L’artista vocale giapponese, Hatis Noit ritorna con un nuovo album, frutto di intense collaborazioni. L’intervista

Di Hatis Noit  ne avevamo già tessuto le lodi in occasione di una sorprendente performance avvenuta nel 2022 al Museo di Arte Orientale di Torino. Nel frattempo, la vocal artist giapponese è entrata in una nuova fase della sua vita portando avanti sia una gravidanza sia la registrazione del suo ultimo album. A sancire il ritorno di Noit è l’attuale tour mondiale che presto raggiungerà anche l’Italia con tre date: Bologna, per il Robot Festival, Brescia e Catania (rispettivamente il 10, il 15, e il 17 ottobre).

“Aura Reworks”, il nuovo disco di Hatis Noit 

Pubblicato lo scorso 26 settembre su etichetta Erased Tapes, Aura Reworks segna non solo il ritorno di Hatis Noit ma soprattutto la volontà di far evolvere la propria voce attraverso l’accompagnamento di personaggi illustri della scena musicale contemporanea sperimentale. Figlio gemello, in un certo senso, dell’acclamato disco di debutto Aura, il nuovo album si avvale infatti della collaborazione di producer e musicisti quali il duo rapper newyorkese Armand Hammer, Laraaji – figura misticheggiante nonché padrino dell’Ambient New Age –, Alex Somers, Metthew Herbert, Jlin, William Basinski, Yu Su, Emel, e Preservation.
Il risultato è un’inaspettata opera corale che, muovendosi tra un genere e l’altro, definisce l’identità caleidoscopica di una vera e propria creatura a sé stante. Dalle atmosfere trascendentali di Laraaji (nelle quali si possono anche sentire kalimba e tamburelli accordati a vuoto fondersi con degli assaggi di pratica della meditazione della risata) a quelle più malinconiche di Somers e Basinski, si delinea così un mondo immaginifico e ritualistico. Una dimensione altra nella quale suggestioni visive che prendono forme inaspettate a seconda delle relative reinterpretazioni sonore.

L’intervista all’artista vocale Hatis Noit

Essere un’artista comporta inevitabilmente delle responsabilità, così come l’essere una madre. Pensando soprattutto all’epoca così delicata e preoccupante che stiamo vivendo, come ti senti a riguardo ora che rivesti entrambi i ruoli?
Da quando sono diventata madre, il mondo che pensavo di conoscere e le cose che credevo di capire sono cambiati completamente. A volte mi sembra tutto troppo difficile, ma sono profondamente grata di aver accettato questa sfida che è molto più grande di me. Mi ha cambiata in modi che non avrei mai potuto immaginare.

Quanto ha influito la gravidanza sul tuo percorso artistico, e quanto pensi che lo farà in futuro?
In modo incommensurabile, e sono ancora nel bel mezzo di questo processo. Con il passare del tempo, il mio rispetto per tutti i genitori cresce sempre di più, specialmente per la mia famiglia che mi ha cresciuto. La prospettiva che questo mi offre è profonda.

Adesso che stai finalmente riprendendo a esibirti dal vivo, quali sono le tue sensazioni in merito?
È stata una serie continua di sfide. Sto ancora lottando sotto molti aspetti. Più che gli aspetti logistici, sono le sfide legate all’identità e alla psicologia quelle che sento più presenti. Eppure, all’interno di tutto questo, c’è anche un senso di bellissimo caos, e sto cercando di accoglierlo come parte di questa nuova fase della mia vita e della mia arte.

Il nuovo disco di Hatis Noit e il lavoro sul precedente album

Parlando invece di “Aura Reworks”: come mai hai deciso di riprendere in mano un disco uscito tre anni fa piuttosto che dedicarti alla pubblicazione di un album tutto nuovo? Dinamiche commerciali/contrattuali? Mancanza di ispirazioni particolari, o altri motivi come per esempio la gestazione?
Il motivo è piuttosto semplice: mi affascina il modo in cui la mia voce può crescere insieme ad altre persone e altri strumenti. Se la mia voce rimanesse solo con me, penso che si annoierebbe, proprio come si annoia un bambino. Permetterle di vivere ed evolversi nel dialogo con altri artisti è stato di grande ispirazione.

Per la realizzazione del disco hai coinvolto diversi artisti importanti del calibro di Matthew Herbert, William Basinski, Jlin. In che modo è avvenuta la selezione dei producer con cui collaborare? 
Quasi tutti sono artisti che ho incontrato in diverse parti del mondo durante il tour dopo l’uscita di Aura. In questo senso, sembra una comunità gentile e aperta che è cresciuta dall’album originale stesso. Queste connessioni sono diventate estensioni naturali del lavoro.

Com’è nato il processo creativo di “Aura Reworks”? In che modo è stato diviso il lavoro?
Ho fornito le tracce vocali originali di Aura e ho invitato gli artisti a lavorarci liberamente. L’unica richiesta specifica che ho fatto è stata a Emel: le ho chiesto di mantenere la struttura il più minimale possibile, in modo che la sua straordinaria voce potesse risplendere appieno, perché amo profondamente la sua voce. A parte questo, ho lasciato tutto nelle mani degli artisti.

L’album si compone di tracce che spaziano da un sound all’altro, e che reinterpretano in maniera completamente differente quelle originali contenute nel precedente Aura. Che effetto ti ha fatto sentirle per la prima volta? Le riconosci ancora come figlie tue?
Era una sensazione di stupore costante. Anche se non lavoravamo fianco a fianco, mi sembrava di condividere con gli artisti stessi, attraverso il tempo e lo spazio, la visione dei pezzi rielaborati. Non mi sembra più qualcosa che appartiene solo a me, ma piuttosto un figlio che abbiamo creato insieme.

Ascoltando i brani contenuti nel disco viene spontaneo chiedersi perché siano stati etichettati come “reworks”, e non come “remix”. Qual è la differenza tra questi due termini?
Per me, il termine “rielaborazione” evoca l’immagine di un brano musicale che rinasce nelle mani di qualcuno che ammiro, piuttosto che essere semplicemente mixato di nuovo. Suggerisce una trasformazione piuttosto che un’alterazione.

A ottobre sarai in Italia per tre date, puoi anticiparci qualcosa su quello che sarà lo show?
Naturalmente suonerò brani tratti da Aura, ma presenterò anche alcune nuove canzoni destinate al prossimo album a cui sto lavorando in questo momento. 

Valerio Veneruso

L’articolo "L’artista vocale giapponese, Hatis Noit ritorna con un nuovo album, frutto di intense collaborazioni. L’intervista" è apparso per la prima volta su Artribune®.

Autore
Artribune

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