autobiografia, con ricordi nitidi, traendo dalla sua memoria quegli anni dell’infanzia vissuti a Montalto Uffugo. Attinge nei suoi ricordi. «Nidi di memorie infondo all’anima» scrive nel prologo di “Pagliacci” ed è proprio nella sua anima che raccoglie le sue reminiscenze legate alla festa di mezz’agosto a Montalto Uffugo.
Il compositore ricorda le donne della vicina San Benedetto Ullano con i loro vestiti colorati che nell’occasione della festa di mezz’agosto si recavano a Montalto Uffugo, le recite tenute nel piccolo teatrino, il sapore e i colori della festa in paese. Racconta nella sua autobiografia inedita: «Io stavo allora in Via Cappuccini, in una casa dell’ex ballerina Cucchi, che aveva un bel giardino a sua disposizione. Io sfogai subito con mia moglie la mia amarezza, ma le dissi: – Non temere: ho già preso la mia risoluzione. Al lavoro con più intensità di prima! E per poter lavorare con ogni tranquillità, chiesi alla Cucchi di potere stare nel suo giardino. Ripensai allora alla tragedia che aveva solcato di sangue i ricordi della mia infanzia lontana e al povero servitore assassinato sotto i miei occhi e in nemmeno venti giorni di lavoro febbrile avevo buttato giù il libretto dei “Pagliacci”. Un lavoro così intenso trovava però ostacolo nelle lezioni che davo per vivere, e allora decisi di piantare tutto pel momento. Era tanta la fiducia che avevo ripreso in me stesso, che mi confortai come chi può contare sulla scadenza d’una cambiale tratta: andai a far visita a tutti i fornitori, chiedendo che mi facessero credito sino al mese di maggio».
Così nacque Pagliacci che lo legò in modo indelebile a Montalto Uffugo. Ma a Montalto Uffugo per Leoncavallo non ebbe solo un legame festaiolo e di tragedia. È un legame viscerale e intenso dimostrandolo anche negli anni a seguire. Nel 1905 la Calabria venne colpita da un violento terremoto, anche la chiesa della Madonna della Serra ebbe notevoli danni. Quando Leoncavallo apprese la notizia si trovava a Brissago, la sua fama aveva raggiunto tutti i teatri con la sua opera Pagliacci, l’evento sismico fu un episodio che lo colpì nel suo intimo e pensò di esternare il suo dolore con una preghiera: compose un’Ave Maria. Lo spartito lo dedicò a sua Santità Pio X. Leoncavallo volle dare un aiuto tangibile al disastro che ci fu a Montalto Uffugo e si adopera a raccogliere fondi per la ricostruzione della chiesa.
L’Ave Maria fu pubblicata a sue spese nel 1905 presso la Tipografia A. Trüb & Cie. di Aarau. Il gesto fu molto apprezzato dal Pontefice che scrisse una lettera di ringraziamento al compositore esprimendo la sua stima con questo commento: «Al diletto figlio, l’egregio professore Ruggero Leoncavallo. Plaudendo di cuore al Santo pensiero, accettiamo con la massima soddisfazione la dedica del suo lavoro, e col voto che per la preghiera dei beneficiati il cielo largamente compensi l’opera di carità, le impartiamo con paterno affetto, l’Apostolica Benedizione. Pius P.P. X». In calce alla prima pagina dello spartito si legge: «Il ricavo della vendita delle prime Edizioni di quest’Ave Maria è destinato in parte ai danneggiati dal terremoto di Montalto Uffugo (Calabria) ed in parte alla ricostruzione della Chiesa della Madonna della Serra pure in Montalto Uffugo».
L’Ave Maria è un brano scritto in do maggiore, nel tempo 2/4 per voce arpa e harmonium. Il brano inizia con un delicato arpeggio. La preghiera fu scritta in latino, l’armonia e la melodia si intersecano in modo equilibrato racchiudendo tutto lo struggimento del compositore. Il 12 luglio del 1988 durante l’Angelus, Giovanni Paolo II lo ricorda con queste parole: «La terra di Calabria è costellata di santuari mariani, espressione evidente di una pietà profondamente sentita e vissuta. Tra di essi vi è la Madonna della Serra a Montalto Uffugo in Cosenza che, consacrato nel 1227 ma interamente rifatto a partire dal tardo XVIII Secolo, è sito ai margini del centro storico: Ruggero, all’età di otto anni, è portato in questo paese dai diversi trasferimenti della famiglia; qui suo padre, il magistrato regio Vincenzo Leoncavallo, è giudice di una tragica storia di sangue, avvenuta il 5 marzo 1865, che sarà rievocata in Pagliacci».
In una lettera su carta intestata Generosus Atque Fortis scritta quando Leoncavallo si trovava a Rapallo, datata 19 Febbraio 1909 ed indirizzata presso lo Stabilimento Musicale Carlo Schmidl al Palazzo Municipale di Trieste, si legge nella missiva la conferma della ricezione della somma di Lire 1.000 per la vendita della proprietà dell’opera “Ave Maria”, ed informa la casa editrice dell’invio del contratto firmato. L’Ave Maria venne composta nel 1905 subito dopo il sisma e dedicata a Papa Pio X con lo scopo di raccogliere fondi per le vittime del terremoto in Calabria. Un gesto fatto d’impulso. Con una immagine dell’Ave Maria fu realizzata anche una cartolina dall’Union Postale Universelle per la raccolta di fondi a favore delle vittime del grande terremoto in Calabria del 7 e 8 settembre del 1905. Su un lato l’autografo di S.S. Pio X al maestro Leoncavallo, seguita dalla parte cantata del brano. Su ambo i lati si trova un disegno eclettico a colori riccamente colorato nello stile di miniature tardo-medievali su pergamena con l’effige della Madonna, la parola “Charitas” e il ritratto di papa Pio X. La cartolina non riporta alcuna firma. Leoncavallo dichiarò in una lettera a un destinatario non identificato, di aver raccolto «30.000 franchi» da «sovrani, principi, prelati, nobili o uomini d’affari».
Comporre l’Ave Maria è stato un ulteriore gesto d’amore verso una terra che ha conosciuto la sua infanzia e grazia a quel periodo di vita, gli ha donato il mezzo per esprimere il suo talento regalandogli la fama e facendo di lui il padre del verismo musicale.
Il Quotidiano del Sud.
L’Ave Maria di Leoncavallo per ricostruire il duomo di Montalto