L’aspettativa di vita in due secoli è raddoppiata ma anche i costi economici
- Postato il 8 luglio 2025
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- Di Il Fatto Quotidiano
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L’aspettativa di vita fino ad oggi è costantemente cresciuta praticamente in tutto il mondo. In Italia oggi l’aspettativa di vita alla nascita è di oltre 81 anni per gli uomini e quasi 86 per le donne; soltanto due secoli fa era di circa 40 anni. Anche depurando i dati dalla mortalità infantile, che era molto elevata, due secoli fa superare i 70 anni era un traguardo ragguardevole. Ovviamente, l’aumento dell’aspettativa di vita osservato negli ultimi due secoli non è dovuto ad una evoluzione dell’essere umano: è un risultato artificiale, dovuto ai giganteschi progressi della medicina in tutti i campi: dall’igiene personale e pubblica, all’introduzione delle vaccinazioni soprattutto infantili, agli antibiotici, alla diagnosi precoce.
I progressi della medicina però hanno costi economici molto elevati: si può dire che il raddoppio dell’aspettativa di vita lo abbiamo comprato e lo paghiamo caro. L’aumento dell’aspettativa di vita è un risultato desiderabile e nessuno di noi vorrebbe tornare indietro; ma trovare le risorse per pagare la sanità è un problema crescente per qualunque Stato.
E prima di proseguire è importante chiarire un punto: i costi sempre crescenti dei servizi pubblici non si possono pagare stampando più soldi, come qualche politicante nostrano ha cercato di farci credere. La ragione è semplice: ciò che coi soldi possiamo comprare è il prodotto del lavoro di qualcuno: se lo Stato stampasse e distribuisse più soldi, ciascuno sarebbe in grado di comprare più beni, cioè i prodotti di più lavoro di qualcun altro. Quindi si possono stampare più soldi soltanto se nel paese si lavora e produce di più; in caso contrario si verrebbe a creare una situazione in cui dopo un momento di euforia consumistica generale non si troverebbe più nulla da comprare perché il ritmo della produzione non reggerebbe l’aumento del consumo. In brevissimo tempo i prezzi delle merci, cioè del lavoro acquistabile, aumenterebbero vanificando la maggiore disponibilità di moneta: si avrebbe inflazione.
I servizi erogati dallo Stato sono anch’essi prodotti dal lavoro di qualcuno: la sanità dipende dal lavoro di medici, infermieri, tecnici, operai delle fabbriche che producono farmaci o strumentazione diagnostica e terapeutica, etc. Il fatto che un servizio sia un diritto sancito dalla Costituzione non ne cambia l’aspetto economico: anche i diritti costano e vanno pagati, se non dal cittadino, dallo stato, che però è finanziato dalle tasse del cittadino.
In questa serie di articoli esaminerò alcuni progressi e innovazioni della medicina, che hanno portato grandi benefici nella cura di malattie anche gravissime, e cercherò di definirne i costi, che purtroppo sono in genere molto elevati.
Tanto per fare un esempio banale: quando io mi laureai in Medicina e Chirurgia, nei primi anni Ottanta del secolo scorso, la diagnostica per immagini si basava essenzialmente sulle radiografie a raggi X, sulle scintigrafie, e sulle ecografie; cominciavano a diffondersi la TAC e l’endoscopia digestiva. Oggi abbiamo a disposizione la Risonanza Magnetica Nucleare, la Tomografia a Emissione di Positroni, endoscopie avanzatissime, la flussimetria Doppler, la spettroscopia laser infrarossa, etc. Nessuna di queste preziosissime tecniche è gratuita e tutte costano molto di più di quelle che le hanno precedute, sia per la strumentazione necessaria che per l’impiego di personale specializzato, specificamente formato.
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