L’artista Salvatore Arancio racconta storie di vita nella sua mostra a Roma
- Postato il 18 aprile 2025
- Arti Visive
- Di Artribune
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Salvatore Arancio è un artista che sa ascoltare, la musica, fondamentale nella sua ricerca, le persone, i luoghi. L’arte di Arancio (Catania, 1974), infatti, pur presentandosi in forme libere e astratte, è legata a doppio filo all’esperienza, traslata in un racconto per immagini. Un vissuto che, come suggerisce Neither His Nor Yours, brano dei coil etitolo della mostra alla galleria Federica Schiavo di Roma, Arancio rielabora il vissuto senza appropriarsene.
L’approccio antropologico di Salvatore Arancio
Le opere in un certo senso parlano da sole: “Ogni volta che trascorro un periodo in residenza all’estero” racconta l’artista “approfondisco il rapporto con il territorio adottandone tecniche e modalità espressive. Per la mia inclinazione alla sperimentazione, l’approccio diretto ai materiali è il modo migliore per stringere legami”. I lavori, dunque, nella loro fisicità, figlia di tecniche artigiane, raccontano la storia dei luoghi.







A Roma le sculture di Salvatore Arancio ispirate al Weber Park
Le sculture, realizzate in Ungheria per la mostra al MACTE di Termoli nel 2024, rappresentano una crasi tra le suggestioni derivanti dal Bruno Weber Park, in Svizzera e le tecniche ungheresi. In particolare, per le forme Arancio si ispirato alle opere surreali e antropomorfe del parco, in cui fauna e flora si fondono per creare una sorta di mitologia del contemporaneo. Mentre, per la suggestiva patina che le ricopre, elemento dirimente che ha dato il “la” al progetto, l’artista si è lasciato guidare da un artigiano ungherese, recuperando un’antica tecnica di smaltatura in grado di conferire alla ceramica qualità metalliche, cangianti e iridescenti, ideali per rendere le forme dinamiche, impossibili da decifrare, e trasmettere sensazioni lisergiche e di perdita di controllo.
Salvatore Arancio “veste” la galleria Federica Schiavo con opere tessili
Le opere tessili La Douceur de l’Eau du Doux (40.000m2 – 70 Salariés) sono il prodotto di una residenza a Château-Musée de Tournon-sur-Rhône e si caratterizzano per una profonda valenza sociale. L’artista è partito dalla crisi della fabbrica Impression et Teinture De Tournon (ITDT), che dal primo Novecento realizzava tessuti liberty per grandi marchi, dando da vivere alla cittadina. Dopo la prima chiusura, 70 ex impiegati rilevarono l’attività, ma a causa crisi climatica e del prosciugamento del limitrofo fiume Doux, essenziale per la produzione, dopo solo 10 anni, furono costretti a chiudere nuovamente. Con il suo lavoro Arancio ha elevato allo status di opere d’arte l’attività, dimostrando che quanto creato non è perso ma parte di un heritage che rimarrà sempre vivo. Così, ispirandosi ai raffinati pattern ancora ancora custoditi negli archivi e lavorando con gli ex dipendenti, Arancio ha creato dei collage di memorie: omaggio alla città e riscatto dei lavoratori.
L’artista Salvatore Arancio e la sua visione della natura
La ricerca più recente dell’artista ruota intorno al dato naturale. Occhio scientifico e creativo si fondono e si confondono per dare vita a lavori in cui è impossibile capire il confine tra i due, tanto saldamente intrecciati. Le Rayon Vert, riprende la fascinazione per l’ipnotico fenomeno ottico, dando vita a una rappresentazione astratta e visionaria, in cui le differenze tra pittura e fotografia si perdono, conservando solo una pallida memoria della realtà. Nei due lavori Mineral Being, Arancio, come un alchimista, interviene su un volume di mineralogia degli Anni Settanta, trasformandone le illustrazioni in opere in cui la fantasia trascende e supera la realtà.
L’attenzione per il climate change in Salvatore Arancio
E se il ciclo La Douceur de l’Eau du Doux (40.000m2 – 70 Salariés) prende le mosse dal cambiamento climatico non è un caso. Arancio sensibile al tema, ha reso la sua pratica sostenibile limitando gli spostamenti e selezionando i materiali. Oltre alle opere, in mostra ne sono un concreto esempio i plinti delle sculture, realizzati con mattoni di recupero. Piccoli gesti che denotano un’etica per nulla scontata.
Ludovica Palmieri
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L’articolo "L’artista Salvatore Arancio racconta storie di vita nella sua mostra a Roma" è apparso per la prima volta su Artribune®.