Lamezia, processo Crisalide: 23 anni al giovane reggente del clan Torcasio
- Postato il 5 ottobre 2025
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Il Quotidiano del Sud
Lamezia, processo Crisalide: 23 anni al giovane reggente del clan Torcasio
Processo Crisalide a Lamezia: definitiva la pena complessiva di 23 anni di carcere per Antonio Miceli ritenuto il reggente del clan Torcasio
LAMEZIA TERME – La Cassazione ha rigettato il ricorso confermando quindi la pena finale complessiva di 23 anni e 10 giorni di carcere nei confronti di Antonio Miceli, 34 anni, all’epoca dei fatti contestategli ritenuto il reggente del clan Torcasio (è in carcere da 8 anni). Miceli aveva presentato ricorso in Cassazione contro l’ordinanza del 5 maggio scorso della Corte di Appello che, in funzione di giudice dell’esecuzione, aveva accolto l’istanza di Miceli e aveva applicato la disciplina della continuazione tra i reati (un meccanismo giuridico che consente agli imputati, giudicati in più processi, di ottenere una riduzione della pena) relativi alla sentenza di condanna a 20 anni emessa dalla Corte di Appello di Catanzaro il 28 aprile 2021 e quelli della sentenza di condanna a 11 anni e 66.000 euro di multa emessa dalla Corte di Appello di Catanzaro il 28 febbraio 2023.
I PROCESSI
Il riferimento è per due processi celebrati con l’abbreviato (Crisalide 1 e Crisalide 3) quando il giudice dell’esecuzione, respinta la richiesta della difesa di operare la riduzione prevista per il rito abbreviato solo dopo l’applicazione del criterio, aveva determinato la pena finale a 23 anni e 10 giorni. Da qui il ricorso in Cassazione di Miceli, la cui difesa, nell’unico motivo di ricorso, aveva dedotto «la violazione di legge e il vizio di motivazione quanto alle considerazioni esposte nel provvedimento impugnato circa il criterio di calcolo della pena da applicare nel caso in cui in esecuzione sia riconosciuta la continuazione tra reati i cui processi sono stati celebrati con le forme del rito abbreviato e sia, quanto meno in astratto, applicabile il limite massimo di pena».
LE DUE CONDANNE E I MOTIVI DELLA SENTENZA
Ma per la Cassazione «nel caso di specie il giudice dell’esecuzione si è conformato ai principi e non è pertanto incorso in alcun errore di diritto». Miceli era stato condannato al processo Crisalide 1 (l’operazione scattò a maggio 2017 quando Miceli finì in carcere) a 20 anni (su 52 imputati 43 erano stati condannati dal gup a maggio 2019, accusati di associazione a delinquere di stampo mafioso, dedita al traffico illecito di sostanze stupefacenti, possesso illegale di armi ed esplosivi, estorsione, danneggiamento aggravato e rapina). La seconda condanna a 11 anni giunse in relazione al processo Crisalide 3 riguardante, in particolare, il traffico di droga che avrebbe rappresentato un vero proprio business tramite un controllo totale e capillare del territorio da parte della cosca Cerra – Torcasio – Gualtieri.
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