L’artista italiano Marco Fedele di Catrano trasforma il Museo di Scienze e Storia Naturale di Lisbona in un organismo vivo

Il Museo di Scienze e Storia Naturale di Lisbona si apre all’arte contemporanea con Empty spaces between ladders, prima mostra personale in un museo portoghese di Marco Fedele di Catrano, artista italo-svizzero attualmente residente in città. Curata da Sofia Marçal, l’esposizione si configura non tanto come una semplice raccolta di opere, quanto come un progetto in continua trasformazione, dove lo spazio museale diventa un organismo vivo, in dialogo costante con la città, il pubblico e il tempo.

A Lisbona la mostra “Empty spaces between ladders” dell’artista Marco Fedele di Catrano

L’intervento, che dopo quattro mesi volge alla conclusione domenica 14 settembre 2025, non ha mai avuto un assetto definitivo: le opere sono state spostate, modificate o sostituite, e l’allestimento si è evoluto come parte integrante del discorso artistico. Questo approccio processuale, basato sull’idea di sottrazione e aggiunta, rifiuta la staticità e ridefinisce il ruolo del museo, inteso non più solo come luogo di conservazione, ma come spazio di relazione, creazione e partecipazione.

Le opere di Marco Fedele di Catrano al Museo di Scienze e Storia Naturale di Lisbona

Tra nuove installazioni site-specific e lavori precedenti, la mostra invita il visitatore a “vivere” le opere, più che semplicemente osservarle. Ne sono un esempio Rising reversed II e III (2025), due ambienti installativi composti da strutture che sostengono grandi fogli di vinile pieni d’acqua. Il loro comportamento fisico, soggetto a gravità, temperatura e impercettibili variazioni ambientali, genera una distorsione visiva che costringe lo spettatore a ricalibrare la propria percezione dello spazio. Osservate dall’alto, queste superfici riflettenti si trasformano in specchi d’acqua che ribaltano l’architettura circostante, offrendo nuove chiavi di lettura del reale. Altro lavoro emblematico è il video Senza titolo (2014), che documenta l’interazione tra una sfera d’acciaio e gli spazi abbandonati dell’ex sanatorio Villaggio Morelli in Valtellina. La sfera, unico elemento in movimento, attraversa ambienti carichi di memoria architettonica, rilasciando suoni che rompono il silenzio e generano una tensione sensoriale. Un’esperienza immersiva in cui lo spazio, riflesso nella superficie lucida della sfera, si contrae e si dilata, invitando lo spettatore a una fruizione attiva e contemplativa insieme.

Il valore partecipativo della mostra “Empty spaces between ladders”

L’aspetto partecipativo della mostra è stato rafforzato da un programma pubblico che ha incluso laboratori per bambini, sviluppati con educatori e artisti ospiti, oltre a talk e incontri che hanno coinvolto ricercatori, filosofi e altri protagonisti del mondo culturale. L’obiettivo era infatti quello di attivare un dibattito interdisciplinare sui temi portanti dell’esposizione: trasformazione, memoria, identità dello spazio e ruolo dell’arte contemporanea nei contesti istituzionali.

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Autore
Artribune

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