La strana morte del carabiniere Passarelli: Un incontro riaccende i riflettori

  • Postato il 4 settembre 2025
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La strana morte del carabiniere Passarelli: Un incontro riaccende i riflettori

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Da Rotondella arriva una nuova richiesta di giustizia per la morte del 21enne carabiniere Giuseppe Passarelli: «Dopo 28 anni verità per Giuseppe». Morì suicida in caserma di Cassano allo Ionio in Calabria, ma la tesi non ha mai convinto la famiglia.


Cos’è realmente accaduto tra le ore 12 e le ore 14 del 24 marzo 1997? Un mistero di due ore lungo 28 anni. Il 24 marzo 1997 Giuseppe Passarelli, 21 anni, originario di Policoro, viene trovato in fin di vita in una stanza della caserma di Cassano Allo Ionio, dove era arrivato da appena tre settimane. L’inchiesta della procura di Castrovillari parla di suicidio, tesi che non ha mai convinto la famiglia. La sua famiglia nel frattempo scopre che la vicenda ha contorni oscuri. Ci sono una serie di indizi che stridono con la versione ufficiale. La procura riapre il caso altre due volte, il verdetto è sempre lo stesso: Giuseppe si è tolto la vita. La famiglia torna a chiedere che venga fatta piena luce sul caso. Ma non è sola.

L’APPELLO ALLA VERITÀ E ALLA GIUSTIZIA PER LA MORTE DEL GIOVANE CARABINIERE GIUSEPPE PASSARELLI

L’Amministrazione Comunale di Rotondella e le Associazioni che hanno aderito al Patto Civico per la legalità, la sicurezza e lo sviluppo del territorio del metapontino (Spi Cgil Prov. Matera, Libera Basilicata, Cittadinanza Attiva, Anpi prov. Matera, Legambiente Policoro, Circolo Arci “La Tarantola di Rotondella), a seguito dell’incontro pubblico svoltosi il 30 agosto, presso la biblioteca comunale “Prof. Mario Dimatteo” nell’ambito del campo della legalità “Oltre l’Atlantide: costruire bellezza con la legalità”, intendono esprimere la propria solidarietà e pieno sostegno alla battaglia per la verità e la giustizia sulla morte di Giuseppe Passarelli. L’iniziativa ha riacceso i riflettori su una vicenda ancora avvolta nel mistero e ha rafforzato la convinzione che la tesi del suicidio, stabilita a suo tempo, sia una dubbia certezza, ipotesi messa in discussione già allora dal perito nominato dalla Procura di Castrovillari.

INDIZI CHE NON TORNANO

“Siamo convinti che la ricerca della verità sia un dovere morale per ogni società civile e, in questo senso, l’incontro ha rappresentato un momento cruciale per la nostra comunità. La partecipazione attiva dei giovani, in particolare, dimostra che la memoria non è solo un atto dovuto, ma un motore di cambiamento e di impegno civico – si legge nel comunicato stampa – L’Amministrazione Comunale di Rotondella si fa quindi portavoce di questo sentimento popolare e lancia un appello alle istituzioni, ai comuni vicini e all’opinione pubblica, affinché si faccia luce su quanto accaduto.

Chiediamo che vengano riprese le indagini e che ogni pista, anche la più remota, venga esplorata per restituire dignità alla memoria di Giuseppe e per dare risposte concrete ai suoi cari e alla comunità. Ci uniamo compatti al grido di “verità e giustizia” che da anni risuona in Basilicata. È il 23 marzo 1997, Giuseppe quel giorno sarebbe dovuto tornare a casa per trascorrere la domenica in famiglia, ma all’ultimo minuto viene trattenuto dai superiori, che gli chiedono di sostituire un collega. Così dice alla madre quando quella mattina la chiama al telefono, ma alla fine non ci sarà nessun cambio turno. Giuseppe però è tranquillo.

GLI INDIZI CHE CONTRADDICONO IL SUICIDIO

Lo testimonia un suo vecchio amico che lo incontra l’indomani. Giuseppe lo invita a pranzo, ma l’amico non può trattenersi. Scherzano per un po’, come di consueto, e poi salutano. Due ore dopo il giovane militare è in fin di vita. Secondo il perito incaricato dalla procura, la massiccia presenza di tracce di terra sulla divisa “fanno ritenere che il Passarelli dopo l’esplosione del colpo alla testa sia finito su di una superficie ricoperta di terriccio”. Inoltre la manica della giacca destra, la parte da cui sarebbe stato esploso il colpo, presenta solo due particelle da polvere da sparo. Dovrebbero essercene, invece, una settantina, come risulta dall’esito di un esperimento condotto dallo stesso Ctu. Dopo 28 anni il mistero non è risolto sul decesso del giovane materano..

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