L’asse Roma-Aia decide la sicurezza euroatlantica
- Postato il 12 giugno 2025
- Difesa
- Di Formiche
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A meno di un mese dal vertice Nato dell’Aia, la capitale è tornata a ospitare un confronto ad alta densità strategica. La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha ricevuto a Palazzo Chigi il segretario generale dell’Alleanza Atlantica, Mark Rutte, in una tappa significativa del suo primo giro europeo dopo la designazione, in un colloquio che ha ribadito la centralità della sicurezza euroatlantica nel suo insieme e la necessità di un maggiore impegno sulla Difesa adottando un approccio a 360 gradi, nonché l’importanza di un coerente e continuo sostegno all’Ucraina. Conseguentemente, alla presenza del segretario generale della Nato e del ministro degli Esteri ucraino, Andrij Sybiha, i rappresentanti degli Stati membri della ministeriale Weimar+ hanno rilanciato con determinazione l’impegno per un’Europa più coesa, capace di assumersi un ruolo più incisivo nella difesa collettiva e di contribuire concretamente alla stabilità internazionale.
Verso il Summit dell’Aia
Il focus resta centrato sul rafforzamento del pilastro europeo della Nato. In vista del vertice dell’Aia, si punta a consolidare l’unità dell’Alleanza attraverso un approccio più equilibrato alla condivisione degli oneri e alla responsabilità strategica. L’obiettivo è chiaro: un’Europa non solo protetta, ma anche proattiva, in grado di sostenere la deterrenza in tutti i domini – terrestre, marittimo, aereo, cibernetico e spaziale – con strumenti credibili, interoperabili e sostenibili. In questo senso, il potenziamento delle capacità difensive nazionali e il rafforzamento della base industriale e tecnologica comune diventano elementi centrali. L’Ue è chiamata a integrare l’azione Nato, con misure strutturali adeguate a garantire coerenza e ambizione, superando la frammentazione e mobilitando risorse all’altezza delle sfide.
La riunione ha evidenziato inoltre l’importanza di un approccio integrato alla sicurezza euro-atlantica. Se il fianco orientale resta prioritario, non meno rilevanti appaiono le tensioni a sud, nei Balcani, nel Mediterraneo e nella regione Mena, segnate dal perdurare della crisi in Medio Oriente. L’instabilità diffusa in queste aree ha confermato la necessità di rafforzare partenariati strategici regionali e strumenti di prevenzione. Anche in questo ambito si è sottolineata la rilevanza del coordinamento tra Nato, Ue e attori come il Regno Unito, in una logica di complementarietà funzionale.
L’Ucraina
Quanto all’Ucraina, i partecipanti hanno ribadito un sostegno politico, militare ed economico incrollabile, sottolineando come la sovranità e l’integrità territoriale di Kyiv siano condizioni imprescindibili per la sicurezza dell’intera area euro-atlantica. In linea con gli sforzi diplomatici promossi dagli Stati Uniti, e con il coinvolgimento di attori regionali come la Turchia, è emersa la volontà di sostenere ogni iniziativa volta a promuovere una pace giusta, duratura e fondata sul diritto internazionale. In questo senso, la disponibilità ucraina a negoziare un cessate il fuoco incondizionato di 30 giorni, accompagnata dall’apertura a colloqui a livello presidenziale, è stata letta come un segnale tangibile di responsabilità. Al contrario, la prosecuzione degli attacchi russi contro le città e le infrastrutture civili è stata condannata come violazione grave del diritto internazionale, rafforzando l’intenzione europea di mantenere alta la pressione su Mosca, anche attraverso nuove sanzioni nei settori strategici. Il sostegno alla resistenza ucraina non si limita però al piano militare. Centrale resta il tema della resilienza economica e della ricostruzione. In questo contesto, l’impegno a garantire il sostegno fiscale a Kyiv nel medio periodo, in coordinamento con il Fondo monetario internazionale e con i rispettivi partner, è parte integrante della strategia occidentale. La conferenza sulla ripresa dell’Ucraina, che si terrà a Roma nel luglio 2025, dovrà fornire concretezza a questa visione, promuovendo investimenti, ricostruzione e riforme. Il traguardo ultimo è l’integrazione europea dell’Ucraina, perseguita attraverso un processo che punti a coinvolgere la società tutta e una strategia di ricostruzione che punti a una piena convergenza con l’assetto valoriale, etico e culturale europeo.
La difesa collettiva
Il messaggio che arriva da Roma è chiaro e viene ribadito anche attraverso la Dichiarazione congiunta dei ministri degli esteri del Weimar+: la sicurezza dell’Europa non può essere delegata. Solo rafforzando le proprie capacità, sostenendo i partner sotto attacco e mantenendo saldo il legame transatlantico, l’Europa potrà affrontare un contesto globale in cui l’uso della forza è tornato a essere uno strumento politico. L’Alleanza atlantica, in questo scenario, non è solo un ombrello protettivo, ma un’arena di responsabilità condivisa, in cui l’Europa è chiamata a fare la sua parte.