L’assemblea di Generali conferma Donnet: lista Mediobanca ha la maggioranza
- Postato il 24 aprile 2025
- Di Panorama
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Mediobanca vince a Trieste, ma la partita è aperta. All’attesissima assemblea di Generali la lista Mediobanca ha ottenuto il 52,38% dei voti, assicurando così la riconferma di Philippe Donnet come amministratore delegato e di Andrea Sironi alla presidenza per il prossimo triennio. L’affaire Natixis (osteggiato dai secondi arrivati, la lista di Caltagirone) non ha fermato gli investitori istituzionali, che hanno votato compatti. Fine primo tempo dunque. Ora si giocherà il secondo, con altre partite che si intrecciano a quella di Trieste: Mps/Mediobanca e Unicredit/Banca Bpm.
Le tre liste in campo per il nuovo Cda di Generali e l’esito del voto
Le liste in corsa erano tre. Quella sostenuta da Mediobanca con il 52,38% ha prevalso con un ampio margine su quella guidata da Francesco Gaetano Caltagirone, che si è fermata al 36,8%. La lista di Assogestioni, sostenuta da alcuni fondi, ha raccolto solo il 3,67%, quindi non siederà in Cda. La composizione finale del Consiglio d’amministrazione per i prossimi tre anni vede quindi dieci consiglieri espressione della lista vincente, e tre della lista Caltagirone (con la new entry Fabrizio Palermo, amministratore delegato di Acea). Un’assemblea molto partecipata (il 68,77% del capitale sociale) e un verdetto che conferma i rapporti di forza interni, che restano simili a quelli dell’assemblea del 2022. “Oggi ha vinto Generali”, ha detto Philippe Donnet, dopo la riconferma. Il Ceo ha poi fatto cenno al dossier Natixis (contestato da Caltagirone &Co), tornando a rassicurare: “La governance non sarà mai in mano ai francesi, nessuna perdita di sovranità”. L’assemblea ha anche approvato il bilancio 2024 e la proposta di dividendo di 1,43 euro per azione, per un esborso complessivo superiore ai 2,17 miliardi di euro.
Dopo il voto di Generali cosa succede? Le partite sono ancora aperte
Scelta per la continuità, dunque, ma la partita è tutt’altro che chiusa. Caltagirone ha consolidato una minoranza significativa in Consiglio e continuerà a rappresentare una voce critica. Il suo obiettivo, più crescita orizzontale e meno focus sul solo core business, resta. Con Delfin e Unicredit oggi è arrivato al 36,8%. Ma se l’operazione di Mps su Mediobanca (appoggiata dal governo) dovesse avere successo, allora Caltagirone e Delfin (azionisti vicino al 10% della banca senese) potrebbero mettere le mani su Piazzetta Cuccia e il suo 13% in Generali. E dunque tornare a Trieste a mettere in discussione tutto. E il posizionamento di Unicredit oggi si potrebbe leggere proprio alla luce dell’asse Milano-Siena. Un modo, con il voto di oggi, per assicurarsi un posto al tavolo delle Generali se Caltagirone e Delfin dovessero arrivarci più forti. E potrebbe essere anche un modo per il gruppo guidato da Andrea Orcel di semplificare le trattative della scalata su Bpm (con il golden power lanciato dal governo). Generali, per ora, resta nel segno della continuità. Ma i giochi sono aperti.