Lagorai e Valsugana: alla scoperta del Trentino orientale lontano dall’overtourism, tra boschi, laghi e terme
- Postato il 19 agosto 2025
- Viaggi
- Di Il Fatto Quotidiano
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Non si può dire di conoscere le Alpi se non si è stati almeno una volta là, dove il Trentino si insinua tra Alto Adige e Veneto, una “terra di mezzo” davvero unica, distante dalle regine dorate delle Dolomiti e dal “limes germanicus”, per lingua tedesca s’intenda, e forse, per mentalità. Stiamo parlando di “un’altra montagna”, bellissima, un giardino geologico, dove le cime di roccia scura svelano una genesi vulcanica, in antitesi al candore delle alture dolomitiche dirimpettaie. Creste aspre che lasciano spazio alla natura selvaggia, costellata da laghetti alpini dalle acque cristallo e vallate verdissime, ammantate da boschi di conifere, habitat di una ricca fauna che popola un sottobosco da fiaba. La Catena del Lagorai si distingue per la sua unicità, una delle aree naturali più intatte della regione. Una destinazione paradisiaca che spazia nel Trentino orientale per circa 70 chilometri di lunghezza, e separa la valle del Fiume Brenta da quella dell’Avisio. Una montagna discreta e senza troppi fronzoli, autentica e distante dai grandi flussi turistici, che omaggia le tradizioni e ricorda il passato, scritto ancora nel territorio, un tempo conteso, segni che oggi si camuffano nel verde, quasi la natura volesse riempire il vuoto delle trincee, nascondere la ruggine delle postazioni militari e delle baracche di fortuna, ammorbidire le pietre scabre delle mulattiere, e i ricordi della “guerra bianca”, uno dei capitoli più bui del Novecento.
La Catena del Lagorai confina a sud con la Valsugana, una delle più meridionali della regione che segue lo scorrere del Fiume Brenta, fino a dove incontra i dolci colli dell’alta pianura veneta, lì dove spunta la bella Bassano del Grappa, la laboriosa ma al contempo godereccia città degli Alpini. Una valle che alterna tratti molto stretti, incorniciati da vertigini di roccia, disegnata dai terrazzamenti dove un tempo si coltivava il tabacco, e zone che spaziano in magnifiche e ampie visuali, vegliate da maestosi castelli medievali. A caratterizzarla, i Laghi di Levico e Caldonazzo, Bandiere Blu per la qualità delle acque che bagnano spiagge bellissime ed organizzate, destinazioni perfette per trovare il “mare in montagna”, per una vacanza balneare a tutti gli effetti. E poi, tutto il benessere delle Terme di Levico e Vetriolo, impreziosite da un borgo in stile Belle Epoque che rievoca un turismo vittoriano d’altri tempi. Le suggestioni continuano nelle fortezze medievali e nei borghi gioiello, così in mondi immersivi dove l’arte incontra la natura diventandone parte integrante. Stiamo parlando di Arte Sella, progetto visionario di land art che fa scuola per il virtuosismo creativo delle opere, realizzate con materiali 100% naturali. In queste perle del Trentino orientale si può vivere una montagna diversa, più schiva ma altrettanto spettacolare, perfetta da esplorare durante la stagione estiva. Una meta adatta a tutta la famiglia, per chi cerca relax oppure una vacanza attiva, a piedi o in sella ad una bicicletta: 80 km di pista ciclabile e 300 km di percorsi MTB in quota possono bastare per scoprire un Trentino da primato.
Lagorai, escursioni tra storia e natura, ma anche dove è possibile adottare una mucca
La Catena del Lagorai confina a nord con la Val di Fiemme, e a sud con la Valsugana. I sentieri che la intrecciano sono tantissimi, tanto da renderla una meta privilegiata da escursionisti e mountain biker, senza mai essere presa d’assalto. Qui è possibile trovare una dimensione ancora intatta, e orgogliosamente votata alla tutela delle tradizioni, custodite nei borghi, nelle malghe, dove la produzione di latte e formaggi resta un’eccellenza del territorio, e nei masi, ovvero le abitazioni tipiche costruite in legno e pietra, caratterizzate dal tetto spiovente e dalle magnifiche terrazze ricolme di gerani, veri e propri “nidi” immersi nel verde, spesso adibite a soluzioni b&b.
In tutta l’area si possono intraprendere escursioni con diversi livelli di difficoltà, dalle più semplici passeggiate ai trekking più impegnativi e sfidanti che attraversano l’intera catena. Si tratta dei sentieri SAT, tutti tracciati e monitorati dalla Società Alpinisti Tridentini. Oltre all’attività sportiva di trekking all’aria aperta, è possibile associare a questi itinerari naturalistici anche dei percorsi culturali che esplorano luoghi di grande interesse storico legati alla Grande Guerra, ma anche percorrere i sentieri d’alpeggio, quelli di una montagna fatta di saperi antichi. Uno degli itinerari più identitari e completi, da svolgere in più tappe, è “TransLagorai”, ovvero la traversata integrale della Catena del Lagorai, dalla Panarotta al Passo Rolle, un andare che parla i silenzi delle cime, e della storia, percorrendo vecchie mulattiere e piste costruite durante la Prima Guerra Mondiale.
Il Lagorai offre innumerevoli percorsi e ferrate che arrivano anche ai più alti punti di accesso alla dorsale come il Passo Manghen e il Passo Rolle, ma anche strategiche “scorciatoie” come la Funivia del Cermis, a Cavalese, che regala magnifici paesaggi. Uno dei trekking più belli da svolgere in giornata, è il sentiero che conduce a Cima d’Asta, il massiccio granitico più antico del Trentino. Un percorso di quasi 14 chilometri che attraversa boschi immacolati per poi sfidare le pendenze di una via ascensionale di incredibile bellezza, soprattutto in prossimità delle lastronate granitiche e del lago alpino dove si specchiano le vette, ad un passo dal Rifugio Brentari, ultima tappa prima della cima, a 2.847 metri di altezza. Per tre giorni di cammino, da appuntare l’Alta via del Granito, 28 chilometri di un anello che percorre il gruppo di Cima d’Asta e delle Cime di Rava, un’occasione per tuffarsi nella natura e nella cultura d’alta quota, tramandata da generazioni montanare.
In alternativa, per una “toccata e fuga” con pausa di gusto, il Passo Brocon è la destinazione perfetta. Questo ameno valico si trova tra l’Altopiano del Tesino e la Valle del Vanoi, a 1.616 metri di altitudine, meta ideale per passeggiate bellissime e poco impegnative come il Trodo dei Fiori, appassionante sentiero botanico, e il Trodo delle Malghe, percorso che omaggia la geografia umana del territorio. Due proposte immersive, accompagnate dal rintocco sereno dei campanacci legati al collo possente delle Grigio e Bruno Alpine, le mucche che pascolano le dolci lande di questo paradiso e donano un latte pregiato, materia prima per la preparazione del Lagorai, l’omonimo formaggio locale, specialità trentina tutta da assaporare. Alcune malghe offrono delle piccole degustazioni, oltre a rifornire i loro negozietti, inoltre, promuovono la bellissima iniziativa “Adotta una mucca”, un piccolo contributo di cui una parte è destinato all’acquisto di prodotti locali e una minima parte a progetti benefici. Basta scegliere la vostra “Alpina” preferita per ricevere la sua carta d’identità, con un unico obbligo: visitarla almeno una volta all’anno.
Valsugana: natura, benessere, arte e gastronomia
Si scende di quota per raggiungere la Valsugana, a sud della Catena del Lagorai. Una valle del benessere dove rigenerarsi e ricaricare le energie, a cominciare da una vacanza attiva in bicicletta. Qui si snodano 80 chilometri della Ciclabile della Valsugana da percorrere in e-bike o in mountain bike, a voi la scelta. Si tratta di un percorso facile e piacevole che parte da Caldonazzo e arriva fino a Bassano del Grappa costeggiando il fiume Brenta. Un itinerario percorribile a tappe, con possibilità di noleggio bici grazie ad un servizio di bike sharing. Il luogo della consegna inoltre, non deve essere per forza quello del ritiro, questo consente di pianificare tragitti più brevi e optare per il rientro in treno, usufruendo della linea che segue lo stesso itinerario. Il percorso intreccia storia, natura e cultura, una magnifica occasione per esplorare la valle pedalando e divertendosi.
Dopo le due ruote, potete scegliere se sfidare le correnti del Brenta, facendo rafting o pagaiando con il kayak, oppure intraprendere uno dei bei sentieri escursionistici lungo i Laghi di Levico o Caldonazzo, in alternativa, complice la bella stagione, tuffarvi nelle acque cristalline dei due bacini lacustri tra i più caldi d’Europa, temperature ideali per ricreare un “mare in montagna”. Questi specchi blu, separati dal colle di Tenna e circondati dal verde, sono entrambi balneabili da maggio a settembre, e la qualità delle loro acque è eccellente, così i servizi, tanto da aver guadagnato anche quest’anno il prestigioso riconoscimento europeo Bandiera Blu. Qui troverete infatti bellissime spiagge libere, così stabilimenti balneari attrezzati, soluzioni dotate del servizio “spiagge sicure”, che prevedono la presenza costante di bagnini per tutta la stagione. I laghi della Valsugana sono soluzioni ideali per rilassarsi ma allo stesso tempo praticare diverse attività acquatiche: oltre al nuoto è possibile cimentarsi con lo stand up paddling, la canoa, e persino con lo sci nautico e la vela. Oltre agli stabilimenti nelle località di Levico Terme e Caldonazzo, da appuntare anche quelle di Calceranica Al Lago, Tenna, e Pergine Valsugana (S. Cristoforo).
La Valsugana è un incentivo ad una vacanza rigenerante e rilassante. A poca distanza dal lago di Levico si trovano le rinomate Terme di Levico e Vetriolo, strutture di antico prestigio. Questa località rese possibile un fiorente turismo del benessere già nel 1800, e tutt’ora è un fiore all’occhiello del territorio che sfrutta le benefiche acque arsenicali-ferruginose che sgorgano da sorgenti situate a 1.500 metri di quota. Tutto a Levico offre un’experience unica, compreso il delizioso borgo puntellato da eleganti palazzi in stile Belle Epoque.
Anche in Valsugana i percorsi di trekking sono numerosi. Alcuni salgono in alta quota collezionando paesaggi mozzafiato, altri invece, offrono una panoramica sulla storia locale che affonda le radici nell’epoca romana, quando nacque il toponimo “Vallis Ausuganea”, che significa “valle di Ausugum”, l’antico nome del paese di Borgo Valsugana, il centro amministrativo più importante della zona. Molto interessante il Sentiero dei Castelli, il Trekking Passo 5 Croci dove inizia il Sentiero della Memoria, itinerario ricco di pannelli informativi, e la Passeggiata al Forte delle Benne, che conduce al vecchio presidio austro ungarico che domina il Lago di Levico. Da non perdere anche Castel Ivano, il maestoso maniero dal fascino gotico che domina la Valsugana, uno degli esempi di fortificazione medievale meglio conservati del Trentino, oggi, importante centro culturale che ospita eventi, mostre, congressi e persino matrimoni. Oltre a questa suggestiva struttura, sono numerose le fortezze e i ruderi che punteggiano la vallata, a testimonianza della posizione strategica sin dai tempi antichi.
La storia della valle si racconta anche nelle antiche pietre dei piccoli centri urbani come il pittoresco Borgo Valsugana, uno dei Borghi più belli d’Italia, appollaiato sullo scorrere del fiume Brenta e vegliato dal Castel Telvana. Il paese è altresì noto anche per Arte Sella, esposizione di arte contemporanea unica nel suo genere. La maggior parte delle sue opere sono incluse in un vero e proprio atelier en plein air che coniuga creatività e natura in un concetto visionario: il progetto fa parte della rete European Land Art Network, e dal 1986 la Val Sella ospita questa grande esposizione a cielo aperto, incastonata tra il Monte Armentera a nord e il gruppo di Cima Dodici a sud. Le opere sono tutte realizzate con materiali 100% naturali, capaci di dialogare con la natura entrando a far parte di essa tramite un processo creativo in cui l’opera di ogni artista prende forma giorno per giorno sul luogo. Magnifico esempio è la maestosa Cattedrale Vegetale di Giuliano Mauri del 2001, icona indiscussa dell’esposizione.
Anche i paesini abbarbicati più in quota racchiudono tutto il fascino di questa “montagna di mezzo”, autentica e distante dagli stereotipi, come il borgo di Castel Tesino, il più popoloso dell’omonimo Altopiano del Tesino, dove è racchiuso tutto il fascino del folklore locale che poco è cambiato negli anni. Merita una tappa non solo per il grazioso centro, ma anche per scoprire la gastronomia tipica: i ristorantini locali custodiscono ancora tutti gli antichi sapori della Valsugana e del Lagorai legati alla terra, e i semplici piatti sono un vero e proprio inno alle verdure, primo tra tutti “le verde”. Questa curiosa ricetta a chilometro zero trasforma le rape e i cavoli cappuccio attraverso un particolare processo di fermentazione all’interno di mastelli in legno. I più li associano ai famosi crauti, ma la differenza è che questa preparazione rappresenta un unicum specifico della conca del Tesino, una tradizione della “montagna di mezzo” che resta nel cuore di chi la vive.
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